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CICCIO MEROLLA-LE MANI SONO LA SUA RICCHEZZA, “SONO SOLO SUONO” AL TEATRO SANNAZARO DAL 20 AL 22

Le mani sono la sua ricchezza. I suoni pulsano nel cuore e nella sua anima! Nato, ad un incrocio di note e stili musicali, a metà strada tra Merola e Miles Davis. Protagonista della scena da più di vent’anni. Ciccio Merolla, ha cominciato a suonare le percussioni da piccolissimo e già a sette anni si poteva ascoltare per i vicoli della sua città. Grazie alla musica ha avuto la possibilità di non essere uno dei tanti ragazzi di strada persi tra droga e violenza. Percussioni e buddismo sono i due punti fermi della vita del percussionista, e questi l’hanno portato a essere conosciuto sia come maestro e guida spirituale che come valente musicoterapeuta. Per la sua città, Napoli, ha un amore sviscerato e da essa trae ispirazione la sua musica. Acclamato per la sua tecnica, il percussionista napoletano ha attraversato generi e collaborazioni, fino all’esordio solista nel 2004 con “Nun pressà ‘o sole” dove unisce ai ritmi etnici musicalità hip-hop, funky e techno.  Quattro anni dopo è la volta del secondo album solista “Kokoro” dove si dà anche al cantato rap e da quell’album dal pezzo “Femmena Boss”, è estratto un video girato da Tony D’Angelo. Qualche anno fa, pubblica su youtube e facebook un video molto particolare, s’improvvisa percusso-massaggiatore. Quel video virale somma milioni di visualizzazioni fino ad arrivare in Russia e Cina e altri paesi extraeuropei. Nel video, si vede suonare, letteralmente, il corpo di una ragazza, portando, quando non la tocca, il tempo con le mani. L’effetto che fa questo video, che ha come protagonista anche l’attrice Ornella Varchetta, è incredibile. Il video, in due giorni, quindi, ha fatto il boom di visualizzazioni riportando all’attenzione quello che è uno dei nomi storici della musica napoletana che ha una lunga e fortunata storia di percussionisti che vanno da Tullio De Piscopo, Tony Cercola e Tony Esposito a Maurizio Capone e lo stesso Merolla.  Due i videoclip tratti dal disco: “FRATAMMÈ”, e “O’PITBULL”, proiettato alla 68° MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA, premiato alla IX edizione di Roma video clip e finalista al premio PIVI 2011. Nel 2012 collabora agli album di due grandi artisti della musica napoletana, Nino D’Angelo e James Senese. A febbraio 2015 ha preso parte anche alla fiction televisiva”Rex VIII” con la regia dei Manetti Bros. In questo periodo è in lavorazione il suo nuovo album e alla fine di maggio uscirà il nuovo singolo “ ‘O bongo” in versione remixata dal dj statunitense Tony Touch con la regia dei Manetti Bross e Claudio D’Avascio, girato tra Napoli, New York e Bruxelles. <<Sono figlio di un parrucchiere e di una casalinga – racconta Ciccio Merolla-. Sono nato e cresciuto nei Quartieri Spagnoli e in casa non c’erano tamburi a disposizione, ma oggetti, tantissime cose capaci di produrre suono, e allora ho cominciato da piccolissimo a sperimentare la mia dote innata per il ritmo suonando di tutto, dalle pentole alle sedie. Ho iniziato da solo, da autodidatta, seguendo unicamente la mia predisposizione ai ritmi e ai suoni. Successivamente il mio primo maestro è stato Karl Potter, seguito da Rosario Jermano, Mustahafa Amheed e molti altri.  Personalmente continuo a studiare e a ricercare nuove sonorità. Non mi fermo mai>>.
Che musica ascoltava da bambino? <<Da piccolo ascoltavo sempre James Senese, Pino Daniele, Gragnaniello, Bennato, Trilok Gurtu. E quando, nel corso degli anni mi hanno chiamato a collaborare con loro è stata per me una grande emozione. Ogni musicista mi ha lasciato un bagaglio prezioso d’insegnamenti, di esperienza, di magia che porterò sempre con me. Che significa per lei ritmo…suono…rumore…<<il ritmo ci accompagna prima ancora di nascere. Il cuore scandisce il ritmo della nostra vita, come un tamburo già quando siamo nel ventre materno. Per un percussionista è più semplice non perdere mai quella bussola interna, quella che ti riporta a casa anche quando siamo in mezzo alle tempeste della vita. Dal cuore al tamburo: per me è stato un percorso naturale>>. La musica genera incontri, scambio