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Milan, Mihajlovic: “Io mi confermo, ma non dipende solo da me”

Milan, Mihajlovic: "Io mi confermo, ma non dipende solo da me"Sinisa Mihajlovic (ansa) MILANO – Per Sinisa Mihajlovic, alla vigilia della trasferta col Chievo (calcio d’inizio domani alle 12.30 al Bentegodi), oggi è il giorno della spiegazione dopo la riposta data ieri all’uscita di Milanello a un tifoso che gli chiedeva se sarebbe rimasto al Milan nella  prossima stagione: “Non lo so”, la laconica replica del serbo, ancora più significativa perché pronunciata a breve distanza dall’incontro con Berlusconi avvenuto all’interno del centro sportivo.
 
Mihajlovic, come è la situazione al termine di questa settimana carica di voci sul suo futuro?
“Mi dispiace che per una partita persa, pur essendo stata una sconfitta bruciante, sia ripartita la solita storia sul mio futuro. Passare da un estremo all’altro non è mai sano, ma io ci sono abituato. Come tutti gli allenatori sarò giudicato settimana dopo settimana. Io vorrei rimanere al Milan, se dipendesse solo da me mi confermerei sicuramente. Però non è una scelta che dipende solo da me. Aspettiamo di vedere in quale posizione chiuderemo il campionato e come andrà la finale di Coppa Italia. Poi si deciderà”.
Come è andato l’incontro con Berlusconi?
“Ci siamo salutati, abbracciati e anche baciati. E’ stato un colloquio sereno senza alcun tipo di problema. Abbiamo parlato dell’ultima partita e del prossimo impegno. Mi avete fatto più domande sul mio rapporto con Berlusconi che sugli aspetti tecnico-tattici del Milan. Questo, secondo me, non è sano. Ma so che è successo anche con gli allenatori passati. Dipendo dai risultati e dal lavoro svolto, come tutti gli allenatori del mondo. Però ogni conferenza stampa devo rispondere a due o tre domande sul rapporto tra me e Berlusconi. Solo qui c’è questa fissazione”.
E la frase al tifoso ieri?
“E’ una risposta normale perché ho un contratto per un altro anno. Vorrei restare, però dipende dalla valutazione che verrà data al mio lavoro a fine anno, come per tutti gli allenatori. Non capisco perché si deve montare tutto questo casino per una mezza frase”.
In settimana anche Romagnoli si è pronunciato a favore della sua riconferma: la squadra è sempre più dalla sua parte.
“Ho sempre avuto un buon rapporto con la squadra, ho sempre detto in faccia quello che pensavo. Ho dato e ricevuto lealtà, portato e preteso rispetto. Mi fanno piacere le dichiarazioni dei miei giocatori, ma non mi sono mai preoccupato di queste cose perché credo nel mio lavoro. Sono il primo arrabbiato se perdiamo, però il nostro campionato non è finito. Il 6° posto va stretto a me e alla squadra. Ci sono possibilità di risalita, ma dobbiamo tornare a giocare come sappiamo”.
Domani ci sarà un cambio di modulo: dal 4-4-2 al 4-3-3?
“Non so con che formazione scenderemo in campo. Chi non è al 100% entrerà a partita in corso, ma non c’è alcuna punizione nei suoi confronti. Chi entrerà avrà il compito difficile di cambiare la partita. Per il tipo di nostro gioco se non abbiamo in campo 11 giocatori al 100% ne risentono anche quelli al 100%. Ma, come ho detto anche i ragazzi ieri, i moduli contano relativamente. Basta guardare lo spirito mostrato dalla Juventus ieri sera dopo aver vinto quattro Scudetti consecutivi. E’ una squadra che è una spanna sopra gli altri per l’atteggiamento. Mandzukic, Dybala e tutti gli atri fanno un grande lavoro di sacrificio. Questo deve essere un nostro obiettivo”.
Può esserci un calo di condizione fisica?
“Aveva ragione Guardiola quando ha detto che, se si perde, in Italia è sempre un problema di condizione fisico. Non si può cambiare versione in base al risultato. Secondo i dati che ci arrivano la squadra ha corso quasi come in tutte le partite precedenti. Sono giocatori che giocano quasi sempre, spendono molto e magari non sono freschi. Tanto è vero che a quelli che hanno giocato di più in settimana ho dato un giorno di riposo. Purtroppo in alcuni ruoli non ho cambi che permettano di mantenere inalterata quantità e qualità. Honda e Bonaventura giocano sempre perché sono fondamentali. Cerchiamo di gestirli bene in settimana per fare in modo che siano freschi in partita”.
Pensa di avere sbagliato qualcosa da inizio stagione?
“Sicuramente, tutti quelli che lavorano sbagliano. L’importante è avere idee e fare scelte per il bene della squadra. Io come allenatore cerco di mettere in campo gli undici che in quella partita possono darmi le maggiori garanzie. Poi magari si sbaglia. Non ne faccio una questione di antipatie o simpatie. Agisco sempre per il bene della squadra”.
Balotelli sta meglio?
“Dipende da lui, tutti noi lo vogliamo aiutare. Uno, però, deve aiutarsi innanzitutto da solo. Deve cercare di essere più presente e fare con continuità ciò che gli viene richiesto. Mario si allena regolarmente da due mesi. Quindi fisicamente sta bene. Ho chiesto a lui e allo stesso Menez di fare delle cose e loro le fanno una volta sì e quattro no e non ce lo possiamo permettere. Menez magari a causa delle condizioni fisiche, Balotelli magari perché non riesce a mantenere la concentrazione”.
 
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Protagonisti:
sinisa Mihajlovic

Fonte: Repubblica

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