LA TESI Valdifiori è stato fondamentale nel 4-3-1-2 che ha fatto dell’Empoli la rivelazione del campionato appena concluso. Un modulo dal quale potrebbe ripartire il Napoli del prossimo anno. Sarri non vuole lasciare nulla al caso, è un perfezionista e lo si capisce leggendo con attenzione la tesi di 42 pagine con la quale si è diplomato a Coverciano nel 2006-07. Non a caso il titolo è «La preparazione della partita». Ecco perché assistere agli allenamenti di Sarri, sempre che il Napoli gli permetta di farli a porte aperte come ad Empoli, si annuncia interessantissimo. Sarri non è un integralista, a differenza del suo predecessore Rafa Benitez, ma come il tecnico spagnolo ama imporre il suo gioco seppur «cercando di adottare degli accorgimenti in base a quello che ci troviamo di fronte». Oltre agli aspetti tattici, fisici e mentali, per Sarri è fondamentale l’aspetto comportamentale «nei confronti degli avversari, ma anche dell’arbitro». Maniacale la cura delle palle inattive, cui la tesi di Sarri dedica otto pagine, mentre gli istanti prima della gara sono lasciati dal tecnico ai calciatori «che poi sono i veri protagonisti della partita».
NOVITÀ Ecco cosa attende Hamsik e compagni. A proposito, il capitano potrebbe giocare mezzala in una mediana a tre (a centrocampo sempre calda la pista Allan) e non sarà l’unico a cambiare ruolo. Mertens ed Insigne, ad esempio, si divideranno i compiti di trequartista e seconda punta mentre Gabbiadini dovrebbe finalmente agire da centravanti. Sarri medita di rilanciare Jorginho in posizione di interno (da risolvere la comproprietà con il Verona) ed è convinto che la retroguardia del Napoli vada innanzitutto organizzata meglio. Con Reina in porta sarà tutto più facile.
La Gazzetta dello Sport