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OBIETTIVO NAPOLI – Azzurri mai così continui e dominanti

Sarri_DMF_8775 Napoli-Juventus 26/9/2015 foto De MartinoUn Napoli così bello, continuo e dominante i tifosi azzurri non lo vedevano da tanto tempo. La squadra di Sarri in quest’ultimo mese o poco più ha stupito tutti, napoletani e non. E’ sicuramente la squadra che sta esprimendo il miglior calcio nel campionato italiano, quella che mette in mostra il più elevato tasso tecnico offensivo, che presenta l’organizzazione di gioco migliore, sia in fase attiva che in quella passiva. E’ quella che probabilmente evidenzia maggiormente il lavoro del proprio tecnico. Rispetto alle prime settimane, la rivoluzione di Sarri è lampante, clamorosa, incontrovertibile. L’ex tecnico dell’Empoli ha messo a posto tutti i problemi della squadra, trasformandola in una macchina che non abbiamo remore nel definire “perfetta”. Il Napoli di oggi difende con assoluta attenzione, concedendo quasi nulla agli avversari, muovendo la linea difensiva perfettamente e leggendo al meglio ogni situazione. La difesa parte già dall’attacco, data la determinazione che attaccanti e difensori mettono nel recupero palla, tanto che il più delle volte la retroguardia non viene nemmeno chiamata in causa.
L’organizzazione della manovra è poi armoniosa e parte già dalla difesa, anzi dal portiere, con la volontà (e la qualità) nel giocare sempre palla a terra in tutte le situazioni, non sprecando mai un possesso, coinvolgendo tutti gli effettivi che non si sottraggono al compito di partecipare all’azione corale: iniziando da Reina, come dicevamo, passando per i due centrali, sempre molto precisi e puliti nelle giocate (stasera sono stati magistrali Albiol e Chiriches, che non ha fatto rimpiangere Koulibaly), coinvolgendo sempre i due terzini, fino a giungere al direttore d’orchestra, Jorginho, che con grande personalità innesca le punte o le mezz’ali per dar sfogo all’enorme talento offensivo in dotazione nei suoi compagni. Già, perché poi il talento individuale è quello che permette ad una squadra ben organizzata di diventare una grande squadra. Ed in partite come quelle di stasera è evidente quanto sia importante avere lì davanti uno come Higuaìn in forma, un giocatore del tutto trasformato rispetto a quelle svogliato della sciagurata gestione-Benitez. Un Pipita così in palla catalizza il gioco, smista palloni, fornisce assistenze preziose e, soprattutto, conclude in tutti i modi, da tutte le posizioni. Ma esaltare solo le doti di Higuaìn sarebbe ingiusto nei confronti della continuità nelle buone giocate di Hamsik, del lavoro oscuro e i continui tagli di Callejòn, dello stratosferico apporto di Allan in fase di recupero palla e riproposizione offensiva, del talento illuminante di Insigne e Mertens, che fanno incavolare quando si incavolano, ma poi si fanno perdonare quando illuminano il campo con le loro giocate. Insomma, questo Napoli, oggi, appare una macchina perfetta che non può non far sognare in grande i tifosi.
Ma attenzione però. Il campionato è lungo e ricco di insidie e, nonostante la qualità e la continuità mostrata in queste ultime giornate, non si può ancora sapere come potrebbe reagire la squadra ad eventuali cali fisici, infortuni o altri incidenti di percorso (gli scongiuri sono d’obbligo). Bisogna dunque rimanere con i piedi per terra ed affrontare una partita alla volta, senza creare eccessive pressioni intorno alla squadra, pur nella consapevolezza delle proprie grandi potenzialità. Un pensiero, anche se sembrerà prematuro, va poi alla società. Di qui a gennaio (perché nel mercato si lavora di anticipo, senza ridursi letteralmente all’ultimo secondo) De Laurentiis e Giuntoli dovranno individuare quei due-tre elementi necessari per rendere la rosa del Napoli completa in tutti i reparti. Se si fosse chiuso l’affare Soriano gli azzurri oggi avrebbero una possibilità di rotazione quasi senza pari in Italia. A gennaio bisognerà colmare questa lacuna della rosa, magari con un occhio alla difesa (vista la probabile partenza di Henrique) ed eventualmente all’attacco (mancherebbe un’alternativa con le caratteristiche tattiche di Callejòn). Perché Sarri merita di giocarsi questa partita senza carte mancanti nel suo mazzo.

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