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Chiariello duro: “Partita falsata, ha ragione ADL. Troppo potere agli arbitri: serve la tecnologia”

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Il Napoli, pur non facendo un partitone, non ha meritato di perdere e non ha sfigurato contro la Juventus, il risultato di 1-3 mente per la gola. La verità è che è stata un brutta partita arbitrata peggio. L’1-1 era il risultato giusto. Ma dopo la linea variabile esistono anche i centimetri facoltativi. La Juve ha tirato in porta 5 volte con 3 gol di cui 1 irregolare, una parata ed una zuccata in condominio, il Napoli ha prodotto 5 palle gol (de Guzman, Britos, autogol, Higuain, Zapata), 2 gol di cui uno annullato ingiustamente. Sono i dettagli che fanno la differenza.

E segna sempre Platini. Ha smesso di giocare da anni, ha svestito la casacca bianconera, ma segna ancora lui. La sconfitta con la Juve non è frutto degli episodi, non di un arbitro che ne ha fatte di tutti i colori, non di quanto successo in campo. Non solo almeno. Nossignori. E’ frutto delle scelte di Platini, uno che giocava tra i potenti, e che potente lo è diventato fino a sedersi sulla poltrona di capo dell’UEFA. Uno che aborre la moviola, la tecnologia, che ha voluto gli arbitri addizionali di porta. Scelte da potente in favore dei potenti.

Perché, vi chiedete, è colpa di Platini? E’ facile da spiegare. L’introduzione degli arbitri addizionali di porta è un errore colossale. In primo luogo, perché pone gli arbitri in posizione di segnalinee che non sono e non sono abituati a fare. Messi lì per impedire fondamentalmente il gol-non-gol, si è visto che l’occhio umano anche dalla linea di porta è fallibile.

Per poi innescare casi grotteschi, dove l’arbitro di porta a due passi dice ad Udine che il gol della Roma non è gol e l’arbitro Guida, posto frontale e lontano dall’azione crede di aver visto tutta la linea bianca e decide per il gol. Ora, al di là della valutazione più o meno corretta, è incredibile che l’ arbitro – definiamolo generalista – smentisca lo specialista posto lì per quello. E’ vero che lui è il dominus, non semplicemente il primus inter pares, e spetta a lui l’ultima decisione, ma che senso ha mettere questi signori profumatamente pagati dietro le porte per poi non ascoltarli, o solo quando si vuole?

Voglio andare fino in fondo col ragionamento ed essere anche cattivo e malpensante. A Pechino fu Rizzoli a convincere Mazzoleni ad assegnare il rigore alla Juve. Si sa, Rizzoli è il primo arbitro italiano, può un Mazzoleni qualunque non ascoltarlo? Ma può un arbitro dalla linea di fondo, con la prospettiva schiacciata, aiutare su azioni da rigore e fuorigioco che sono falsati dalla sua prospettiva, come ogni elementare lezione di ottica al liceo insegna? Ma Rizzoli non si può smentire. L’arbitro di linea di Udine sì, perché è un peones che viene dalla B.

E Rocchi? Fermato come arbitro dopo i misfatti di Juve-Roma, rientra quatto quatto la domenica dopo come addizionale, prebende salve. Le punizioni, quelle vere, che toccano la tasca, non esistono più, perché non ci sono arbitri sufficienti per coprire 6 ruoli. Ed il quarto uomo? Marca gli allenatori, questi cattivoni, ed alza il cartello del recupero, altro non fa. A che serve? Boh! Altri soldi buttati. In questo modo però la discrezionalità degli arbitri aumenta. E discrezionalità vuol dire potere, carriere, soldi.

Ma siamo nel 2015. La tecnologia ha fatto passi da gigante. Volete sapere come funziona la ripresa di una normale partita di serie A, anche Chievo-Cesena, per dire? Ci sono 3 format, standard A, B e C che differiscono l’uno dall’altro di sole 2 camere: 14 presidiate da cameramen + 2 in-out fisse (quelle che guardano dietro la porta la linea del gol, 1 per porta, 12+2 per lo standard B, 10+2 per lo standard C ). Ogni settimana si decide la gara-clou a 14+2, la gara sotto-clou a 12+2, e tutte le altre con standard C (10+2).

La posizione delle camere è uguale dappertutto ed è quella del format europeo di ripresa, deciso dal Broadcast internazionale, che copre l’intero campo da ogni angolatura. In tribuna una camera larga (la famosa uno, che fa la partita come quella delle tv private di una volta, quella che è più in onda di tutte), la camera due che è quella stretta dall’alto con ottica che zooma tutto (ottica lunga), che ha bisogno del cameraman più virtuoso, 2 altre camere in tribuna messe esattamente ai 16 metri, in asse con l’area di rigore, per visualizzare fondamentalmente i fuorigioco, quelle utilizzate poi con la grafica del guardalinee elettronico che vediamo in tv.

Poi in campo ci sono la camera a spalla tra le panchine, una o due camere (a seconda dello standard) su piattine con girello su cui si siedono gli operatori di ripresa (le vediamo allo stadio tutti) con isuperlosmotion, la reverse, cioè quella messa in lato contrapposto alla tribuna per inquadrare essenzialmente i vip e gli allenatori (poco utile al gioco ma buona per le palle inattive), le 2 retroporte, e perfino la camera che corre a bordo campo con l’operatore dotato di imbracatura che tiene fissa la camera che si chiama steadicam nello standard più complesso, per non parlare della spider cam dall’alto.

