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Di Nunzio: «Schietto e “fanatico”, ecco il Sarri che ho conosciuto a Sorrento»

SarriEuropaLeagueTutti, ora, esaltano Sarri. E a buon ragione. Il Napoli è da solo al comando – per la prima volta dopo 25 anni – grazie a un’incredibile striscia di 14 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 16 gare. Un ruolino di marcia che consegnato al club azzurro il ruolo di aspirante al titolo e che ha proiettato il tecnico tosco-napoletano (e i suoi metodi di lavoro) in prima pagina.  Ma chi è davvero Maurizio Sarri? Cosa pensa di lui chi l’ha conosciuto quando era un tecnico di provincia, avendoci lavorato prima del suo improvviso e meritato boom di notorietà. Per saperlo, noi di Napoligol.it abbiamo interpellato Francesco Di Nunzio, difensore centrale attualmente in forza al Melfi, che con l’attuale tecnico del Napoli nel 2011 ha condiviso l’esperienza a Sorrento, in Lega Pro.

«Appena ci siamo conosciuti, ho avuto la chiara sensazione di avere davanti un predestinato. Era un allenatore abile, preparato, totalmente mentalizzato sul suo lavoro nonostante le categoria in cui allenava allora non fosse di primissimo livello. Conoscendolo, ho pensato subito che avrebbe fatto carriera, però difficilmente avrei immaginato che nel giro di una manciata d’anni sarebbe arrivato alla guida di una squadra in lotta per lo Scudetto».

«Di Nunzio ha 30 anni e nella sua lunga carriera trascorsa tra serie B e Lega Pro ha lavorato con decine di allenatori. Qual è il tratto distintivo che differenzia Sarri dagli altri colleghi? “Il “fanatismo” (ride, ndr). Ovviamente inteso in senso positivo – confessa – Sarri è un uomo che vive e respira calcio 24 ore su 24. Studia a menadito tutte le caratteristiche degli avversari e in agenda ha decine di schemi articolati, complessi ma efficaci. Ovviamente, pretende che i suoi giocatori li conoscano a memoria. E’ dura, ma è uno sforzo che alla fine paga. Ricordo che a Sorrento segnammo molti gol proprio sfruttando le situazioni da palla inattiva ideate dal mister».

E ancora: «Un’altra sua caratteristica che ho amato è la schiettezza – ricorda Di Nunzio – Parla in maniera diretta e onesta a tutti i giocatori, dal primo dei titolari all’ultima riserva, sia per le critiche che per i complimenti. E’ una dote rara tra gli allenatori, che spesso per evitare problemi preferiscono la diplomazia, e alla lunga fa la differenza perché i giocatori l’apprezzano. Infatti ricordo che lo spogliatoio del Sorrento, quando Sarri fu esonerato per dissidi con un dirigente, si schierò tutto dalla sua parte».

«Credo che una cosa del genere stia succedendo anche a Napoli. Il gruppo azzurro è totalmente identificato col suo allenatore, si nota dagli atteggiamenti che hanno i giocatori in campo e da come parlano nelle interviste. Mi sbilancio e dico che questo può essere un fattore determinante nella lotta Scudetto. Io ci spero, perché di Sarri conservo un ottimo ricordo e gli auguro il meglio. Credo che il mister sia l’emblema della meritocrazia: è partito dal basso, senza scorciatoie e passo dopo passo si è costruito una carriera fantastica. La sua è una bella favola, auguro a lui e ai tifosi del Napoli di coronarla col lieto fine. Cioè con la vittoria dello Scudetto».

fonte – napoligol.it

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