Al di là dei due pilastri Sarri e Higuaìn, gli azzurri hanno altre fondamenta importanti su cui costruire la squadra della nuova stagione. La struttura difensiva ne è un esempio. Il quartetto arretrato, nella stagione appena conclusa, ha offerto ampie garanzie, come raramente prima d’ora. Per questo sarà fondamentale confermare in blocco i quattro titolari. Tonelli è un buon rinforzo, se arrivato per fornire un’alternativa di lusso a Koulibaly e Albiol. Qualora fosse stato preso per sostituire uno dei due titolari, saremmo difronte ad un autolesionistico passo indietro. Bisognerà poi valutare la situazione dei terzini. Vrsaljko sarebbe un vero e proprio titolare aggiunto, un giocatore di gran qualità e forse un investimento eccessivo per un ruolo in cui il Napoli appare sostanzialmente coperto, almeno nell’undici base. La validità di un suo eventuale acquisto dipenderà molto dai risultati dell’adattamento di Hysaj sulla sinistra, ruolo in cui non aveva particolarmente convinto ad inizio stagione. Il croato è d’altra parte un elemento duttile e il suo eventuale arrivo andrebbe comunque salutato con soddisfazione, qualora non pregiudicasse economicamente acquisti più urgenti.
Il centrocampo è senza dubbio il reparto che necessita di maggiori rinforzi sul mercato. Anche qui i titolari non sono in discussione, ma servono almeno due alternative di qualità. Uno dovrà sostituire il partente Valdifiori nel ruolo di vice-Jorginho. Dovrà essere un regista dai piedi buoni, ovviamente, ma che sappia magari offrire anche qualche garanzia in più dal punto di vista fisico, caratteristica che vedeva molto carente l’ex regista dell’Empoli in partenza. L’altro rinforzo per la mediana dovrà poi riguardare il ruolo di interno. Qui De Laurentiis e Giuntoli dovranno impegnarsi per individuare un grande colpo. Servirà un giocatore di qualità, capace di alternarsi con Hamsik e Allan a seconda delle necessità. Un elemento dai piedi buoni, ma anche dinamico, che consenta alla squadra di lasciare inalterato il tasso qualitativo della mediana nel massiccio, inevitabile, turnover che Sarri sarà chiamato a praticare tra Champions e campionato. Sarà quindi fondamentale che la società lavori non per trovare un mero “panchinaro”, ma un vero e proprio titolare, che possa anche scalzare per qualche settimana gli attuali titolari in caso di scarsa forma. Nella stagione appena conclusa questo non è stato possibile, dato che l’unica alternativa in rosa era l’onesto David Lopez, che di certo non rappresentava un’alternativa qualitativamente allettante. Probabilmente questo è stato uno dei principali motivi che ha portato al grande divario tra Napoli e Juventus.
Un discorso simile a quello appena enunciato per il centrocampo può essere fatto anche per l’attacco. Al di là delle questioni legate ad Higuaìn, per questa zona di campo abbiamo tre elementi teoricamente intoccabili, ovvero Callejòn, Insigne e Mertens, e due ruoli da colmare: l’alternativa a destra e quella alla prima punta. A differenza del centrocampo, in queste due posizioni le alternative rischiano di essere dei veri e propri panchinari, vista l’apparente irremovibilità dei due ex Real Madrid che vantano i gradi della titolarità. Ciò, ovviamente, non vuol dire che si possa ripiegare su due giocatori “scarsi” ma, allo stesso tempo, convincere eventuali “big” a vivere una stagione come quella appena attraversata da Gabbiadini ed El Kaddouri (non a caso in partenza) non è affatto facile. Più che l’investimento importante, in questi ruoli servirà dunque la capacità degli operatori di mercato azzurri, che dovranno individuare la strategia adatta a portare a Napoli giocatori dalle pretese non eccessive, ma dalle buone potenzialità. Non delle semplici “comparse”, insomma, visto che con gli impegni di Coppa serviranno energie ben maggiori, rispetto all’ultima annata.
Prescindendo dalle esigenze tecniche teoriche della squadra, la cosa fondamentale sarà che stavolta la società lavori per soddisfare concretamente le necessità di Sarri. L’impressione avuta nelle ultime due sessioni di mercato è stata quella che all’ex tecnico dell’Empoli siano state un po’ “imposte” determinate scelte e che alcune sue esigenze tattiche non siano state assecondate. Quest’estate le cose dovranno andare diversamente, non solo perché Sarri si è guadagnato una grossa credibilità sul campo con i risultati ottenuti, ma soprattutto perché la squadra, a differenza della scorsa estate, ha ormai un’ossatura di gioco ben definita, con un 4-3-3 che (fortunatamente o purtroppo) difficilmente verrà alternato con altri sistemi di gioco, e deve dunque essere rinforzata secondo quelle che sono le precise indicazioni tattiche dell’allenatore. Solo con un comune e totale accordo tra le parti si potrà costruire un Napoli ancora più forte, capace di colorare finalmente di azzurro lo scolorito orizzonte del calcio italiano.
Cosa serve al Napoli che verrà?
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