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Koulibaly, altro francese per il Napoli. Il primo transalpino in azzurro fu Laurent Blanc

Il primo francese fu Laurent Blanc, difensore un po’ lento ma di buona tecnica e senso della posizione. Risultò tra i protagonisti della formazione che con Ranieri raggiunse il quarto posto nel campionato 91-92, il primo del dopo-Maradona. Blanc imparò presto la lingua, si calò con umiltà nel calcio italiano e diventò il regista difensivo di quella squadra, andando a realizzare anche sei gol. Blanc, diventato poi ct della Francia ed oggi allenatore del Psg, possedeva carisma e classe ma non era altrettanto puntuale nelle chiusure difensive. Troppo lento per il calcio italiano e l’anno successivo venne ceduto, suscitando poi qualche rimpianto quando divenne il libero della nazionale francese ed a 34 anni lo prese l’Inter. Dopo di lui, i tifosi napoletani ebbero modo di ammirare un altro francese di talento: Alain Boghossian, centrocampista di quantità e di qualità, tre anni nel Napoli in un periodo avaro di grandi successi. Realizzò il rigore decisivo nella sfida in semifinale di Coppa Italia contro l’Inter regalando la finale agli azzurri. Giocò nel Napoli per tre stagioni e si distinse per il gran lavoro che svolgeva a centrocampo. Anche lui imparò presto la lingua e si ambientò senza problemi. Ma diversi infortuni ne frenarono l’ascesa e quindi venne ceduto alla Sampdoria prima di passare al Parma. Dopo Blanc e Boghossian, sono arrivate le delusioni più cocenti, ecco perché il Napoli non ha più ingaggiato francesi. Il primo fu Reynald Pedros, un vero e proprio oggetto misterioso che, in teoria, avrebbe dovuto giocare da trequartista. Ma in realtà rimase solo tre mesi.
L’altro fu William Prunier, difensore centrale. Venne rilevato durante la gestione Ferlaino. Ed è stato giudicato uno dei peggiori acquisti di sempre sia in italia, dove collezionò appena tre presenze, che nella Premier League dove disputò solo due partite nel Manchester United prima di essere scaricato, uno dei flop più clamorosi anche di Sir Alex Ferguson. Ma i tempi sono cambiati. Oggi anche la Ligue 1 esprime buoni calciatori, specie quelli naturalizzati provenienti dall’Africa, ed ottimi professionisti, capaci di superare in fretta il problema della lingua e di adattarsi in un baleno grazie anche al calore che sanno trasmettere i tifosi del Napoli ed alla bravura di un tecnico come Benitez che sa mettere tutti a proprio agio. Come accaduto con Koulibaly, ieri a pranzo con l’allenatore che gli ha cominciato a spiegare il progetto Napoli e come intende impiegarlo, nonchè valorizzarlo.

Corriere dello Sport

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