EDITORIALE

La strana sensazione di un’annata avversa

Bisogna sempre ricordare le parole del produttore cinematografico durante il ritiro a Dimaro, quando ha parlato di scudetto. Legittimo chiedersi perché l’abbia fatto se poi, non solo non ha rinforzato la rosa del Napoli, ma l’ha immiserita con cessioni eccellenti di giocatori che, anche senza essere fenomeni, avevano dato tantissimo alla causa. È legittimo anche pensare che l’imprenditore romano si stia prendendo gioco dei napoletani, ormai da quest’anno si è capito che non si vincerà mai niente continuando così, eppure (repetita iuvant) lui ha detto di voler puntare allo scudetto. E, dopo la cocente e umiliante eliminazione dalla Champions per mano di una squadra tutt’altro che eccezionale come l’Athletic Bilbao, ha detto che il Napoli sarebbe stato più forte in campionato. A questo punto, è più legittimo chiedersi se stia prendendo in giro i napoletani o avere la certezza che lo stia già facendo? Per non rincarare la dose, è meglio non soffermarsi sulle irritanti e banali dichiarazioni di Benitez dopo il pari con il Palermo, e pensare che era davvero un’impresa superare la risibilità del Napoli visto in campo. Eh sì, perché ancora una volta gli azzurri hanno dato vita al festival dell’errore, alla sagra della dissennatezza, ma è una squadra a cui vanno somministrate dosi di sostanze salvifiche o taumaturgiche, altrimenti ci si inabissa. Dopo due ko consecutivi e mortificanti contro Chievo e Udinese, non vincere contro un Palermo che sembrava tramortito dopo l’immediato doppio vantaggio, ha certificato i disagi che attanagliano gli uomini di Benitez.
Una retroguardia che, se attaccata, sbanda clamorosamente prestando il fianco agli avversari e denunciando una permeabilità imbarazzante. Un centrocampo inesistente e su cui si sarebbe dovuto lavorare in estate, invece, i problemi sono gli stessi, se non più accentuati. Non si può sperare che siano sempre gli attaccanti a togliere le castagne dal fuoco, e poi solo contro il Palermo si è stati ispirati, non va presa in considerazione la gara di Europa League con quella squadraccia dello Sparta Praga. Per il Palermo, dunque, è stato semplice semplice, un gioco da ragazzi, pervenire al pareggio, è bastato attaccare che poi al resto ci hanno pensato Koulibaly e compagni. Non è stata sfruttata neanche la fortuna di essere passati nuovamente in vantaggio un secondo primo dell’intervallo, in modo da evitare la bordata di fischi, tanto nella ripresa il pacchetto arretrato partenopeo ha fornito ancora il meglio del suo repertorio in occasione del gol del 3-3. Qual è stata la reazione all’ennesimo schiaffo? Basta dire che Sorrentino è rimasto inoperoso? Serve altro?
Andiamo a spulciare un po’ i numeri: 11 gol incassati in 7 partite, comprese le coppe, inutile sottolineare che una vera squadra costruisce le proprie fortune subendo il meno possibile. Ci sono troppi giocatori demotivati, è un Napoli senza anima, senza cuore, senza carattere, senza idee, senza agonismo, senza fame.
Si era partiti con l’ambizione di tenere testa a Roma e Juventus, in ossequio ai proclami del produttore cinematografico, mentre ci si ritrova ad assistere, non solo alla consunzione di qualsiasi velleità di grandezza, ma anche al rischio di naufragare. E qualcuno pensava che l’anno scorso si fossero gettate le
basi per una stagione da protagonisti, in cui poter almeno lottare per il vertice, invece, si ha la sensazione che, annate simile, prima finiscano e meglio è.
Eppure siamo solo a settembre…

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