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L’ascesa di David Lopez, da sesto della lista a protagonista azzurro

Con Callejon, Albiol, Michu e gli “spagnoli” tutti, un gruppetto allegro. Ma di amici, ora, comincia ad averne tanti anche napoletani. Quand’arrivò invece… furono critiche. Manco si fosse selezionato e comprato da solo. La colpa? Non essere Mascherano. «Ma darò comunque tutto». Detto, fatto. Nel silenzio. D’oro come l’affare. Dieci partite fin qui. Intensità, forza e piedi più garbati di quel che si pensava: l’assist di sinistro per Callejon a San Siro una delizia. Da applausi, rabbia e provocazioni. «Ma si sono complimentati anche quelli che lo insultavano?». Benitez voleva fisicità e muscoli. Cercava uno bravo di testa e tatticamente più disciplinato di Behrami. Pur correndo come un dannato. L’ha trovato come voleva. E l’ha battezzato a modo suo: definizione esclusiva, copyright di Benitez. «E’ un giocatore di ruolo». David Lopez funzionale al progetto tattico e di bilancio. Il guizzo quando il mercato s’era ormai complicato e inaridito. Serviva il nome e il giocatore giusto. Giorni di video e analisi dello scouting. Rassegna totale di partite intere. David Lopez contro tutti. Vivisezionate le sfide dell’Espanyol. Pure l’amichevole estiva col Genoa. Ma furono quelle di Liga con Barcellona, Real e Atletico Madrid a definirne la dimensione. «Non è un fuoriclasse, ma è di ruolo». Quello giusto. David Lopez fondamentale. Una scoperta per tanti. Non per Benitez.

Corriere dello Sport

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