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Roma, Spalletti: “Lavoro lungo, ma non serve una rivoluzione”

Roma, Spalletti: "Lavoro lungo, ma non serve una rivoluzione"Luciano Spalletti (lapresse) FIRENZE – Ad un passo da Colle Bereto, nel pieno centro di Firenze, Luciano Spalletti, Alberto Gilardino e Dario Dainelli hanno inaugurato il ristorante ‘Fashion Footballer’, lounge con una caratterizzazione forte legata a tutto ciò che ruota intorno al mondo del calcio. Il calcio, la Roma, il derby alle porte: sono questi, al momento, i pensieri che  più animano il tecnico toscano, che disporrà della pausa pasquale per poter continuare la sua “rivoluzione culturale” tra le mura di Trigoria. Di rivoluzione, però, lui non vuole parlare. Luciano Spalletti ne approfitta per commentare il suo impatto decisivo sulle sorti della squadra giallorossa: “Nessuna rivoluzione, la cosa fondamentale è il materiale e la qualità: cose presenti nella Roma. C’è un grande direttore sportivo che ha saputo creare una buona squadra, anche se purtroppo a volte le cose non si riesce a farle trasparire”. Nessun rimpianto sulla sua tardiva chiamata: “Non ci penso, il lavoro è ancora lungo. Siamo soltanto all’inizio, dobbiamo essere seri, professionali, per far emergere le nostre qualità”.
 
Al ristorante non ha invitato Francesco Totti: “E’ in un periodo in cui deve rimanere a casa, fare il suo lavoro di papà. In futuro sono sicuro che verrà, ho un bel rapporto con lui: a volte ci sono momenti in cui si è presi dagli episodi, dalla tensione. Ma sono cose che succedono, passano, si dimenticano. Si va avanti”. E davanti la Roma tutta ha un impegno di notevole rilevanza storica, ambientale, pragmatica: “Una partita importante – prosegue Spalletti ai microfoni di Sky – per la nostra classifica, i nostri tifosi, la nostra città e il calcio tutto. I nostri avversari si prepareranno benissimo come noi, l’allenatore è tra quelli che stimo di più. Speriamo sia una bella partita, che faccia divertire, che renda onore al valore dei due club e di questa città. Mi mancava il calcio italiano in generale – aggiunge analizzando la sua esperienza russa – la nostra tattica, la nostra attenzione propositiva alle gare è un elemento che ci catturano dall’estero. Andando fuori mi sono accorto che c’è molta aspettativa su chi ha fatto la scuola di allenatori in Italia. Basti guardare quanto bene stanno facendo gli italiani all’estero”.
 
Antonio Conte sarà il prossimo: “Andrà preparatissimo sulla cultura, sulle caratteristiche di quel calcio – risponde Spalletti a chi gli chiedeva un suggerimento da rivolgere al collega – Conte è uno che presta molta cura ed attenzione. La prima qualità di un allenatore credo sia quella di farsi comprare i calciatori e penso che abbia un presidente che un paio gliene possa comprare – conclude scherzando – Sono però certo che metterà ancora di più nella preparazione all’Europeo, dove farà benissimo. Vorrà far vedere ancor di più le sue qualità proprio per la sua decisione anticipata”. 
serial killer

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Protagonisti:
luciano spalletti

Fonte: Repubblica

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