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Gli interventi di Robert Acquafresca, Jorge Santos e Antonello Perillo a “1 Football Club”

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Robert Acquafresca, ex calciatore, fra le tante, di Cagliari ed Atalanta. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione ilsognonelcuore.com.

Indossare la maglia del Napoli non è da tutti, ho ricevuto due proposte, vi racconto com’è andata

“Ho vestito con orgoglio ed onore la maglia della nazionale italiana, non c’era molto da scegliere nonostante avrei potuto giocare anche per la Polonia. L’Italia, stasera, non deve prendere sotto gamba la Svizzera, la quale ha dimostrato di essere un’ottima squadra anche all’Europeo. Forniscono tanti giocatori di livello, soprattutto alla Bundesliga. Dal canto nostro, dobbiamo onorare la maglia con la quale abbiamo da poco vinto la competizione continentale. Settore giovanile? I ragazzi di oggi devono passare attraverso i momenti difficili per poter crescere. Ho fatto le giovanili al Torino e poi ho giocato in prima squadra all’Atalanta: posso dire che i bergamaschi sono i più bravi a lavorare con i ragazzi, non c’è alcun segreto. Accanto ai giovani ci mettono i migliori tecnici, per questo vengono fuori tanti calciatori forti. I dati CIES dicono che l’Italia è la nazione col maggior numero di giovani calciatori stranieri, questo è un problema: le società dovrebbero avere il coraggio di lanciare più ragazzi italiani. Napoli? Ci sono andato vicinissimo due volte. La prima avevo già firmato col Genoa, mentre la seconda è stata colpa mia: ho deciso di ritornare al Cagliari perché venivo da un infortunio e volevo giocare in una squadra dove mi sentivo a casa, nella comfort zone. Il Napoli era una squadra già troppo forte e che giocava in palcoscenici importanti. C’è chi nelle pressioni ci sguazza e chi, invece, rende meno. Lo abbiamo visto anche nel periodo del Covid, quando sono mancati i tifosi sugli spalti e sono venuti fuori diversi calciatori. Indossare la maglia azzurra non è per tutti”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Jorge Santos, procuratore di Jorginho. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione ilsognonelcuore.com.

Jorginho vicinissimo alla Juve di Sarri. Nello scorso anno ha fatto più di Messi e Cr7, è un serio candidato per il Pallone d’Oro

“Stasera l’Italia gioca una delle partite più importanti degli ultimi due anni, dobbiamo qualificarci per il Mondiale e continuare a sognare in grande. Jorginho? Lo seguo dai tempi della Sanbonifacese e vi posso garantire che sapevo già sarebbe diventato un fenomeno. Pallone d’Oro? Se lo danno a chi ha dimostrato di più nella scorsa stagione, Frello è un serio candidato, perché ha vinto più di tutti quelli presenti in lista. Ha fatto più anche di Cristiano Ronaldo e Messi. Quanto è stato vicino alla Juve di Sarri? Molto, perché il ragazzo ed il mister hanno sempre avuto un rapporto speciale. Ritorno al Napoli? Mai dire mai, perché il mercato è molto dinamico. Marina Abramovich, però, ci ha già fatto sapere di volergli rinnovare il contratto, per cui vedremo cosa accadrà”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Antonello Perillo, caporedattore centrale TGR Campania. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione ilsognonelcuore.com.

Senza Mertens e Ghoulam potrebbero esseri i fondi per rinnovare Insigne. Superlega no, ma campionati a 18 squadre…

“L’Europe vinto, conoscendo Mancini e Vialli, è un punto di partenza, perché sono talmente bravi a motivare i ragazzi e hanno creato un gruppo incredibile con gente di esperienza, quali Bonucci e Chiellini, e ragazzi davvero promettenti, quali Locatelli e Barella. Stasera, ma soprattutto nel Mondiale in Qatar, vedremo una squadra affamata. Superlega? Non sta né in cielo né in terra, sono assolutamente contrario in primis perché amo il calcio vero, quello delle province, quello dei ragazzi della Serie D e della Lega Pro che sognano di sfondare. Qualora dovesse partire, sarebbe la mazzata definitiva al calcio, non solo quello italiano, che sta superando a fatica i problemi economici generati dalla pandemia. Infine, sarebbe la morte delle favole tipo Chievo Verona. Ma poi, il problema non è incassare tanti soldi, bensì saperli gestire bene: prima di incassare di più bisognerebbe migliorare nella gestione. Se non si risolve l’emorragia economica, finirebbero anche i miliardi della Superlega. Ci sono squadre che danno dieci milioni di euro ad allenatori per il loro blasone, ma che, ad oggi, non li valgono. Campionato a 18 squadre? Si può fare, ancorché i calendari, ad oggi, sono davvero congestionati. Gente come Belotti, Berardi, Raspadori non giocano le coppe con i club, ma sono chiamati ad affrontare un numero spropositato di partite in ogni stagione. Se badassimo solo ai calendari, dovremmo valutare addirittura i campionati a 16 squadre. Insigne? Adl sta gestendo con molto equilibrio il proprio club, e grazie a questo abbiamo raggiunto grandi risultati sul campo. Il presidente ha dimostrato di saper tenere i conti a posto e competere per le prime posizioni. Il caso Insigne è spinoso: mi auguro che si possa risolvere quanto prima, perché il ragazzo è troppo importante per questa squadra ed in questo anno potremmo dare la zampata finale per vincere lo Scudetto. Potrebbero esserci delle ripercussioni anche sul cammino degli azzurri, è come se Totti o Del Piero avessero giocato in scadenza negli anni dei loro Scudetti. Credo che Mertens, a fine stagione, potrebbe andare a fare una esperienza all’estero, e se questo dovesse accadere, con la partenza anche di Ghoulam, potrebbero esserci le condizioni economiche per rinnovare il contratto di Lorenzo”.

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