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L’EDITORIALE – Napoli, occorrono idee e programmazione: si riparta da Reina e… Sarri

Empoli-Napoli-Sarri-Benitez

E’ tempo di bilanci in casa Napoli. E’ stata una stagione deludente rispetto alle aspettative di inizio stagione: sono stati pochi i momenti felici (Supercoppa, Wolfsburg, e ricordiamo le vittorie contro Roma e Fiorentina) e molti i momenti negativi, a partire dalla maledetta serata di Bilbao, che aveva già dato i primi segnali di quella che sarebbe stata la stagione azzurra, condita dai troppi punti persi in casa, fino al mese di marzo dove il Napoli ha depauperato un vantaggio di ben 8 punti sulla Lazio, che molto probabilmente, assieme alla Roma, l’anno prossimo giocherà la Champions al posto degli azzurri.
50 le reti subite finora dagli azzurri in campionato, troppi per una squadra che puntava a ben altri obiettivi: eppure, nonostante l’integralismo tattico e l’esasperato turnover di Benitez, è stato proprio l’attacco (102 gol finora stagionali) a mancare nelle partite cruciali della stagione: vedesi Lazio e Dnipro. E sono stati proprio gli uomini portati da Benitez all’ombra del Vesuvio ad abbandonare la nave già da un po’ di tempo: le ultime prestazioni e gli ultimi risultati del Napoli hanno dato ragione al Presidente De Laurentiis quando, all’indomani della eliminazione dalla Coppa Italia, ha mandato la squadra in ritiro, esautorando di fatto l’allenatore spagnolo. E i risultati avevano dato ragione al patron, prima con la rotonda vittoria in casa contro la Fiorentina e poi la super vittoria in casa dei colossi tedeschi del Wolfsburg per 4-1, che avevano fatto sognare l’intera tifoseria partenopea.
Benitez aveva difeso i suoi calciatori, esprimendosi a chiare lettere contro il ritiro, definito dallo spagnolo una cosa da anni ’70: i calciatori avevano promesso il massimo impegno nel finale di stagione, dando di fatto fine al ritiro. Ma così non è stato: sconfitta netta contro un Empoli già salvo e pareggio contro una squadra fallita e retrocessa come il Parma, che sono costati di fatto i punti della mancata Champions. In più l’eliminazione in Europa contro i modesti ucraini del Dnipro. La partita contro la Juve è storia recente: contro la squadra bianconera, imbottita di riserve e reduce dalla vittoria settimanale in Coppa Italia e con in testa la Champions, l’ennesima scialba prestazione che ha sancito l’addio ad ogni sogno di gloria.

Detto ciò, anche la società ha le sue colpe: in primis non aver rinforzato a dovere la squadra in estate che, con la partenza di Pepe Reina, ha di fatto perso uno dei pochi leader che il Napoli aveva. Si ricominci proprio dal portiere spagnolo e seci dovrà essere l’ennesimo ridimensionamento si punti su allenatore e giocatori che abbiano voglia di emergere: ciò che conta nel calcio non sono solo i soldi, ma soprattutto idee e programmazione.
Nelle ultime settimane non si fa altro che parlare di Sinisa Mihajlovic come prossimo allenatore del Napoli: noi ci permettiamo di suggerire un altro nome, uno che ha dimostrato di saper dare un’identità precisa alla propria squadra, e di praticare un calcio gradevole: Maurizio Sarri, l’attuale allenatore dell’Empoli che, nonostante la salvezza anticipata, continua ad onorare alla grande il campionato anche contro una Sampdoria che si sta(va) giocando l’Europa (1 vittoria nelle ultime 10 partite). Se ridimensionamento dovrà esserci, noi punteremmo su Maurizio Sarri. Napoletano (solo) d’origine.

Giuseppe Di Marzo

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