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Arsenal degli Invincibili, una squadra da leggenda

Nell’immaginario collettivo e non solo l’Arsenal targato 2003/04 era una macchina perfetta per equilibrio e organizzazione tattica, splendido manifesto del calcio di Wenger. Perfino il rivedibile Lehmann mantenne la porta inviolata in 15 incontri grazie ai muscoli di Sol Campbell e del promettente Kolo Touré, centrali che all’occorrenza trovavano respiro con i ricambi Keown e Cygan. Sugli esterni spingevano Lauren e Ashley Cole, laterale quest’ultimo che incantava in patria per cross e costanza di rendimento. Un centrocampo da brividi a partire dalla coppia formata da Gilberto Silva (“The Invisible Wall”) e Vieira, imprescindibile per qualità e fisicità. Il 4-4-2 dei Gunners premiava sulle fasce l’elettricità di Ljungberg, ala svedese dall’anima punk, bilanciato sulla sinistra dall’approccio ragionato e illuminante di Pirès a segno 14 volte in Premier. Chi faceva rifiatare i titolari erano Edu e Parlour, nemmeno paragonabili per valore assoluto alla coppia HenryBergkamp: se il primo poteva risolvere qualsiasi match, l’olandese meravigliava per soluzioni tecniche e fantasia pura. Un ex interista come Kanu, punta che completava il parco attaccanti insieme a Reyes e Wiltord. Una squadra memorabile dal record leggendario, exploit che anticipò due sorprese in quel 2004: il futuro nemico di Arsène, José Mourinho, vinse a maggio la Champions League alla guida del Porto, matricola insospettabile come la Grecia di Rehhagel campione d’Europa a luglio nella notte di Lisbona. A loro modo indimenticabili, proprio come gli Invincibili di Wenger.

Fonte: Sky

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