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Champions League, la squadra più forte di sempre è il Real Madrid

ROMA – Oltre 60 anni con la griffe della camiseta blanca. La Champions League, così come la vecchia Coppa dei Campioni, fa parte del patrimonio genetico – e anche nella sala coppe – del Real Madrid. Lo conferma il ranking elaborato dall’Uefa e pubblicato sul sito del quotidiano spagnolo ‘Marcà sulle partecipanti alla massima competizione continentale dal suo primo fischio d’inizio (preliminari inclusi) nel 1957 (con finale proprio a Madrid), all’ultima edizione, con Cristiano Ronaldo e i Galacticos a festeggiare sul prato di Cardiff. In mezzo, il nuovo format del torneo, che ha esordito nel 1992-93.

Secondo i conti dell’Uefa – due punti per ogni vittoria ottenuta nel torneo, uno per ogni pari – il club madrileno (12 successi complessivi e tre finali perdute, con tre trionfi nelle ultime quattro edizioni) precede con 562 punti il Bayern Monaco (433 punti, dieci volte all’atto conclusivo, cinque successi e come il Madrid con una percentuale di vittorie superiore nel torneo al 65%), mentre la terza piazza del podio va ai cugini del Barcellona (402 punti, cinque coppe al cielo). Con i blaugrana che non sono sempre stati una potenza in termini di risultati. Certo hanno si sono goduti i calciatori più forti di sempre (Cruijff, Maradona, Ronaldo, Messi) ma solo con la generazione della Pulce sono cominciati a piovere trofei, quattro dal 2006.

Il ranking stilato dall’Uefa ovviamente risente dell’ultimo decennio di competizioni, con il dispotismo a targhe alterne della stessa Pulce e di Cristiano Ronaldo. E questo è uno dei motivi, assieme ai deludenti piazzamenti in Premier League dal post Sir Alex Ferguson, che il Manchester United si trovi un passo fuori dal podio, quarto, grazie al lavoro di Sir Matt Busby e soprattutto del manager scozzese che hanno portato a Old Trafford titoli e piazzamenti. I Red Devils sono avanti al Milan (sette successi e quattro finali perse), con i rossoneri che sono i migliori in Italia, precedendo la Juventus (due vittorie e sette finali andate male per i bianconeri).

Nelle retrovie della top ten Uefa, ecco Benfica e Porto, che si confermano ad alti livelli da 60 anni nonostante il campionato portoghese sia mai stato tutt’altro che competitivo, poi Arsenal (Wenger, incastrato sulla panchina dei Gunners da un ventennio non ha mai vinto la Coppa, solo una volta in finale con il Barcellona di Ronaldinho e Rijkaard, ma non sbaglia un colpo nei gironi di qualificazione, tenendo alta la media vittorie) e il glorioso Liverpool, cinque successi, due batoste ma presenza a singhiozzo negli ultimi anni sul palcoscenico europeo che conta di più.

E se Milan e Juventus trovano collocazione stabile tra le prime dieci squadre in sei decenni di partite, il successo del 2010 targato Mou non basta per l’Inter. Nerazzurri 13esimi, tra Ajax – i lancieri hanno sollevato la Coppa quattro volte – e Celtic Glasgow, in ogni caso due posti avanti al Chelsea di Antonio Conte. Ancora più dietro le altre italiane: Roma 41esima, Fiorentina 63esima, davanti alla Lazio, poi Napoli 93esimo.

Va sottolineato grazie al ranking storico dell’Uefa come i grossi investimenti sul mercato e stipendi a svariati zeri per i calciatori non portino automaticamente la Coppa nella vetrina di casa. Per esempio, il Manchester City di Pep Guardiola, che piazza petroldollari a tappeto dall’era Mancini per colmare il gap con le storiche big d’Europa al momento occupa la posizione numero 65, a distanza siderale dai cugini del Manchester United. E quasi lo stesso discorso può essere impostato per il Paris Saint Germain (32esimo) che se avesse superato il turno con il Barcellona, senza farsi rimontare quattro reti, ora sarebbe almeno più vicino alla top 20.
 
 

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Fonte: Repubblica

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