PIANETA CALCIO

Il calcio capovolto: quando Juve-Milan era a parti invertite

5 marzo 2011, Juventus-Milan 0-1: l’esultanza dei rossoneri dopo il gol di Gattuso (Getty)

AMARCORD. La sfida di sabato sera allo Stadium riporta alla mente un sabato sera di quattro anni fa in condizioni opposte: rossoneri lanciati verso lo scudetto, bianconeri lontani a -17 e contestati. Ma Allegri stava anche allora sulla panchina giusta
Quattro anni fa, il mondo capovolto: Juventus-Milan agli antipodi, rispetto a quanto accadrà sabato sera. 5 marzo 2011, era un sabato sera anche allora, ma forse era un altro mondo, perché lo Juventus Stadium rappresentava il futuro, il presente era l’Olimpico, ma soprattutto l’attualità era una classifica che, alla vigilia del match, parlava chiaro: Milan primo a 58 punti, +5 sull’Inter e +6 sul Napoli, Juventus dietro a distanza siderale, un -17 rispetto ai rossoneri che valeva un grigio settimo posto, lontanissimo non solo dalla Champions, ma anche dalla zona Europa League.

Una squadra lanciata verso il titolo contro una che aveva perso già 8 partite su 27, un record negativo, e che stava portando avanti un’annata stile mai una gioia, una mediocrità di quelle che non si ricordavano da tempo a Torino perché, in fondo, rispetto alla stagione precedente, pessima anch’essa, la stagione 2010-2011 doveva essere quella del riscatto. C’era Delneri, sulla panchina di una Juventus contestata, quando squadra e allenatore affondarono assieme. Affondarono anche perché, quel sabato, a Torino il Milan vinse 1-0 e mise le mani sullo Scudetto: il gol lo segnò, a metà ripresa con un tiro da fuori, Gennaro Gattuso. A bordo campo, la composta smorfia di soddisfazione del tecnico che, alla sua prima annata rossonera, si apprestava a vincere il titolo: Massimiliano Allegri.

Quattro anni dopo è oggi, settimana più settimana meno. Anche stavolta c’è una squadra lanciata verso il titolo, anche oggi l’altra vive una mediocrità di quelle che non si ricordavano da tempo: la differenza è che le situazioni adesso sono invertite. Poi c’è ancora Massimiliano Allegri, oggi come allora. Sull’altra panchina, rispetto a quattro anni fa. Ma, come quattro anni fa, su quella giusta. Ed è questa l’unica cosa che non è cambiata.

Fonte: SkySport

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