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Marcello Lippi: “Non allenerò più una squadra di club ma una Nazionale sì”

Se ho lasciato nel 2006 la panchina della nazionale perché il ‘ct è un condannato a morte che non conosce la data dell’esecuzione’ ? No, non l’ho lasciata per quello. Se l’avessi lasciato per quello non ci sarei ritornato. L’ho lasciata perché avevo deciso così, prima ancora di sapere come sarebbe finito il mondiale. Poi dopo due anni, invece sono ritornato, perché…perché avevo lasciato un gruppo fantastico, però ho fatto un errore…non si torna mai in Nazionale dopo aver vinto un mondiale. Questo è uno dei tanti errori che ho fatto nella mia carriera”.  Così l’ex ct Marcello Lippi, intervistato  su Radio 24, ha commentato  la frase di ieri di Trapattoni (Il CT della Nazionale è come un condannato a morte che non conosce la data della sua esecuzione.’ ) . “Errare è umano, perseverare sarebbe diabolico. No, no, io in Italia ho già detto che non allenerò più perché quello che dovevo fare l’ho già fatto e comunque sia volevo fare un’esperienza completamente diversa e non nego che insomma anche l’aspetto economico abbia avuto la sua importanza. Dopo questa esperienza a livello di club sicuramente non allenerò più ma non solo in Italia ma da nessuna parte. Se capiterà magari una nazionale me la potrei anche riprendere ma non un club. Questo sarà il mio ultimo club. Mi avevano chiesto di allenare la squadra cinese ma volevano che allenassi contemporaneamente la nazionale e il club e io gli ho detto che non era possibile che non l’avrei fatto, che prima avrei finito il mio impegno con il club e poi dopo se ci fosse stata ancora la possibilità se ne poteva parlare invece loro avevano bisogno, adesso hanno preso un allenatore francese perciò… Mi piacerebbe una nazionale qualsiasi anche europea perché no. .

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