In regia mobile, che sono veri appartamenti su ruote attrezzati per la ripresa, c’è una sala solo dedicata agli slomotion, quella che noi chiamiamo con termine arcaico moviola. Tutte le camere sono sotto replay. Lì c’è un regista aggiuntivo che manda al regista principale i replay da far vedere a casa, ma chi è in quella sala ha i monitor sotto gli occhi per vedere tutte le camere cosa hanno ripreso di una data azione. Insomma, mettiamo il gol in fuorigioco di Caceres, un arbitro messo in sala regia replay può subito capire se il gol è regolare dalla sola inquadratura della 16m laterale dx. In più ha a disposizione la camera 1 larga e la due stretta, la piattina bassa in campo ed il retro porta (poco utile perché ha la prospettiva del giudice di porta, schiacciata). E volendo anche la piattina e l’altra retro porta dal lato opposto che a volte vengono in soccorso, nonché la reverse che sui calci da fermo inquadra l’azione.

Come si capirà, ha tutti i punti di vista di questo mondo, ma non dobbiamo pensare che tutte queste opzioni facciano perdere chissà quanto tempo. Basta la 16 metri, un attimo al volo, per capire e decidere. E’ fuorigioco, e nel 2015 non si può decidere una partita per un gol irregolare. Non ha senso. Ma questo toglie potere a chi è prono con i potenti.

E l’occhio di falco che usano in Inghilterra, che sta andando benissimo e gode del consenso popolare, è un’altra tecnologia che si aggiunge a quella da me descritta che permette quasi perfettamente, con margini di errore bassissimi, di evitare i gol fantasmi. Costa molto meno degli addizionali che non servono a niente, anzi fanno danni. Insomma, bastano i classici 3 arbitri in campo ed 1 in regia televisiva collegato via auricolare.

Si risparmia e si guadagna, in regolarità almeno sugli episodi, perché la condotta arbitrale, il metro di giudizio, quelli restano e saranno sempre appartenenti al fattore umano, e temo purtroppo che la sudditanza umana non si potrà estirpare mai. Ma almeno possiamo togliere discrezionalità sugli episodi che determinano le gare.

E’ davvero chiedere troppo in un’epoca dominata dalla tecnologia – dove il mondo si è globalizzato e l’economia è cambiata radicalmente grazie al progresso tecnologico e la produzione si è delocalizzata grazie ai PC collegati in rete in real time ed anche quasi tutti gli sport si sono adeguati, anche quelli velocissimi con ritmi ben superiori al calcio come il basket – invece di dover star ancora qui a litigare su partite decise dal potere arbitrale e dall’occhio umano?

La tecnologia sarebbe d’aiuto all’arbitro, perché la gente si fida molto di più di qualcosa di elettronico che delle decisioni umane, specie se prese da signori che durante la gara dimostrano di essere tutt’altro che refrattari ed impermeabili al fascino dei potenti e dei grandi nomi.

Al di la del gol di Caceres, la condotta di Tagliavento di ieri è un classico esempio: vi faccio il riassunto? Prima però una premessa indispensabile: ma come si fa a mandare proprio Tagliavento ad arbitrare Napoli-Juventus dopo il precedente che aveva neanche tanto lontano nel tempo?

A Napoli nessuno dimentica quel che accadde al 60’ di Napoli-Juve del 29 novembre 2011, con il Napoli – forte della prima doppietta di Pandev – avanti 3-1 sulla prima Juve di Conte, ancora non assurta a Grande Juve. Inler va via a Bonucci centralmente in posizione pericolosa, lo juventino già ammonito lo stende, punizione e doppia ammonizione con conseguente espulsione. Ma l’arbitro di Terni, a due passi, che fa? Dice di continuare, sapendo che se fischia deve espellere il difensore bianconero!

Questa è quella che io chiamo malafede, che non significa essere venduti, ma decidere non secondo regolamento ma secondo la propria idea di gara, che spesso è quella di non dare fastidio ai potenti perché si ha famiglia, e si sa che se i potenti si incazzano finiscono le zzizzinelle.

Facciamo l’elenco di ieri? Pirlo fallo da ammonizione subito, graziato. Chiellini si fa male? Le cure si devono apportare fuori dal campo, macché: si aspetta una vita comodamente che lo juventino torni a giocare. Lichtstainer si rotola sul terreno di gioco platealmente? Nessuna ammonizione. Vidal chiede il calcio d’angolo? Servito, ci mancherebbe. Buffon reclama il fallo di Koulibaly su cui è andato a sbattere? Ma signori, suvvia, il portierone è un monumento nazionale, mica vorrete dargli torto! Marchisio stende Mertens, è da ammonizione? Meglio ammonire il meno importante Caceres! Chiellini fa un retropassaggio netto a Buffon, il portiere sbaglia e prende la palla con le mani, punizione ed ammonizione, no? Per l’internazionale di Terni è involontario, of course, mica Buffon è un pivellino che non conosce le regole!

Poi mi dovete dire: ma come fa a sbagliare un guardialinee internazionale come Di Liberatore che sta perfettamente allineato a non vedere 3 juventini 3 in fuorigioco sulla punizione di Pirlo? Misteri dell’ottica… bianconera, quella scienza esatta che recita così: in dubio pro Juve. Ma lì non c’erano nemmeno dubbi.

Al di là del metro di giudizio smaccatamente a senso unico, al di là delle valutazioni opinabili sull’autogol di Caceres, la Juve è passata in vantaggio con un gol sicuramente IRREGOLARE alla mezzora della ripresa. Partita falsata, ha ragione De Laurentiis ad alzare la voce.

Nel 2015, con la tecnologia che c’è, lo ripeto ad abundantiam, non si può lasciare tanto potere nelle mani di chi rispetto ai potenti è prono. Avete letto bene il voto che ho dato a Tagliavento: zero, che sta per “azzerare”. Un sistema. Di cui Tagliaventus è parte integrante.

Umberto Chiariello per MondoNapoli

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