COPERTINAIL PERSONAGGIO DELLA SETTIMANAIN EVIDENZA

Il Personaggio – Lorenzo Insigne, dal cilindro del frattese tre punti per il morale azzurro

Affermare che il Napoli andava a Udine con addosso un’indicibile pressione è pressappoco un’eufemismo! Dopo oltre un mese  di bel gioco e scarsi risultati i tre punti erano per il team di Sarri quasi un imperativo, anche se quella friulana  è notoriamente terra ostica per gli azzurri che da quelle parti non facevano bottino pieno dal 2 settembre 2007, dai bei tempi spensierati cioè di Eddy Reja. Il momento era delicato e la parola crisi cominciava ad aleggiare nell’ambiente partenopeo … Gli atleti pur se apparentemente tranquilli rischiavano di lasciarsi snervare dal protrarsi di un periodo avverso in cui la squadra pur producendo gioco non riusciva a concretizzare, svilendo con scarsi risultati egregie prestazioni e, anche se in  molti cercavano e cercano tuttora le ragioni di tali deficienze in fase realizzativa in chissà quale arcano, la questione è semplice: il Napoli non ha un reale attaccante e col falso nueve non riesce ad essere produttivo. Lo sterile primo tempo alla Dacia Arena presentava il solito copione e sembrava dover diventare il prologo di un naufragio: sul banco degli imputati, manco a dirlo, il povero Lorenzo Insigne da sempre capro espiatorio di tutte le situazioni negative in cui è incappato il Napoli in questi anni … Reo di cosa ancora non lo si è capito … Forse di essere napoletano e  un napoletano, secondo la logica di menti ottuse e contorte, lungi dall’essere un fratello di sangue, un compatriota per il quale una maglia è una fede … Diventa l’oggetto dell’altrui frustrazione, e se per caso egli dovesse sognarsi di reclamare pecunia si trasformerebbe nell’infido nemico da cacciare. La solita storia insomma del Nemo Propheta in Patria che abbiamo ripetutamente ed ampiamente affrontato con Paolo Cannavaro prima e successivamente, fino alla noia,  col Magnifico.  Ma torniamo a noi! Dopo il tedioso primo tempo di Udine in cui Insigne e compagni oltre ad esprimere un gioco non all’altezza della loro fama avevano sprecato l’impossibile, rientrano in campo con un’altra tempra e il frattese dopo un intervallo evidentemente rigenerante, nel giro di 10 minuti, realizzando due gol e centrando un legno, conquista quei tre punti fondamentali in questo momento forse più per il morale che per la classifica. Il Napoli è ora atteso da un ciclo di scontri impegnativi tra Campionato e Champions League con qualche pedina mancante in una rosa che pullula di centrocampisti ma difetta in quanto a bomber …  quel che si pretende dagli Insigne, dai Mertens, dai Callejon, dagli Hamsik … magari persino dai Gabbiadini è qualcosa che non è nelle loro corde e finchè il Napoli ha potuto avvalersi dei servigi di Milik, quelle carenze in attacco potevano dirsi camuffate, attualmente invece senza il terminale offensivo son cadute le maschere ed emerse le lacune (sia in senso quantitativo che qualitativo) che in sede di mercato estivo, vuoi per inabilità, vuoi per strafottenza, vuoi per tracotanza la dirigenza partenopea non si è sentita nell’obbligo di dover colmare, consegnando a inizio stagione una squadra indebolita e passando poi la patata bollente al povero mister Sarri che, non possedendo pozioni magiche, ma solo il suo credo calcistico e la sua professionalità, ha fatto quel che ha potuto col materiale umano a sua disposizione non riuscendo però a fare i miracoli che ci si aspettava compisse. Oggi, agli occhi di chi guarda al calcio come alla vita non considerando l’essenza ma solo l’apparenza dei fatti, il coach azzurro non appare più l’illuminato tecnico con la tuta decantato fino a qualche mese fa, ma l’ottuso toscano che “sap fa sul O c’o bicchiere!”

I problemi del Napoli, sia chiaro, non è che la Dacia Arena li cancella … essi restano e diventano parzialmente risolvibili, dirigenza permettendo, in sede di calciomercato invernale. La vittoria ottenuta in Friuli dona comunque un po’ di fiducia ad un ambiente quasi depresso, sottolineando  le qualità e il valore del gioiellino Insigne che, seppur criticato e vilipeso, ha sempre continuato a lavorare per amore della sua squadra e della sua terra. Noi gli auguriamo e ci auguriamo che da talento dalle qualità indiscutibili egli possa presto esplodere definitivamente e diventare la guida e l’emblema dei colori azzurri.

Tilde schiavone-Pianetazzurro

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Tilde Schiavone

Sono una persona che riesce a star bene con se stessa solo se intorno a lei c' è armonia, questo è il motivo per cui cerco di risolvere i conflitti esistenti tra le persone che mi circondano;non amo i gioielli, specialmente quelli costosi, preferisco gli accessori di poco valore; non amo ricevere in regalo i fiori recisi: preferisco ammirarli nei giardini dove compiono il loro naturale ciclo vitale e non nei vasi dove hanno vita breve..Amo il blues,il canto del dolore, e il mio sogno è raggiungere un giorno quei luoghi che lo hanno visto nascere; Amo gli indiani d' america, la loro spiritualità e la loro cultura. non vivrei senza i dolci e la pizza. Sono campanilista, napolista, meridionalista ...maradonista. Adoro gli animali, ritengo che non siano loro le bestie e sono vegetariana. Non mi piace parlare, quel che sento preferisco scriverlo, so esprimermi meglio con una penna in mano anziché dinanzi a un microfono, amo inoltre il folclore della mia terra e cerco, attraverso l' Associazione Culturale Fonte Nova d cui sono Presidente, di preservarlo e diffonderlo ... e duclis in fundo AMO LA MIA NAPOLI, senza se e senza ma, ringrazio Dio perchè ha fatto sì che nelle mie vene scorresse il sangue del Sud!