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Fiorentina, lo spettacolo può attendere. Paulo Sousa mister concretezza

FIRENZE – Tra gioco, non gioco e risultati che danno ragione al suo allenatore. La Fiorentina di Paulo Sousa è racchiusa in una frase del tecnico portoghese al termine della vittoria per 2-0 col Bologna. Quella che ha lanciato i viola al secondo posto in classifica. In solitaria e silenziosamente, all’assalto dell’Inter capolista che affronterà domenica sera a San Siro: “Possiamo giocarcela con tutti, ho sempre detto che possiamo competere con tutti e vogliamo farlo. Senza porci limiti”.

Grinta e carattere di certo non gli mancano. Anche perché in questa fase iniziale di stagione ha infuso soprattutto questo aspetto della sua personalità ai propri giocatori. Che in campo se ne fregano dello spettacolo e colpiscono al momento giusto. Certo, a Firenze la questione è sempre la stessa: meglio vincere, di riffa o di raffa, oppure divertirsi e poi attenersi a quello che sarà il verdetto sul rettangolo di gioco? Il pensiero divide in due una città abituata a campioni, sogni e storie poetiche. Che in qualche modo, diciamolo pure, si infrangono col cinismo di Sousa e quel possesso a tratti sfiancante ma poco concreto. Prendi la gara col Bologna, che certo non ha brillato per occasioni e guizzi in fase offensiva. Primo tempo senza particolari emozioni, ripresa dove i viola cambiano volto e al 71′ sbloccano una partita che poi legittimano col raddoppio dieci minuti più tardi. Eppure nei due gol di Blasczczykowski e Kalinic c’è molto di quel carattere che Sousa sta trasferendo alla propria squadra.

BORJA LEADER, ALONSO AL TOP – La prima rete è frutto di un cross pennellato da Rebic, deviato di testa da Vecino e realizzato dal polacco prelevato all’ultimo giorno di mercato. Un guizzo, il suo, che ha impreziosito una gara fatta di sacrificio e pazienza. Dieci minuti e la Fiorentina trova il 2-0, creato da Alonso con una discesa sulla sinistra perfetta, un cross preciso sul primo palo e deviato dal nuovo acquisto Kalinic in scivolata da vero attaccante. Che ha preso il posto di Mario Gomez e non sta facendo rimpiangere il collega tedesco. Il resto conta il giusto. Perché i viola sono secondi in classifica, in campionato hanno sempre vinto al Franchi e l’unica sbandata è stata quella rimediata a Torino contro i granata alla seconda giornata. Dove nel giro di pochi minuti buttano via il vantaggio iniziale di Alonso e incassano tre reti davvero pesanti. Da quel momento però nessun gol subìto e una difesa che inizia a compattarsi. E se davanti è turn over quasi a ogni partita, il centrocampo pare essere il punto forte di questa squadra. Borja Valero si è messo sulle spalle il reparto centrale del campo, guidando anche i compagni nei momenti più critici del match. Con lui stanno trovando spazio e ribalta anche Badelj e Vecino, che anche ieri sera hanno mantenuto il possesso del gioco concedendo poco o niente agli avversari.

OTTOBRE, IL MESE DI FUOCO – Tornando al punto iniziale di questa riflessione, si potrebbe affermare che il prossimo mese sarà decisivo. Per tanti motivi. Primo tra tutti gli scontri diretti. Se domenica sera i viola se la vedranno con l’Inter, che come gioco e filosofia somiglia tanto alla Fiorentina, il mese d’ottobre mischierà campionato ed Europa League con gare chiave: prima l’Atalanta in casa e poi, nell’arco di due settimane, Sousa affronterà Napoli in trasferta (18 ottobre) e Roma al Franchi (25 ottobre). Per chiudere poi tre giorni più tardi con la sfida al Verona in casa degli scaligeri. “Nessuna sconfitta ci serve – ha aggiunto il tecnico viola ieri sera – stiamo ancora scavando le fondamenta, cercando di migliorarci”. Un messaggio che ripete spesso. E che fa del cantiere Fiorentina uno dei più intriganti della Serie A.

Fiorentina

serie A
Protagonisti:
paulo sousa

Fonte: Repubblica

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