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“Made in China napoletano” un film divertente e di denuncia


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Cosa accadrebbe nel 2022 se a causa di una grave crisi economica il mondo fosse assoggettato alla potenza cinese? Niente più made in naples ma solo oggetti e cibo provenienti dalla Cina…

di Carlo Ferrajuolo

Finalmente un film divertente e di denuncia che non parla di camorra o mafia, come tanti lungometraggi che si vedono ai festival del cinema.  Quella camorra o mafia pilotata dai mass-media nella stanza  dei bottoni che vuole rappresentare agli occhi del mondo, per i  loro business, Napoli e il sud Italia infangandolo. Il Meridione viene etichettato dai giornalisti del settentrione o  stranieri come l’inferno, ma poi quando i turisti  lasciano il Sud, lo lasciano con le lacrime e la gioia nel cuore, ammirando le bellezze architettoniche e storiche che non trovano altrove. Schettino scrive un film-documentario, rilevando che la Cina sta comprando l’Europa, per creare l’EurAsia, dopo aver comprato nel 2008 gli Stati Uniti,  versando nelle casse degli States venti miliardi di dollari. 

Un film surreale, ma di denuncia, una pellicola che mette in evidenza la quantità, il business della potenza orientale che distrugge l’economia europea e la qualità del prodotto made in Italy. La Cina ha già distrutto il mercato tessile a Prato in Toscana, hanno comprato le azioni delle Posta Italiane e si appresta ad acquisire il monopolio anche dei porti di tutta la penisola per fare i loro traffici tra l’Oriente e l’Occidente. <<Noi napoletani, rappresentiamo l’ultimo baluardo contro la globalizzazione – ha dichiarato Simone Schettino – dobbiamo tenerci stretti le nostre tradizioni e rivalutare le nostre radici e le eccellenze agroalimentari di questa Napoli, Campania e il Sud Italia martoriata per troppi anni. “Made in China Napoletano” intende offrire al pubblico uno sguardo attento e ironico su come siamo, sull’arte di arrangiarsi del nostro popolo, lontano da stereotipi. I prodotti della nostra terra, contraffatti dai cinesi e venduti nei ristoranti e nei minimarket del mondo, i giocattoli dei bambini costruiti con i rifiuti tossici>>. Infatti, sugli scatoli dei giocattoli Chicco o il merchandising del marchio Ferrari  c’è scritto Made in China, ma nessuno né parla. <<Una ribellione del popolo partenopeo nei confronti di un mercato globalizzato senza regole che tende a massificare la società -aggiunge Schettino-  i napoletani ed i meridionali devono difendere la propria cultura, le tradizioni. In uno scenario futuro ancora più duro rispetto a quello attuale, dove per imposizione il “made in china” rappresenterà l’unica merce presente sul mercato ed in più ad un prezzo elevato non avendo concorrenza. 

È una commedia dove la comicità a volte diventa grottesca, ma dal significato esplicito: il timore di una società futura sempre più standardizzata è ben più che fondato, stiamo andando incontro ad una spersonalizzazione dell’individuo, e ciò renderà inevitabilmente la realtà meno bella e colorata di quanto poteva essere in passato. Non a caso la ribellione parte dal popolo napoletano, che attualmente è uno dei meno globalizzati. Napoli come la sua provincia è sempre pronta ad accogliere a braccia aperte qualsiasi novità, ma rimane comunque fedele alla sua cultura. Nulla in contrario al sushi e al kebab, ci mancherebbe, ma guai a toccare il casatiello, la sfogliatella ed i friarielli. A questo aggiungiamo anche che le varie feste del Santo Patrono continuano ad avere una notevole importanza, mentre il giorno di Halloween è solo un pretesto per passare qualche ora in allegria.>>. “Made in China Napoletano” è una commedia con protagonista Vittorio, un giocattolaio napoletano sommerso dai debiti e schiacciato dalla concorrenza del dirimpettaio Pask Li. In pochi mesi il rivale cinese gli ha sottratto numerosi clienti e ora lo sfortunato commerciante progetta di svuotare la cassaforte di Lì per prendersi la rivincita. Durante il colpo però, il furfante improvvisato cade dalle scale e finisce in coma per quattro anni. Al suo risveglio la realtà è molto diversa, anche peggiore di come l’ha lasciata: a causa di una grave crisi economica, la Cina regge i fili dell’economia mondiale e ha messo al bando tutti i prodotti agroalimentari italiani. “Made in China Napoletano” vede il patriottico Vittorio reagire al monopolio cinese e dedicarsi al contrabbando di mozzarella di bufala e altre golosità italiane e napoletane dal babà alla sfogliatella, dai pomodorini del Vesuvio a vari prodotti alimentari taroccati che troviamo nei centri commerciali e supermarket. Una trama divertente, che intende porre l’accento sugli effetti prodotti dalla globalizzazione mondiale, dove tutti saremo uguali, perdendo tradizioni e ricorrenze. “Attori veri” fanno parte di questo cast, da Tommaso Bianco a Benedetto Casillo,  da Tosca d’Aquino a Mattioli, da Angelo Di Gennaro a Gino Cogliandro. Completano il cast Elisabetta Gregoraci, Fabio Gravina,Yoon C. Joyce, Mimmo Ruggiero, Rosaria D’Urso, Chen Lingyan,Maria Chiara Farina,Aigerim Asanova e Chiara Alberti. Screenplay: Simone Schettino –Giorgio Amato. Gli attori che hanno partecipato a questo film sono “attori veri”  che hanno recitato con registi famosi e non comparse raccomandate che si vedono oggi nel mondo del cinema italiano. In sala anche come spettatrice l’attrice Maria Rosaria Virgili e Davide Marotta l’alieno che nel 92 diventò celebre alla pubblicità Kodak. Il film è stato girato per un mese al castello Doria, la villa e piazza San Giovanni di Angri che hanno ospitato le riprese del film, scritto, diretto e interpretato da Simone Schettino. Il lungometraggio è prodotto dalla Golden Production di Roma.

Carlo Ferrajuolo

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