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Dal Vangelo “apocrifo” secondo Gonzalo

Higuain_DMF_9177 Napoli-Juventus 26/9/2015 foto De MartinoDal Vangelo “apocrifo” secondo Gonzalo, perché quello ufficiale secondo Diego per scaramanzia, prudenza e pudore non lo si tocca ancora. In quel tempo, Gonzalo e i suoi compagni, dopo aver sterminato le prime della classe, secondo noti filosofi del tempo,( rinchiusi in studi televisivi, mica in agorà e senato?) avrebbe dovuto cadere nella fatal Verona. A casa della cugina di Giulietta, perché quella originale era sul balcone sponda Hellas, i prodi azzurri si accomodavano in rigorosa maglia azzurra e consueta faccia tosta, per sfatare un tabù, più mediatico che statistico. L’anno scorso il Napoli vinse due a uno con goal di Gabbiadini. Ma i filosofi suddetti, devono pur guadagnarsi la pagnotta, e da ex direttori sportivi, attuali procuratori, ex allenatori, danno sfogo alla frustrazione di restare in un salotto sparando cavolate tipo Amoruso è megli’e Higuain!. Farisei senza giudizio che giunti al monte Sinai sapranno convertirsi alle parole “ Perdona loro perché non sanno quello che fanno”.. e dicono.  Pronti via. Inizia la gara. Il Chievo guardingo spreca un’opportunità con Castro. Marek Hamsik gioca a basket e manda con un no-look Gonzalo a tiro, Bizzarri devia sul palo. C’era un rigore. Maran fa finta di nulla, dopo altrimenti di cosa si lamenta?. É un Napoli diverso. Attacca il Chievo. Ha personalità. Sono arrivati in duemila per assistere al nuovo predicatore, che saluta tutti con un palo interno da meraviglia. All’intervallo, le facce sono convinte. I clivensi ospitano il nuovo prodigio italiano. Il Napoli di Sarri, che ha recitato in Danimarca da prima donna, e si presenta sapendo già il risultato della Roma e dell’Inter, futuri campioni d’Italia senza alcun dubbio. La partita è difficile. Gli apostoli di Gonzalo sono intrappolati in una partita maschia più somigliante al rugby che al giuoco nobile del calcio. Meggiorini scalcia e sgomita, i pochi tifosi di casa si affidano ad una fastidiosa signora che urla come nei migliori campetti di quartiere “Chievo, Chievo” da sola. Ammirazione. Poi si accende la luce. Moltiplicatore di triangoli e propositive intuizioni, Marek,passa a Jorginho che serve il sultano Faouzi che la mette di prima al centro, dove il prologo si traduce in atto: Uno a zero, il nuovo predicatore alza la voce e la folla anche in traserta. Dopo nove mesi di astinenza, piega le mani a Bizzarri che in verità da buon cristiano sa già di aver reso cosa buona e giusta con una parata super su Lorenzo cinque minuti prima. Si racconta di un Napoli che un tempo, dopo il vantaggio, come operatore di beneficenza, avrebbe sprecato tutto in pochi istanti Questa volta invece, la storia ci narra di una squadra che cerca subito di annientare l’avversario. Higuain spara alto il due a zero che avrebbe zittito la fastidiosa signora in tribuna. Il Chievo ci prova, alzando la palla, i gomiti, i calci, chiedendo un rigore su un tocco nettamente involontario di Gonzalo. Maran viene espulso. Mertens sfiora il raddoppio. Allan pure. E alla fine tutti sotto la curva. Ad abbracciare i tifosi, la folla che è venuta a seguire l’uomo delle meraviglie, colui che distrugge il tempio con una pallonata oltre la traversa, ed in nove giornate lo ricostruisce. Il Napoli è al secondo posto. La Roma è prima, al Circo Massimo già si scommette su chi sarà la spogliarellista che renderà omaggio ai Campioni. La carovana azzurra osserva, predica, converte, asseconda i farisei, dona speranza ai disperati, attende l’ingresso a Gerusalemme con pazienza senza proclami, senza avvisi. Sarà solo il tempo a dirci, se quella fastdiosa apocrifa copia potrà essere il nuovo libro sacro della religione azzurra. Rendiamo grazie a Sarri.

di Armando De Martino

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