Prandelli: “Roma favorita, Napoli e Fiorentina spettacolo”
Un’ora e mezzo di derby la domenica sul campo, un’ora e mezzo di derby il giorno dopo nella sala delle conferenze del Corriere dello Sport- Stadio con Cesare Prandelli. Lo abbiamo rigiocato con l’ex ct, ogni azione, ogni situazione tattica, ogni errore, Prandelli ci ha riportato dentro Roma-Lazio spiegando quanto di bello c’è stato dal punto di vista tattico e tecnico, come una piccola Coverciano nel cuore di Roma. Il derby comincia con il pressing della Roma che impedisce un avvìo facile dell’azione alla Lazio. Si vede bene al 6′.
«La prima cosa che si nota è quando Dzeko perde palla e si capisce come la Roma ha preparato la partita. Vanno subito in pressione Salah e lo stesso Dzeko. Chiaro il concetto. Chi perde palla non si ferma, ma va ad attaccare per riconquistarla, così dai l’input alla squadra. La Lazio ha trovato difficoltà a costruire. E’ stato lampante. Se scegli di giocare con tre attaccanti e un trequartista, come la Roma, devi avere per forza questo tipo di atteggiamento tattico. Gli stessi tre giocatori, scappando indietro, non saprebbero difendere. E’ meno dispendioso correre in avanti che indietro. E’ difficile da vedere in Italia. E’ una mentalità che fai fatica, da allenatore, a trasmettere in Italia. Siamo scaltri, furbi, aspettiamo, mo’ vediamo. Quando fai quel salto, diventi una squadra internazionale. Gli attaccanti danno l’input. I centrocampisti sono costretti a salire, li porti su, ti seguono nel movimento, come se fossero legati da un fil di ferro». […]
La Fiorentina riuscirà a reggere? Quale può essere il suo limite?
«E’ questo il concetto, il timore di non reggere. Rovescio la domanda e dico: perché non dovrebbe reggere? Vedremo. Forse perché non hanno l’abitudine a essere tutte le settimane protagonisti. Ma Paulo Sousa trasmette questo e anche la città ha entusiasmo. E’ la squadra più in forma del campionato. Dov’è andata in difficoltà? Con il Basilea. A livello europeo c’è un modo diverso di stare in campo. […]
Qual è il giocatore del campionato che l’ha colpita di più?
«Dico Saponara, in assoluto. E’ il nuovo prototipo del trequartista. I giocatori di qualità vanno messi in campo. Fa la differenza chi possiede capacità e qualità tecnica. Saponara con il primo controllo supera l’avversario, spesso lo costringe al fallo e prende l’ammonizione. Ha anche fisicità e resistenza, quello che non avevano i trequartisti di una volta. Può fare tutto in quella zona di campo».
corrieredellosport.it