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Lazio, Keita abbraccia Koulibaly: ma arrivano anche le critiche

Lazio, Keita abbraccia Koulibaly: ma arrivano anche le criticheKoulibaly con Keita (ansa) ROMA – “Questo gioco è molto di più che nero, bianco o verde! Tanta ammirazione per te amico!”, così ieri sera, subito dopo la partita, Baldé Diao Keita ha commentato quegli ululati a sfondo razzista che i tifosi della Lazio presenti hanno indirizzato nei confronti del difensore del Napoli Koulibaly. Ciò che è successo dopo ormai è storia nota, con l’arbitro Irrati che ha interrotto per alcuni minuti pieni di vergogna e imbarazzo la partita Lazio-Napoli. Queste almeno sono le sensazioni che hanno provato la maggior parte delle persone che hanno assistito a questo triste spettacolo, ma non tutte. 
 
Già, perché il tweet di solidarietà del giovane senegalese verso il suo connazionale è tra quelli più popolari delle ultime ore, sia per i tanti complimenti della maggioranza (grazie al cielo) che per le critiche (comunque troppo numerose) della minoranza. C’è chi invita Keita a non perdere tempo sui social network con certe dichiarazioni perché – si legge – “siamo a 32 punti e ancora parli, ma vattene a Napoli bamboccio”, chi gli consiglia di “chiedere scusa ai laziali” perché “stufo di giocatori amici di tutti e che in campo fanno ridere”, o addirittura chi prova a trovare una logica (con tanto di sarcasmo finale) nel comportamento di ieri: “Chissà perché non fischiamo né te, né Onazi (ci mancherebbe solo quello, ndr), mentre fischiamo solo gli avversari. Siamo proprio strani noi Laziali razzisti”. In pratica il messaggio è questo: se il tifoso fa il verso della scimmia ai giocatori di colore avversari, ma poi risparmia quelli della propria squadra, allora non è razzismo. È chiaro che certi messaggi rappresentino l’idea di una minoranza, ma è proprio per questa che in passato anche la Uefa ha sanzionato e stigmatizzato alcuni comportamenti della tifoseria laziale etichettandola come “razzista” e che, nelle prossime due partite, la Lazio dovrà giocare con la curva Nord chiusa per squalifica (oltre che pagare un’ammenda di 50mila euro). Ciò che preoccupa, però, è quei beceri ululati siano arrivati paradossalmente da quella stessa curva lasciata vuota per protesta dagli ultras.
 

Sempre su Twitter c’è chi prova a dare una spiegazione: “Credo che Koulibaly non c’entri nulla. Il tifoso laziale è stanco di Lotito, si è trattato di uno sfogo per questa situazione irreale”. Ma per quanto la contestazione esasperata verso il presidente e ogni tipo di atteggiamento dei tifosi che possa nuocere alla Lazio (e di conseguenza a Lotito) possano essere collegati, è chiaro che non rientri nemmeno questo nella categoria delle giustificazione per ciò che è accaduto ieri. Per esprimere un sentimento del genere si ricorre a contestazioni, striscioni o panolade stile Lazio-Sassuolo: l’insoddisfazione per la società non passa certo attraverso buu. Da cui fortunatamente la maggioranza si è dissociata: “I laziali non sono tutti così”, oppure “Bravo ragazzo, complimenti per esserti schierato pubblicamente. Via i razzisti dagli stadi e Forza Lazio!”. Altri invece si rassegnano: “Se questi sono i nostri tifosi, allora meglio che non andiamo più allo stadio”. Lui, Keita, ha letto tutti questi tweet: da ieri sera sta retwittando uno a uno quelli che hanno dimostrato solidarietà e apprezzamento per il suo gesto, ignorando invece quelli che lo hanno criticato. Ha solo 20 anni, ma la sua battaglia l’ha già vinta per il messaggio che ha mandato e per la maturità con cui ha gestito una situazione del genere.
ss lazio

serie A
Protagonisti:
Keita balde diao

Fonte: Repubblica

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