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Juventus, Conte: ”Champions? Bisogna svegliarsi e vedere la realtà”

TORINO – “La Champions? Mi auguro di vincerne tante, ho una carriera davanti, un percorso da fare. Ci stiamo lavorando. Sognare…l’importante è svegliarsi e vedere la realtà, bisogna stare tutti sul pezzo e capire che vincere non è facile”. Antonio Conte non cambia idea. Resta con i piedi per terra il tecnico della Juve quando si affronta l’argomento Champions. Le parole dettate dal tecnico alla Rai sono una risposta a quanto affermato ieri da John Elkann: ”Firmo per la finale? No, voglio vincerla” aveva detto il presidente di Fiat e Exor parlando delle ambizioni europee della Vecchia Signora.

Ma Conte alla Rai parla anche della sua immagine di vincente e antipatico: “In battaglia si va per vincere senza guardare in faccia nessuno. Quando vai in battaglia non ci sono né simpatie, né antipatie. Chi vince non suscita mai simpatia. La Juventus dopo il 2006 era tornata simpatica, poi quando ha ricominciato a vincere è diventata di nuovo antipatica. Chi non vince suscita simpatia, una pacca sulla spalle. A chi vince vorresti dare dei cazzotti” dice l’allenatore campione d’Italia. Soli contro tutti, lo slogan per vincere? “Chi vince inevitabilmente lo è, oggi la Juventus è l’avversaria più temibile e sta ottenendo una giusta posizione anche in Europa, bisogna continuare a lavorare sapendo che sarà sempre più difficile”.

“Quando vinci cercano in tutti i modi di buttarti giù dalla vetta della montagna e perciò devi essere preparato ed è per questo che è difficile vincere. Folate molto forti anche se poi quando vai a vedere la classifica con i distacchi dalle altre uno potrebbe pensare che sia stata una passeggiata, ma non è stato così”, dice ancora. La Juve ha conquistato lo scudetto con 102 punti. Se glielo avessero detto a inizio stagione? “Impossibile, ma anche durante il percorso quando ci siamo avvicinati agli 80 e ai 90 punti sembrava incredibile. Il nostro obiettivo era vincere lo scudetto, ma poi è arrivata la voglia di scrivere qualcosa di storico. Superare i 102 punti sarà difficile per tutti”.
La sconfitta provoca proprio un dolore fisico? “Sì, per un paio di giorni fatico a relazionarmi, è un dolore profondo, io dico sempre che nella mia carriera ho vinto tanto,ma ho anche perso finali importanti che hanno lasciato dentro di me una ferita profonda. Cerco di far capire ai miei giocatori la differenza tra vincere e non vincere. Deve essere chiaro, non è che se non vinci comunque poi vincerai la prossima volta. No, cominciamo a vincere subito, io dico”, prosegue. La vittoria, invece, “dà un benessere psicofisico. Mi ripaga di tutte le ore trascorse a studiare l’avversario”.
Sulle polemiche di stagione con Garcia e Benitez, ammette: “Fa parte del gioco, della strategia, a volte dispiace perchè viene strumentalizzata ad arte. La comunicazione è fondamentale: riesci a difendere la squadra, a mettere pressione e scaricare sugli altri la pressione che viene messa su di te. Bisogna vedere chi ha la forza di sopportare. A creare le polemiche sono bravi tutti,bisogna vedere poi chi ha i nervi più saldi. In quella situazione si vede chi è fuoriclasse o meno”.
Ancelotti, Guardiola e Mourinho e Ancelotti i suoi tecnici preferiti; per lo slogan, tutto da copione: “Chi vince fa la storia, gli altri al massimo la possono leggere”.

NUOVO DERBY SUL MERCATO – Il derby Juve-Toro si rigioca sul mercato. L’estate scorsa fu quella di Ogbonna, una telenovela estenuante conclusa soltanto a poche ore dalla partenza dei bianconeri per il ritiro di Chatillon. Quest’anno l’oggetto della contesa è Immobile, il primo giocatore a metà tra i due club torinesi. E visto che non c’è due senza tre, come recita lo slogan dell’ultimo tricolore bianconero, nella soap opera stracittadina potrebbe presto trovare un ruolo anche Darmian, le cui quotazioni sono in rapida ascesa in corso Galileo Ferraris.

IMMOBILE, LA JUVE NON VUOLE “PREMIARE” IL TORO –
Immobile, si diceva. Come anticipato da Repubblica.it, dopo il muro alzato nei giorni scorsi il presidente del Torino Cairo ha ammorbidito la sua posizione, aprendo all’offerta da 18-19 milioni avanzata dal Borussia Dortmund per il capocannoniere della Serie A. Ma i granata, consapevoli di aver enormemente valorizzato il giocatore, pretendono 10-11 milioni e chiedono alla Juve di accontentarsi dei restanti 8. La prima risposta del club bianconero è però negativa: la Signora vuole dividere in parti uguali la somma. Avanti di questo passo, i tedeschi potrebbero dirottare le loro attenzioni verso la prima alternativa a Immobile, il centravanti dell’Everton Lukaku. In serata possibile nuovo contatto tra Marotta e Cairo, intenzionato a ribadire la sua volontà di incassare 10 milioni dalla cessione di Immobile, a costo di correre il rischio-buste.

ALTRA STRACITTADINA PER DARMIAN? –
Nell’occasione, l’ad bianconero potrebbe chiedere informazioni su Darmian, che ha recentemente sorpassato a sinistra molti concorrenti per i Mondiali e per la Juve che verrà, diventando una validissima alternativa al laziale Lulic e al madridista Coentrao. Conte stravede per lui e più in generale per i giocatori in grado, appunto come Darmian, di interpretare con autorità e disinvoltura più di un ruolo. Ma come se non bastassero gli alti costi della bottega granata  –  Ogbonna fu prezzato 13 milioni più 2 di bonus -, c’è la possibile concorrenza del Milan che, in caso di cessione di De Sciglio al Real Madrid, tenterà di assicurarsi uno tra Darmian e Santon.

JUVE-ARSENAL PER RABIOT E GRIEZMANN (PIÙ BONUCCI)- A proposito di intrecci sul mercato, la Juve si prepara a giocare un’altra partita con l’Arsenal, che monitora Bonucci (sondato anche da Borussia Dortmund e Monaco) e intanto contende ai bianconeri il centrocampista Rabiot e l’ala Griezmann. La Signora è in vantaggio sul primo, determinato a non rinnovare il contratto in scadenza nel 2015 con il Psg per cambiare aria e trovare più spazio; i Gunners sono invece in pole per l’altro francese, quello della Real Sociedad, pronti a investire ben 24 milioni per accontentare Wenger.

Fonte: Repubblica

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