Signori: “Credo di essere stato l’unico giocatore della storia del calcio del quale i tifosi hanno impedito una cessione, i tifosi laziali per sempre nel mio cuore”
Ci sono giocatori ai quali un tifoso rimarrà legato per sempre. Giocatori che hanno rappresentato in campo un ideale, una maglia, un popolo. Sicuramente Giuseppe Signori rappresenta tutto questo per un qualsiasi laziale, 152 presenze dal 1992 al 1997, con 107 reti. Più di lui solo Piola, roba da leggenda, roba da Giuseppe Signori. La redazione di LazioPress.it ha contattato l’ex bomber biancoceleste, per conoscere la sua opinione sulla stagione dei laziale e per farsi raccontare l’amore per questi colori.
Che anno è stato il 2015 per la Lazio?
“Sicuramente un anno molto positivo, visto che nella prima parte del campionato la squadra ha disputato un ottimo calcio, raggiungendo la qualificazione nei preliminari di Champions League. La seconda parte un po’ meno positiva però nel corso di una stagione sono cose che possono capitare. C’è ancora molto da giocare e sono sicuro che la rosa si riprenderà presto”.
Dall’esterno che idea ti sei fatto di questa crisi dei biancocelesti?
“Sinceramente non lo so, però dobbiamo dire che i tanti infortuni hanno penalizzato molto la seconda parte del 2015. La Lazio, possiede una buona rosa e come già detto in precedenza uscirà da questa situazione”.
Trovi giusta la scelta della società di non vendere nessun prezzo pregiato in estate? Oppure reputi che la scelta si sia ritorta contro?
“Nel calcio è importante per costruire una squadra forte tenere i migliori giocatori in rosa. Poi non sono io quello che deve dire cosa sia giusto o no fare. Sicuramente mantenere i più i validi giocatori come Candreva, Biglia e Felipe Anderson è un bene, però adesso bisogna pensare al futuro e i se e i ma, nel mondo di oggi soprattutto in quello del pallone non vanno mai bene”.
Che ricordi ha Signori della Lazio?
“Ricordi magnifici, c’è da dire che mi sono tolto grandissime soddisfazioni. Ho solo ricordi molto positivi che prima al calciatore poi alla persona hanno fatto capire come sia stato bello giocare con questa maglia”.
Nella tua esperienza nella Capitale, c’è un ricordo indelebile nella tua mente?
“La vigilia dei derby. Credo sia una cosa unica vivere un derby nella città di Roma. I giorni prima ti approcci con ansia, poi al momento dell’entrata in campo vedi lo stadio pieno, tutti che cantano, sono cose che non tutti i giocatori hanno la fortuna di vivere. Mi ricordo anche la mia prima stracittadina, la partita più brutta disputata con la Lazio, avevo troppa voglia di strafare e prendermi il mio primo derby”.
C’è un episodio che ti ha visto protagonista quando i tifosi laziali scesero in piazza per impedire la tua cessione al Parma. Che ricordi hai di quel giorno?
“Credo di essere stato l’unico giocatore della storia del calcio, del quale i tifosi hanno impedito una cessione ad un altro club. Sono ricordi incredibile, nessuno sa amare come il tifoso della Lazio, mi hanno sempre fatto sentire uno di loro. Il tifoso biancoceleste sarà sempre nel mio cuore”.
Nel Campionato di Serie A, c’è un giocatore nel quale ti rivedi?
“Ad essere sinceri no. Avevo caratteristiche un po’ particolari, basso, solo mancino non si trovano tanti giocatori con queste assomiglianze in circolazione. Se devo fare per forza un nome direi Giuseppe Rossi, sinistro come me e in alcune giocate mi ricorda le mie movenze. Però adesso il calcio è cambiato e certi paragoni non sono facili da fare”.
Se un giorno il presidente Lotito, ti dovesse chiamare per un ruolo dentro la società, cosa gli risponderesti?
“Purtroppo adesso non posso pensare tanto al futuro, in quanto sono ancora indagato per la vicenda che tutti voi conoscete. Certo che a Roma, ho lasciato un pezzo di cuore, mi sarebbe sempre piaciuto lavorare nelle giovanili perché credo che il talento italiano, sia poco valorizzato. Perciò mi piacerebbe molto tornare nella Lazio, con un ruolo nelle giovanili, ma per il momento non è una cosa fattibile. Più avanti chissà”.