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Napoli-Benevento i sanniti si affidano al «loro» San Gennaro: «Pensaci tu»

Tra il sacro e profano c’è di mezzo San Gennaro. Si respira già aria di derby e si scatena la fantasia di Mauro Ielardi, operatore di ripresa freelance, in particolare per Sky, autore di una singolare iniziativa sotto casa. «San Gennà ricordati che sei nato a Benevento» la scritta che campeggia sullo striscione realizzato insieme al figlio Tiziano. «L’idea mi balenava da un po’. Domenica sono stato convocato al San Paolo in veste di cameraman, come del resto per lavoro e di solito al Vigorito. Domenica non ce n’è per nessuno. Vado con mia moglie Iole, mio figlio, mio fratello e i soli 1100 beneventani a cui hanno consentito di accedere, ma saranno presenti molti altri in diversi settori. Per noi sarà una festa».


Ielardi assisterà allo storico derby sugli spalti e non a bordo campo. Dal cuore giallorosso, tiene a precisare, su whatsapp la foto scelta non poteva che essere con telecamera in bella mostra, pettorina arancione e sguardo fiero, di chi ama la propria professione come una passione. Conosce tutti gli angoli dell’arena di Fuorigrotta, gli mancava però il settore ospiti.

«Non c’è né speranza né possibilità di fare punti a Fuorigrotta. Ci mancherebbe. Poi magari potrebbe anche succedere. Ecco a questo proposito verrebbe in soccorso il Santo, nato a Benevento e ve ne siete appropriati. Ve lo cediamo. Almeno in questa occasione vale ricordarlo. Molti non lo sanno, molti non lo ricordano, secondo me neanche San Gennaro lo ricorda. Vale la pena fargli uno squillo solo domenica». Sottolineatura di spirito, che affonda nella tradizione. Presunta la nascita del martire cristiano (intorno al 272), santo della Chiesa cattolica (e pure ortodossa) in quella che inizialmente era Maleventum in seguito Beneventum. “Faccia ‘ngialluta” fu certamente vescovo della diocesi sannita e alla sua morte si narra che la madre, residente a Benevento, avrebbe visto il figlio ascendere al cielo.

«San Gennaro, inoltre, credo sia tra i primi casi di Daspo nella storia. Vescovo di Benevento,  si recò a Pozzuoli con il diacono Festo, arrestato dal governatore della Campania del tempo (Dragonzio) e poi condannato nell’anfiteatro di Pozzuoli». Ricostruzioni storiche non slegate al calcio odierno.

«Lo striscione spero sia simpatico, non credo ci sia niente di offensivo. I valori in campo di una differenza abissale. Siamo comunque felici. Per noi sarà un successo per come andrà il campionato. Va bene così anche se dovessimo retrocedere. Era una festa in B figurarsi ora in serie A. Benevento forse è la città più tifosa degli azzurri in Campania dopo Napoli naturalmente. Spero che molti diventino tifosi del Benevento. Come dicono i napoletani ognuno deve tifare per la propria città. Ho tanto rispetto per Napoli ma nel mio caso il sangue è giallorosso» scandisce la sua fede Ielardi, curatore della pagina Facebook Benevento calcio story, geloso custode di un immenso archivio video dal 1995 al 2007.

Cronoprogramma di giornata, sciarpe e striscione ovviamente da ostentare. «Saremo già dalla mattina in città, gusteremo una pizza Add’ò Guaglione in via Consalvo con nipoti e numerosi amici. Poi ci sposteremo allo stadio. Sicuramente sarà tutto molto bello». Fischio d’inizio ore 15. Quasi una traiettoria liturgica dispensata dal messale romano a ridosso del 19 settembre. Altro che semplici casualità o coincidenze. Dietro c’è la Divina Provvidenza e la mano di San Gennaro. Dura arginare Mertens, indipendentemente da miracoli e liquefazioni. C’ pienz tu, San Gennà?

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