COPERTINAIN EVIDENZA

GEORGE MICHAEL…UN’ALTRA NOTA IN CIELO!!!

Il mondo della musica ancora in lutto quest’anno: è morto all’età di 53 anni George Michael. 2016 l’Anno terribile! La morte di George Michael, artista dalla voce stupenda, chiude un anno terrificante per la musica popolare, iniziato con la fine di David Bowie , seguito poi da altri mostri sacri come Prince, Keith Emerson, Glen e Frey, Maurice White, Leonard Cohen Greg Lake. Ultimo prima di Michael è stato Rick Parfitt, chitarrista degli Status Quo, morto sabato a 68 anni. La popstar britannica è deceduta nella sua casa di Goring, in Inghilterra. Il suo manager Michael Lippman afferma che si sia trattato di insufficienza cardiaca e la famiglia in una dichiarazione conferma che «è morto serenamente a casa sua». La polizia stessa, intervenuta dopo una chiamata, ha definito il decesso «inspiegato ma non sospetto». E’ stato tra tra i giganti del pop degli anni ‘80 e ’90, Michael ha goduto di grande popolarità fin dall’inizio della sua carriera con gli Wham! – in coppia col chitarrista Andrew Ridgeley – e poi da solista con successi come “Wake me up before you go-go”, “Careless Whisper”, “Young guns (Go for it)” e “Freedom”. Un pop che, piaccia o no sono entrati a far parte del repertorio dei classici di ogni piano bar del pianeta e vengono sistematicamente suonati ad ogni festa, quando si vogliono ricordare gli anni Ottanta, quelli dei Duran Duran e degli Spandau Ballet, che con lui condividevano il podio del pop britannico dell’epoca. Ma l’era delle canzoni rosa durò il tempo del successo dei Wham: quando il duo ebbe raggiunto il massimo del successo possibile Michael andò altrove e volò decisamente più in alto, al punto, addirittura, di potersi permettere di non cantare più i brani dei Wham in concerto. Ha venduto oltre 100 milioni di album nel mondo, ha guadagnato numerosi Grammy e American Music Awards, ha duettato tra gli altri con Aretha Franklin, Ray Charles e Luciano Pavarotti. Michael, dopo i successi iniziali, aveva avuto lunghi periodi in cui si era eclissato, per poi tornare sul palco. Uno dei motivi dei suoi alti e bassi era legato ai problemi con la droga, che lo portarono anche in tribunale e in carcere. Il suo singolo ”I Want Your Sex” fu censurato dai programmi diurni delle radio ma diventò una delle sue hit più grandi. Michael cantava: «Io voglio il tuo sesso, voglio te… Allora, perché non ti lasci andare, mi piacerebbe molto provare, oh, mi piacerebbe davvero sapere quando mi dirai che stai per cambiare idea, poi ti dirò che ti amo, eppure mi dici ancora di no!» Nel giro dei successivi cinque anni, Michael piazzò sei brani al primo posto delle classifiche mondiali: “Faith”, “Father Figure”, “One More Try”, “P raying For Time” and il duetto con Aretha Franklin “I Knew You Were Waiting For Me”. Nel 1991 e nel 1992 ci sono le sue esibizioni più leggendarie, quella allo stadio di Wembley con Elton John e quella al tributo per Freddy Mercury, quando canta in maniera magistrale “Somebody to love”.  L’arresto del 1998 per “atti osceni” in una toilette del Will Rogers Memorial Park di Beverly Hills, in California fu un trauma importante per George Michael. «Mi sento stupido, sconsiderato e debole per aver permesso che la mia sessualità fosse esposta in questo modo a tutti – dichiarò alla Cnn – . Ma non sento vergogna per la mia sessualità. Posso provare a capire perché ho fatto quello che ho fatto, ma riflettendo devo ammettere che forse parte della mia eccitazione sta proprio nel fatto che potrei essere scoperto». Lo scorso anno, Michael era stato ricoverano in clinica per un periodo di riabilitazione, dovuto all’uso di crack. Un semplice parrucchiere con velleità canore”, lo definì Mick Jagger, in un periodo in cui Michael spopolava e gli Stones annaspavano tra droga e rumore. Di certo Mick Jagger è ancora tra noi con tutto il peso della sua leggenda, mentre Michael faticava da molti anni a tornare ai fasti di un tempo. Ma George Michael (al secolo Georgios Kyriacos Panayotou) è stato una star di epiche proporzioni fino alla fine degli anni Novanta, ha aperto la strada ad un’intera generazione di nuovi cantanti pop in Inghilterra e, una colpa forse più che un merito, a tutte le boy band venute dopo di lui. Michael, dopo i Wham, era riuscito a mettere insieme intrattenimento e qualità, per merito di una vocalità potente ma allo stesso tempo raffinata, con la quale poteva permettersi di cantare al fianco di chiunque senza mai sfigurare.

Carlo Ferrajuolo

Commenti
Segui il canale PianetAzzurro.it su WhatsApp, clicca qui