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Inter: Eder-Icardi e le due facce del gol. Uno è a secco, l’altro è ripartito…

A fare il paragone tra le prime 6 gare di questo campionato in maglia Samp e le prime sei in nerazzurro, Eder potrebbe avere il prurito di rifarsi di corsa la Serravalle per tornare a Genova. Invece il 29enne oriundo rimane serenissimo anche perché Mancini ha grande fiducia in lui e sa che l’attaccante sta pagando l’essere arrivato nel momento sbagliato. Ma Eder soprattutto è tranquillo perché è storicamente un diesel nel feeling col tabellino marcatori. Anche al primo impatto con altre maglie ha faticato a sbloccarsi, ma poi non si è più fermato. Segnare la prima rete con l’Inter lo aiuterebbe anche nella rincorsa all’Europeo.
Eder, 29 anni, e Mauro Icardi, 23. Getty

Eder, 29 anni, e Mauro Icardi, 23. Getty

NUMERI — In blucerchiato Eder aveva segnato 6 reti nelle prime 6 di campionato (ora è a 12), con un assist, 2,33 tiri in porta a gara, il 43% di percentuale realizzativa e il 71% di tiri nello specchio (tutte cifre Opta). A Milano siamo a 0 gol, 137 minuti in meno (402 contro i 539 genovesi), 1,17 conclusioni a partita e appena il 43% di tiri in porta. Pur avendo guidato l’attacco nella notte in cui, contro la Juve in Coppa, si è vista l’Inter migliore, Eder quattro giorni dopo contro il Palermo non si è alzato dalla panchina. Certo, hanno pesato le tossine dei supplementari, ma è anche vero che al momento Mancini in attacco sembra avere trovato la quadratura del cerchio senza l’azzurro. Che sia 4-3-3 o 4-2-3-1, Perisic e Ljajic nelle ultime uscite hanno creato, segnato e aiutato in fase di non possesso come si chiede ad un vero esterno offensivo. Con Palacio e uno tra Brozovic e Kondogbia che se la giocano a seconda del modulo, Eder a oggi contenderebbe il posto a Icardi.
ICARDI — Sotto alcuni aspetti, Mauro viaggia anche a ritmi migliori dello scorso campionato. Eppure la sua stagione è di rincorsa. A metà marzo il capitano dell’Inter dovrebbe mantenere una media di un gol a giornata per pareggiare il bottino dello scorso torneo quando chiuse in cima con Luca Toni a quota 22 reti. Un gol a partita. Difficile, non impossibile. Rispetto all’anno passato, Mauro sta giocando di più, nel senso di minuti trascorsi in campo: 2012 a 1908. I gol sono meno – 12 a 15 – e di conseguenza il rapporto minuti/reti si alza (un centro ogni 168’ ora, uno ogni 127 l’anno scorso). Mauro tira meno e in percentuale segna di più rispetto al passato campionato. Ha avuto una partenza molto lenta, il contrario di quella dell’Inter: nelle prime 17 giornate (fino alla sosta natalizia), solo 7; poi 5 nelle restanti 11 presenze. Il suo andamento naturale è quest’ultimo, un centro ogni due gare. E contro il Palermo ha mostrato altre caratteristiche oltre a quelle note, andando a cercare palloni giocabili fuori dalle sue zone di competenza. Roberto Mancini lo vuole sempre più spesso così.
gazzetta.it
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