L’HASHTAG DELLA VERGOGNA Torniamo alla partita. Il collaboratore di Moen non ha alzato la bandierina, ma ha sollevato un vespaio di polemiche la cui eco non si è affatto spenta. Le accuse di De Laurentiis sono rimbalzate in rete (tra le tendenze Twitter a Napoli da segnalare l’hashtag #shameonUefa, vale a dire vergogna Uefa) e sono state alimentate anche da Diego Maradona, che sostiene la candidatura alla Fifa del principe giordano Ali Bin Al Hussein: «Il Napoli merita rispetto. Ho visto la partita e ritengo che l’errore arbitrale sia stato inconcepibile. È arrivata l’ora che personaggi come Platini e Blatter si facciano da parte».
INCHIESTA SU DE LAURENTIIS Non è la prima volta che De Laurentiis attacca Platini dandogli dell’incompetente: sulla questione di un’eventuale Superlega, sulla capacità dell’Uefa di produrre utili, e adesso, con toni più gravi, addirittura sospettando che a Nyon preferiscano gli spagnoli in finale. Ieri l’inchiesta non è stata aperta semplicemente per tempi tecnici: le parole del presidente sono allo studio perché non sono piaciute. Neanche nei toni. Qualcosa succederà.
INCHIESTA SUI TIFOSI L’Uefa ha aperto subito un’inchiesta sul comportamento dei tifosi azzurri. Al San Paolo sono stati accesi fumogeni, usati puntatori laser sui calciatori ucraini e occupate le vie di fuga. Tre violazioni che potrebbero portare alla squalifica dello stadio per un turno visto che questa sanzione è stata prima comminata e poi «congelata» per cinque anni dopo Napoli-Aik Solna del 2012. Adesso c’è il rischio che la pena vada scontata. Il caso verrà affrontato dalla Disciplinare Uefa il 21 maggio.
La Gazzetta dello Sport