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Fiorentina, coraggio e personalità: e ora la città sogna

FIRENZE – Che strano effetto che fanno quelle parole pronunciate ormai poco meno di cinque mesi fa. Era il 22 giugno e Paulo Sousa si presentava ufficialmente come nuovo allenatore della Fiorentina. E tutto ciò accadeva dopo un tira e molla estenuante e poco divertente tra Vincenzo Montella, poi esonerato poiché “venuto meno il rapporto di fiducia” e la società viola. In tutto questo schizzò fuori il nome del tecnico portoghese, fresco vincitore del titolo col Basilea ed ex giocatore della Juventus. Che dalle parti di Firenze non è mai un dettaglio. Tutt’altro. Tanto che in città apparvero anche alcune scritte poco piacevoli all’indirizzo del 45 enne di Viseu. “Capisco che i tifosi possano non accettare il mio arrivo – disse di fronte ai giornalisti – ma voglio lavorare per tagliare traguardi importanti e far ricredere loro”. Come? “Voglio dare una impronta alla mia squadra, con personalità e coraggio”. E chi se lo sarebbe aspettato? Cinque mesi dopo la sua Fiorentina viaggia che è una bellezza. Dodici partite in campionato, nove vittorie. E soprattutto la vetta della classifica, prima raggiunta dopo ben 16 anni col 4-1 rifilato all’Inter a San Siro e poi riconquistata, consolidata, accarezzata. Fino all’ultima vittoria sul campo della Sampdoria: dove i viola hanno impressionato per maturità, brillantezza, dominio del gioco. E adesso Firenze ci crede. Sul serio.

SACRIFICIO, UNITA’, IDENTITA’ – Già, perché un conto è ritrovarsi lassù quasi per caso. Dopo le prime giornate e una graduatoria che somiglia più a una partita di Tetris. Dove aspetti soltanto che i blocchi si incastrino, prima o poi. E invece la Juventus fatica, il Milan proprio non va. E i viola nonostante un gioco tutto da ritrovare, fatta eccezione per la gara di Torino, vincono e incassano pochissime reti. Poi la svolta: dopo i successi con Milan, Genoa e Carpi, la Fiorentina batte anche il Bologna e d’un colpo torna a divertirsi. In campo e fuori. La squadra inizia a seguire le idee e la filosofia del suo allenatore e il gruppo si scopre nuovamente forte, compatto e soprattutto di spessore. La svolta è proprio in quella gara del Franchi, dove i viola battono i rossoblu e poi schiantano l’Inter cinque giorni più tardi. E un mese e mezzo più tardi si ritrovano in vetta, sempre insieme ai nerazzurri ma con maggiori consapevolezze e una continuità degna di una grande squadra. Cinica, spietata, spettacolare. Che fonda la sua identità sul gruppo e la sua qualità su singoli che Sousa ha saputo coccolare, rilanciare e stimolare. In una parola: rigenerare. Prendete Ilicic, trattenuto proprio dal portoghese nonostante lo sloveno fosse sul punto di partenza. Ilicic rimane e torna a sorridere: sereno, decisivo e continuo. Come Kalinic, bomber croato fortemente voluto da Sousa e prelevato dal campionato ucraino. Con la Samp mette a segno il settimo sigillo in campionato e sotto porta è infallibile. Con buona pace dei fan di Mario Gomez. E come dimenticare Bernardeschi, autore di una prova memorabile coi blucerchiati. Il numero 10 si sacrifica e così sta coronando il sogno di ogni ragazzino che proviene dal settore giovanile viola: diventare l’idolo della Fiesole.

ADESSO FIRENZE CI CREDE – Il trucco è questo. “Competere con ogni squadra per cercare di vincerle tutte”. Parola di chi ha saputo conquistare Firenze, unendo la passione della tifoseria allo spirito della sua squadra. Che in campo lotta su ogni pallone: grinta, cuore e umiltà. E se le barriere del Franchi negli ultimi anni sono cadute, coi tifosi a ridosso del campo, Sousa ha stabilito con la città un legame unico. E ha voluto sempre contare su questo aspetto: “Con l’orgoglio di Firenze e dei nostri tifosi, più saremo uniti e più saremo forti”. In fondo non si è mai nascosto, Paulo il filosofo. Non ha mai dribblato la parola “Scudetto”, non ha mai smentito le parole dei suoi giocatori (ultimo Bernardeschi che ha dichiarato di preferire la lotta per il titolo all’Europa League). Anzi, ha sempre battuto su un tasto. Caro ai tifosi: “Non dobbiamo porci limiti”. Il primo a crederci è lui. E il suo gruppo, che dopo le prime vittorie si è guardato in faccia. Come per dire: dimostriamo che ci siamo anche noi in lotta per il titolo. Che il cosiddetto ciclo non è terminato. Semmai ha trovato maggiore consapevolezza e concretezza. Per dirla le parole del tecnico “personalità e coraggio”. Ecco, ripensare a tutto ciò distanza di cinque mesi fa un certo effetto. Bellissimo. Avvincente. Sorprendente. Come la nuova Fiorentina di Sousa. Fiorentina

serie A
Protagonisti:
paulo sousa

Fonte: Repubblica

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