Lui la fortuna se la sa andare a cercare. Zaza è stata un’idea sua. È stata un’idea sua anche giocare contro il Napoli in quel modo, senza sputare nel piatto dello zero a zero, spostando l’attenzione dei suoi da questa partita alle tredici che restano. Sapeva che la rimonta non passava essenzialmente dallo scontro diretto (è convinto che il calendario agevolerà la sua squadra e che alla lunga prevarrà la tenuta mentale e tecnica della Juve) e che in questo momento, tra gli infortuni e la condizione incerta di qualcuno dei suoi, non poteva pretendere una partita perfetta ma nemmeno spregiudicata. Il risultato, l’andamento delle cose e il destino gli hanno dato ragione. E, soprattutto, hanno evidenziato una verità che finora era rimasta solamente teorica: la Juventus in panchina ha delle risorse che il Napoli non ha e sono state determinanti proprio ieri. “Oltre a Zaza, voglio citare Rugani, Alex Sandro, lo stesso Sturaro anche se con il Napoli è rimasto in panchina. E adesso aspetto Pereyra e Asamoah, che ha una tecnica eccezionale e ci tornerà molto utile. È gente fresca, che da qui alla fine sarà fondamentale”.
La Juve ha un ventaglio di soluzioni più ampio di chiunque altro, e se Morata è ripiombato nelle crisi dopo quella parentesi di quattro gol in quattro giorni (poi è tornato a giocare nella maniera desolante di sempre) ne vien fuori un’opportunità per Zaza. Senza contare che sono teoricamente dei rincalzi anche elementi come Cuadrado o Alex Sandro, che per quasi tutte le altre squadre della serie A sarebbero un lusso. La Juve, insomma, ha dimostrato di avere qualcosa più di chiunque. Ha concesso alla concorrenza venticinque giornate di libera uscita ma nessuno ha saputo approfittarne, e dunque ha ripristinato lo status quo dell’ultimo quadriennio. Il campionato ha preso la sua strada.
juventus
- Protagonisti:
- massimiliano allegri
Fonte: Repubblica