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Biava: “Alla Lazio dietro ti manca l’affinità che avevamo noi. Rimpianti? Ne ho solo uno…”

“Quando Biava e Dias erano in forma, potevamo giocarcela con tutti”. Inutile aggiungere altro a queste parole di Edy Reja. La sua Lazio in difesa, grazie a questo insolito tandem italo-brasiliano, aveva un muro invalicabile. Inutile negarlo: due del genere quest’anno a Pioli sarebbero serviti come il pane. Soprattutto Giuseppe. Senso dell’anticipo e posizione, questo classe ’77 non ha mai tradito. Quattro anni e mezzo nella Capitale, 148 presenze 6 reti e la storica Coppa Italia del 26 maggio: non c’è tifoso che non ricordi il difensore con affetto. Così la redazione di LazioPress.it ha sentito  proprio Giuseppe Biava.

Che anno è stato il 2015 per la Lazio?

“Penso che l’annata scorsa sia stata bella, è arrivata ai preliminari di Champions, fino a giugno, quindi, è stata un’annata positiva. Nella seconda metà, è andata meno bene, ci si aspettava qualcosa in più, però è ancora in lotta per un posto importante”.

L’avvio a stento di quest’anno a cosa è dovuto? 

Penso che quello che abbia influito di più sia stata l’eliminazione dalla Champions, dopo tanto lavoro lascia sicuramente il segno. Poi, c’è anche qualche giocatore che l’anno scorso aveva reso molto e quest’anno, invece, non riesce a esprimersi agli stessi livelli dell’anno scorso. Penso, ad esempio, a Felipe Anderson che la scorsa stagione aveva stupito e quando lui ha iniziato a girare anche la Lazio ha cominciato a conseguire una serie di vittorie. Quest’anno probabilmente non ha ancora trovato la condizione giusta.”

La Lazio soffre in difesa, quanto pesa l’assenza di de Vrij?

Penso che l’assenza di de Vrij abbia pesato parecchio perché è un giocatore importante, molto forte nonostante l’età. Il suo infortunio ha spiazzato un po’ tutti.  Inoltre, non si è mai creato un quartetto dietro di grande affinità come, invece, c’era quando giocavo alla Lazio. Io, Dias, Radu e Konko giocavamo sempre noi, quindi si era creato un certo affiatamento. Probabilmente, cambiare sempre centrali non ha giovato alla squadra”.

La Lazio farà probabilmente uno o due acquisti  nel reparto difensivo a gennaio. C’è un giocatore che consiglieresti a Tare?

“Per farlo ambientare da subito si dovrebbe prendere un giocatore italiano o che comunque giochi qui in Italia. Inoltre, è difficile che una squadra si privi di un difensore forte in questo momento. Tuttavia, ce n’è uno che mi piace particolarmente, De Maio del Genoa, ma sicuramente Tare ne capisce più di me, avrà altre idee e troverà il giocatore giusto”

Hai giocato con quasi tutti gli attuali componenti della Lazio. Quest’estate c’è stata la polemica relativa all’attribuzione della fascia di capitano a Biglia. E’ stata una decisione giusta?

 “Nella mia carriera la fascia è stata sempre scelta dai giocatori, non ho mai visto una società o un allenatore che imponesse una fascia. In genere, si fa sempre quello che ha più carisma o che è da più anni nella squadra. Però non credo che abbia influito sull’andamento della Lazio, anche perché la fascia la può portare chiunque al braccio, ma i leader, anche se non hanno la fascia, ci sono comunque nello spogliatoio”.

Nell’arco del tuo periodo a Roma hai vissuto il clima di tensione fra tifosi e società. Quanto può influire nella testa e nelle prestazioni di un giocatore?

“Purtroppo, quando le cose non vanno bene, comincia ad esserci un po’ di malumore, già viene a mancare la fiducia fra i giocatori, se poi cade anche l’appoggio dei tifosi inizia ad essere pesante l’ambiente, però fa parte del calcio, ogni piazza è così. Quando le cose non vanno bene si è sottoposti a questo tipo di tensioni, ma poi ci si rialza. Sono sicuro che la Lazio supererà questa situazione”. 

La vittoria in Coppa Italia nel derby è stata la più importante della tua carriera. C’è una frase, una dichiarazione di qualche dirigente o di un compagno che lei ricorda più volentieri di quel giorno?

“Il dopo partita e i vari festeggiamenti sono stato davvero belli. Prima c’era tanta tensione perché era una partita importantissima, peraltro un derby”.

C’è una partita che Biava vorrebbe rigiocare con la maglia della Lazio?

“Dato che non ho mai giocato in Champions League, vorrei rigiocare la partita contro l’Udinese quando eravamo a pari punti. Rigiocherei  quello scontro diretto a Udine per portare a casa magari un pareggio, così avrei avuto l’occasione di giocare in Champions. Rigiocherei senza’altro quella, ecco”.

fonte – laziopress

 

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Tilde Schiavone

Sono una persona che riesce a star bene con se stessa solo se intorno a lei c' è armonia, questo è il motivo per cui cerco di risolvere i conflitti esistenti tra le persone che mi circondano;non amo i gioielli, specialmente quelli costosi, preferisco gli accessori di poco valore; non amo ricevere in regalo i fiori recisi: preferisco ammirarli nei giardini dove compiono il loro naturale ciclo vitale e non nei vasi dove hanno vita breve..Amo il blues,il canto del dolore, e il mio sogno è raggiungere un giorno quei luoghi che lo hanno visto nascere; Amo gli indiani d' america, la loro spiritualità e la loro cultura. non vivrei senza i dolci e la pizza. Sono campanilista, napolista, meridionalista ...maradonista. Adoro gli animali, ritengo che non siano loro le bestie e sono vegetariana. Non mi piace parlare, quel che sento preferisco scriverlo, so esprimermi meglio con una penna in mano anziché dinanzi a un microfono, amo inoltre il folclore della mia terra e cerco, attraverso l' Associazione Culturale Fonte Nova d cui sono Presidente, di preservarlo e diffonderlo ... e duclis in fundo AMO LA MIA NAPOLI, senza se e senza ma, ringrazio Dio perchè ha fatto sì che nelle mie vene scorresse il sangue del Sud!