Silvio Berlusconi (ansa) MILANO – I compratori hanno fretta di chiudere, ma Berlusconi vuole esercitate il suo potere di interdizione fino all’ultimo. Per strappare condizioni migliori sull’entità degli investimenti da destinare al rafforzamento del Milan oppure per utilizzare le vicende calcistiche fino ai ballottaggi delle elezioni comunali: queste possono essere le spiegazioni valide al comportamento dell’ex Cavaliere.
DATA PRONTA – In realtà ci sarebbe già una data pronta per la conclusione della cessione del 70% delle quote rossonere: il 13 giugno, una settimana esatta dopo l’annuncio della vendita dell’Inter a Suning andato in scena oggi a Nanchino. Per lunedì prossimo sono attesi a Milano emissari cinesi della cordata di Pechino, un gruppo che finora è rimasto coperto dal massimo della riservatezza senza che nessuno dei componenti abbia deciso di uscire allo scoperto pubblicamente. L’arrivo di questa delegazione sarebbe l’ovvio preludio alla firma definitiva.
ANCORA TENTENNAMENTI – Ma, secondo quanto filtra dal consueto pranzo del lunedì ad Arcore con i figli e vertici delle aziende Fininvest, Berlusconi sembra ancora titubante nei confronti del passo definitivo. Questo atteggiamento, se mantenuto anche nei prossimi giorni, potrebbe portare a uno slittamento oltre la metà di giugno. La sensazione però è che ormai l’ex premier sia sottoposto a un pressing notevole perché accetti senza ulteriori tentennamenti l’offerta asiatica che consentirebbe a Fininvest di incassare una somma notevole, sbarazzarsi dei debiti rossoneri e soprattutto evitare altre perdite da ripianare negli anni a venire. Non a caso le prese di posizione pubbliche di Berlusconi, sempre più dubbiose nei confronti degli acquirenti cinesi (culminate nella battuta sui “mangiabambini”) non corrispondono a frenate nella trattativa.
TRENTA PAGINE DI ACCORDI – La prossima settimana sarà determinante per capire lo stato di avanzamento della cessione del Milan: l’esclusiva finisce il 15 giugno, ma già il 13 giugno sarà un giorno potenzialmente fondamentale. In ogni caso già il 10 maggio scorso è stato siglato un “term sheet” di trenta pagine, firmato da compratori e Fininvest. Contiene indicazioni molto dettagliate sugli accordi. Difficile tornare indietro di fronte a intese così definite.
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Fonte: Repubblica
