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Cagliari-Lazio 1-3, settimo sigillo per la banda Pioli

CAGLIARI – Non era semplice, per dirla con Battiato, restare calmi e indifferenti mentre tutti intorno facevano rumore. Rumore dall’Olimpico, con un Roma-Napoli che poteva fruttare il sorpasso al secondo posto o, come da prova del campo nel lunch match, l’allungo sui partenopei. Rumore al Sant’Elia, viste le precarie condizioni di classifica di un Cagliari che manca l’ennesima occasione per accorciare su un’Atalanta alquanto zoppicante. Rumore, infine, anche interno. Perché la Lazio, dopo sei vittorie consecutive, poteva rischiare di fallire l’ennesimo salto di qualità da compiere dopo un campionato in costante crescita. Alla fine, invece, la banda Pioli ha saputo imporsi in una gara molto lontana dai suoi binari prediletti, segno di una maturità non solo tattica ma anche emotiva.

LAZIO COMUNQUE SUPERIORE – Sono stati novanta minuti “sporchi”, con il confuso ma costante pressing del Cagliari che ha messo in difficoltà la manovra tradizionalmente fluida dei biancocelesti, farraginosi specialmente nella prima ora di gara. All’intervallo la Lazio si è trovata comunque avanti, grazie ad una splendida azione orchestrata da Felipe Anderson e Mauri: allungo del brasiliano sulla destra, cross in mezzo per il capitano che in area piccola può agganciare e vedere l’inserimento senza palla di Miroslav Klose, glaciale a due passi da Brkic. Pur tra mille piccoli problemi, erano stati i ragazzi di Pioli a creare le occasioni principali, con Mauri impreciso di testa su cross di un Candreva sottotono e con Balzano decisivo in respinta su un destro di Parolo. Ospiti ancora con tre trequartisti alle spalle del centravanti e con Braafheid titolare al posto dell’infortunato Radu, mentre Zeman ha dato fiducia a Joao Pedro da intermedio, confinando in panchina Ekdal.

SAU RIAPRE IL DISCORSO – In avvio di ripresa è ancora la Lazio ad andare vicinissima al gol. Destro da oltre 30 metri di Candreva, la risposta di Brkic non è delle migliori e mette Mauri in condizione di trovare il raddoppio ma il 6 biancoceleste calcia sul portiere. Il Cagliari, al primo squillo significativo, impatta. Sau scatta leggermente oltre la linea del fuorigioco, il guardalinee lascia correre e “Pattolino” spara di prima intenzione: conclusione diretta fuori dai pali difesi da Marchetti, la deviazione di Mauricio trasforma la traiettoria in un beffardo pallonetto. E’ forse il momento di maggiore difficoltà per la Lazio, che non riesce a costruire gioco e soffre la fisicità dell’undici di Zeman. La mossa decisiva arriva dalla panchina, con Pioli che legge alla perfezione la sfida mentre Zeman rinuncia al positivo Dessena, facendo perdere agonismo ai suoi.

KEITA PER IL SETTIMO SIGILLO – Mauri e Candreva vengono richiamati in panchina, spazio a Cataldi e soprattutto a Keita: biancocelesti che si ridisegnano tatticamente, lo spagnolo è subito decisivo. Pallone vagante in area rossoblù, Crisetig è convinto di essere in pieno controllo ma dal nulla spunta Keita, che lo anticipa e si guadagna il calcio di rigore. Con Candreva appena sostituito, sul dischetto si presenta Biglia. “El Principito” apre il destro, spiazza Brkic e festeggia il nuovo vantaggio. Il Cagliari è in confusione, Brkic sbaglia il rinvio e ne esce un tocco lentissimo per Rossettini, bruciato sullo scatto da Anderson. Il brasiliano, forse sullo slancio, perde l’equilibrio e centra in pieno il portiere con la sua conclusione. Tocca ancora a Keita indirizzare la contesa. Lo spagnolo entra in area di rigore e si appresta a calciare con il destro dal vertice dell’area piccola, Diakitè lo travolge anche grazie a un movimento di mestiere del giovane attaccante, per Rocchi è rigore e rosso. Biglia va per la doppietta, tiro centrale e potente. Troppo potente, pallone in curva. C’è ancora vita per il Cagliari.

L’OCCHIO DEL GIUDICE DI PORTA – Dopo essere stato già sollecitato nel primo tempo su una deliziosa punizione di M’Poku, con Marchetti decisivo in respinta sulla linea di porta, il team arbitrale si rivela eccellente anche in occasione di un sinistro a colpo sicuro di Keita, che avrebbe meritato la gioia personale: Brkic devia, Balzano in scivolata salva tutto. Rocchi non assegna il gol, il replay gli dà ragione: solo uno spicchio di sfera è oltre la linea, giusto non assegnare il gol. Il Cagliari ci prova con i nervi ma le gambe non rispondono, il finale è tutto laziale e Parolo, su calcio di punizione da circa 30 metri, batte imparabilmente Brkic. Settimo centro in campionato per l’ex Parma, settima vittoria consecutiva per la Lazio, otto punti di vantaggio sul Napoli, aspettando Fiorentina-Sampdoria. Per Stefano Pioli sarà senz’altro una buona Pasqua.

CAGLIARI-LAZIO 1-3 (0-1)
Cagliari (4-3-3): Brkic 5; Balzano 6, Diakite 5, Rossettini 5, Avelar 6; Dessena 6 (14′ st Ekdal 5.5), Crisetig 5.5, Joao Pedro 5.5; Farias 5.5 (27′ st Capuano sv), Sau 6 (34′ st Cop sv), M’Poku 6.5. (Colombi, Cragno, Gonzalez, Murru, Pisano, Conti, Cossu, Husbauer, Longo). All.: Zeman
Lazio (4-2-3-1): Marchetti 6.5; Basta 6.5, de Vrij 6.5, Mauricio 6, Braafheid 6; Biglia 6, Parolo 6; Candreva 5.5 (14′ st Cataldi 6), Mauri 5.5 (14′ st Keita 6.5), Anderson 6.5; Klose 6.5 (36′ st Lulic sv). (Berisha, Strakosha, Cana, Cavanda, Novaretti, Pereirinha, Ledesma, Onazi, Perea). All.: Pioli
Arbitro: Rocchi
Reti: 31′ pt Klose, 4′ st Sau, 15′ st rig. Biglia, 47′ st Parolo
Ammoniti: Balzano, Rossettini, Crisetig, M’Poku, Basta, Mauricio, Parolo, Keita
Espulso: Diakitè per fallo su chiara occasione da gol
Recupero: 2′ e 5′
Note: al 24′ st Biglia ha tirato alto un calcio di rigore
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Fonte: Repubblica

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