Così nel suo editoriale per la Gazzetta dello Sport Arrigo Sacchi presenta la grande sfida di domani sera al San Paolo
Napoli e Juve arrivano alla grande sfida seguendo percorsi ideologici e tecnico-tattici differenti. Gli azzurri danno un’interpretazione rivoluzionaria, i bianconeri sono grandi cultori della tradizione”.
Allegri e Sarri sono capistipite di due ideologie assai lontane. Max è un grande gestore tattico, un profondo conoscitore del proprio calcio, basato per lo più su concretezza e pragmatismo, in cui difesa e contropiede restano le armi migliori. Sarri non guida le stesse individualità dei bianconeri, ma crede nel bel gioco come strumento necessario per migliorare i singoli e le possibilità di successo. Gli azzurri sono cresciuti a dismisura: due anni fa l’unico top player era Higuain, ora molti altri gli si avvicinano. Allegri è un grande, ma non ha l’ossessione che trasforma il suo lavoro in arte. Sarri è ossessionato e non vuole tradire le caratteristiche originarie del calcio nato come sport offensivo e collettivo”