Introducendo la vendita centralizzata dei diritti televisivi e nuovi criteri di mutualità e redistribuzione delle risorse, la Legge Melandri ha determinato una vera e propria rivoluzione nel calcio italiano. Al punto che le modalità di ‘spartizione della torta’ hanno rappresentato uno dei motivi principali per cui i club della Lega di Serie A hanno deciso la scissione dalla Lega di Serie B nella primavera del 2009. Da lì in poi, però, la definizione della divisione delle risorse ha dato sempre luogo a momenti di tensione fra le società del massimo campionato. L’anno scorso, quando si è trattato di ripartire i proventi dalla vendita dei diritti tv per il triennio 2015-2018, una trattativa estenuante, con le sei big schierate in trincea contro le medio-piccole, ha prodotto un compromesso votato da 18 club, valido per una stagione. Quell’intesa, in cui si raddoppiava da 30 a 60 milioni di euro il cosiddetto ‘paracadute’ per le squadre retrocesse, è stata poi prorogata in attesa del nuovo accordo, votato oggi all’unanimità dalla seconda assemblea convocata sul tema.
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Fonte: Repubblica