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La Juventus perde colpi, primi mugugni: “Ma siamo ancora primi…”

TORINO – Juve, abbiamo un problema. Dopo la vittoria sui titoli di coda del derby contro il Torino, la squadra bianconera ha cominciato a perdere colpi (e punti sulla Roma, ora a -1). Cinque pareggi nelle ultime cinque uscite tra campionato e coppe, con tre ics consecutive allo Stadium e appena sei punti nelle ultime quattro giornate di Serie A, non rappresentano certo il ruolino di marcia di chi ormai da tre anni domina la concorrenza nazionale. E il fatto che in quasi tutte queste mancate vittorie la Juve abbia dominato per lunghi tratti degli ultimi match i suoi avversari, facendosi poi rimontare e rischiando a volte il tracollo, non rappresenta un’attenuante. Semmai, un’aggravante.

“Abbiamo sbagliato tanto, perdendo lucidità e mancando di continuità, dopo un gran primo tempo”, ha twittato Massimiliano Allegri a notte inoltrata, commentando il deludente 1-1 interno contro l’Inter. Niente più #fuiii, come dopo lo scampato pericolo contro Roma e Olympiacos. “Spiace non aver vinto ma – ecco il nuovo hashtag – siamo #ancoravanti”. Un cinguettio simile a quello di Gigi Buffon: “Abbiamo iniziato benissimo, poi ci siamo un po’ persi. Peccato, ma siamo ancora primi!”.

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Vero, i giallorossi sono sempre nello specchietto retrovisore. La Juve dei record, stagione 2013-14, è invece all’orizzonte. L’impresa accarezzata non più tardi di un mese fa è andata irrimediabilmente in soffitta: addio ai 102 punti, un primato probabilmente irripetibile. Vincendo nelle 19 giornate rimanenti, la squadra di Allegri toccherebbe la quota comunque stratosferica di 97 punti (i primi due titoli arrivarono con 84 e 87 punti). Intanto, mentre il gruppo è già tornato al lavoro in vista del posticipo di domenica sera in casa del Napoli, si sollevano i primi (inevitabili) mugugni e rigurgiti di nostalgia contiana.

Ma qual è il problema della Juve? Se due (o più) indizi fanno una prova, i bianconeri devono soprattutto migliorare la gestione delle partite. Ed evitare di liquefarsi non appena subiscono un gol. Ecco l’analisi puntuale di capitan Gigi Buffon: “Approcciamo bene le partite, andiamo in vantaggio, diamo la sensazione di poter chiudere i conti. Poi però ci culliamo nella consapevolezza della nostra superiorità netta rispetto agli avversari. E alla prima difficoltà sembra quasi che ci impauriamo e perdiamo le nostre certezze. A volte ci sorprendiamo che i nostri avversari abbiano acquisito il diritto di farci gol. Dobbiamo gestire meglio questo fatto normalissimo”.

La Juve è discontinua, anche all’interno dei novanta minuti di gioco. Alterna grandi primi tempi a preoccupanti riprese (vedere le recenti partite contro Toro, Samp e Inter in campionato e con il Napoli in Supercoppa). Accusa lunghi passaggi a vuoto. “Nell’ultimo mese ci è capitato due o tre volte: sicuramente troppe. Servirebbe un po’ più di quel cinismo che ci aveva sempre accompagnato”, prosegue Buffon. No, nessuno sdoppiamento della personalità, Jeckyll e Hyde non c’entrano. La Juve ha ormai una sua fisionomia complessiva piuttosto delineata e un po’ preoccupante: quella di una squadra poco cinica che, dopo tre stagioni di trattamento-Conte, fa fatica, fisica e mentale, a tenere la corda tirata.

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Fonte: Repubblica

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