d’idee musicali, jam-session…<<Ogni appuntamento è ispirazione, dagli incontri con musicisti da cui nascono le collaborazioni ad incontri con artisti che possono essere attori, registi, scrittori. Dal confronto nascono sempre cose positive, magari non subito, a volte si gettano i semi, poi passano anni e quei semi possono germogliare e diventare progetti. L’importane è prendersi cura dell’ispirazione, coccolarla, essere pronti per accoglierla ed essere poi non solo curiosi, ma diligenti, studiosi, perché anche lo studio stesso è ispirazione>>. Lei si sente figlio del Neapolitan-power…<<Sì, Neapolitan-power  è stato talmente dirompente da essere ancora molto attuale, i suoi echi rimarranno nel cuore e nel sound di chi un’epoca che ha fatto la storia. Guardando al presente apprezzo molto la New school napoletana. Stanno uscendo cose interessanti e vale la pena ascoltare le nuove leve perché c’è molto fermento in giro, ma essendo un percussionista vorrei vedere più percussionisti napoletani e anche ascoltare di più musica strumentale>>. Il suo rapporto con Napoli? <<Il rapporto con Napoli è viscerale. Napoli è la mia città, la mia culla, devo tanto alla mia terra per l’ispirazione che mi ha dato e che accumulo ogni giorno, gli stimoli e gli spunti di riflessione per molte tematiche delle mie canzoni che però, sia dal punto di vista sonoro che da quello contenutistico, è un punto di partenza, perché la musica non ha bandiere e non ha confini, così come i grandi temi che riguardano l’essere umano. Io sono napoletano, ma sono anche cittadino del mondo>>. Lei, oltre le percussioni, sceglie la durezza del rap per raccontare storie di ordinaria violenza…<<Il rap è un linguaggio veloce, intenso, diretto, immediato… Io racconto storie di vita di strada attraverso le sonorità del Mediterraneo, dove emergono l’esperienza ventennale come percussionista e la potenza narrativa del rap. Le sonorità del Sud del mondo, viscerali e profonde come l’incessante percuotere delle mani nude sul tamburo, fanno da sfondo a storie di strada, quella stessa vita che insegna sia a vivere sia a morire>>. Ci parli della sua cinematografica <<una bellissima realtà, che mi ha arricchito dentro professionalmente. Ho iniziato nel 2012.  Alessandro Gassman mi sceglie per recitare una parte nel suo primo film da regista “Razza Bastarda” presentato al Festival Internazionale del Film di Roma. Nel 2013 sono autore della colonna sonora del corto “Appuntamento con Eduardo” regia Nello Mascia presentato al Napoli film festival; mentre nel 2014 i Manetti bross mi propongono di interpretare il ruolo di un feroce capo di una banda di spacciatori nel film “Song ‘e Napule” che diventa un vero e proprio caso cinematografico>>. Ciccio cattivo in tv, buddista nella vita…<<Voglio ricordare una frase significativa…Quando un uomo fa un progetto sta sognando, quando più uomini sognano stanno facendo un progetto, io penso che non è Dio che fa gli uomini, ma gli uomini che fanno Dio>>. Attualmente è al Teatro Sannazaro di Napoli con il suo spettacolo? <<Si, “Sono Solo Suono” è uno spettacolo ideato con il regista Raffaele Di Florio . E’ un one man show, sono solo sul palco, ma con me e dentro questo spettacolo c’è una squadra di professionisti che mi ha permesso di realizzare uno spettacolo così particolare. Forse posso riassumere Sono Solo Suono come una sintesi  teatrale della mia vita e del mio essere musicista e ricercatore di suoni. Quindi non è un mio concerto ma molto di più, è una storia, la mia o quella di un uomo che si racconta attraverso i suoni>>. Napoli città viscerale ed esoterica…ma il Napoli calcio? <<Dal punto di vista della fede calcistica, non sono di quei tifosi che va allo stadio o segue la squadra nelle trasferte, ma amo sentire i commenti delle persone sulle vicende della nostra squadra del cuore. Il mio è un altro punto di vista, mi piace quello che  pensa gente, le gioie e i dolori dei tifosi… e forza Napoli sempre. Sarri e la società stanno facendo un ottimo lavoro… Speriamo che Maradona risolvi i problemi con il fisco e possa lavorare in società, sarebbe una figura carismatica e di prestigio>>.

Carlo Ferrajuolo

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