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Lazio, Immobile: “Non farò rimpiangere Klose”. Appello di Lotito ai tifosi: “Ripartiamo insieme”

ROMA – Salta anche il secondo appuntamento per le visite mediche, Antonio Candreva. Sono state annullate nella notte, dopo un nuovo confronto con il club. Il giocatore si è presentato comunque nel centro sportivo di Formello, dove ha svolto un lavoro blando con una corsetta intorno al campo. Si attende solo che le società trovino un’intesa definitiva per l’annuncio della cessione dell’esterno azzurro, che proprio in nazionale ha fornito l’ultimo assist per la Lazio. Lo rivela Ciro Immobile durante la sua presentazione ufficiale: “Antonio, così come Marchetti, Parolo e Cataldi, mi hanno parlato della Lazio. Mi sono informato con loro e mi hanno spiegato le caratteristiche della squadra, a cui piace giocare palla a terra, con il 4-3-3, un modulo che conosco alla perfezione e in cui spero di esprimere al meglio le mie caratteristiche”.

IMMOBILE: “È LA STAGIONE DEL RILANCIO” – Sempre all’Europeo sono arrivati i primi contatti con la Lazio: “Io facevo delle battutine con il presidente che era lì. Poi è normale che durante la spedizione in Francia non si potesse affrontare il discorso al 100%, ma i primi approcci sono arrivati proprio lì. Mi ha spinto qui la storia della Lazio e i grandi giocatori che hanno indossato questa maglia”. L’ultimo in ordine di tempo e Miro Klose, una leggenda di cui dovrà raccogliere la pesante eredità: “È una grande responsabilità, speriamo che vada meglio rispetto al recente passato visto che ero stato etichettato come il nuovo Lewandowski e il nuovo Bacca. Ma è giusto avere responsabilità quando si gioca in società così importanti”. Con il Borussia Dortmund e il Siviglia in effetti non è andata benissimo: “Sono state due stagioni diverse. A Dortmund ci sono stati problemi di squadra, a gennaio eravamo ultimi. All’estero non è mai facile per uno straniero, figuriamoci in una situazione del genere. Sono contento però delle esperienze fatte, quell’anno ho fatto 4 gol in Champions alla prima stagione da titolare. Mi è servito. L’anno scorso invece non ho avuto mai possibilità di esprimermi perché ho giocato pochissime partite. Ho deciso di andare a Torino perché volevo rimettermi in gioco per l’Europeo. Quest’anno è una stagione di rilancio, spero che lo sia per me e per la Lazio. Possiamo fare cose importanti insieme”.

“LA LAZIO DEVE ESSERE UN PUNTO DI ARRIVO” – E questo potrà dargli una mano anche nel mantenere la maglia della nazionale con il nuovo corso con Ventura ct: “Sono nel pieno della maturità. Sono felice della scelta, ho conosciuto i compagni, siamo un bel gruppo. Si può fare bene anche con l’aiuto della società e con l’arrivo di Peruzzi che è sempre presente. Ora Ventura potrà vedermi da più vicino, bisogna dare il massimo. Il numero di maglia? Il 17 lo avevo a Pescara, l’ho voluta riprendere, negli ultimi hanno è stato un po’ un tradimento lasciarlo. E poi mia moglie è nata il 17 luglio, tutto combacia. Spero di poter fare come Igli (ride, ndr), che aveva lo stesso numero”. L’attaccante è stato chiamato anche a commentare le parole di Keita, che considera la Lazio un “punto di partenza”: “La Lazio è un punto di arrivo e deve diventare una società che deve ambire ad arrivare il più in alto possibile in classifica e ad andare in Champions. Bisogna mettersi in mostra anche nel calcio internazionale”.

UNA NUOVA COMUNICAZIONE CON ARTURO DIACONALE – Dopo Immobile è toccato ad Arturo Diaconale presentarsi, il nuovo “responsabile editoriale e della comunicazione, nonché portavoce del club”, come lo ha definito Lotito: “Il compito che mi affida il presidente è impegnativo e affascinante: bisogna creare un nuovo clima intorno alla squadra e alla sua immagine. Nel bene o nel male ha fatto quella che è oggi la Lazio. Non è malese, non è cinese, sta qua e si prende le aggressioni di quelli che sanno che possono farlo perché sta qua. Dobbiamo ricreare un certo clima di amore intorno alla Lazio, ho letto le parole di un rappresentante della Nord che ho molto apprezzato. I tifosi senza andare allo stadio perdono l’amalgama tra loro, lo stadio dà senso di comunità e la comunità dello stadio è radicata nel territorio. Dobbiamo recuperare il rapporto con la città ed esserne all’altezza. Se io contribuirò a far tornare questo sarò contento perché avrò portato a termine uno dei compiti che mi ha assegnato Lotito. Cominceremo un percorso importante, ne sono convinto. La società sta costruendo una squadra di valore. Peruzzi è un uomo dalle grandi capacità, io cercherò di fare il possibile. Guidare Lotito? Ognuno ha il suo carattere, non posso pensare di interferire sul personaggio così poliedrico e vulcanico come Lotito. Non mi permetterò mai di imporgli quello che dico io, non sarebbe possibile. Cercherò di suggerirgli una maggiore comprensione. La mia presenza qui è un atto di fiducia verso l’intelligenza del presidente. Perché oltre che vulcanico è intelligente. Cerchiamo di aprirci e rilanciare lo stile Lazio, recuperare il rapporto con la comunità. Credo che ci siano tutte le componenti per farlo proficuamente”.

NUOVO APPELLO DI LOTITO: “RIPARTIAMO INSIEME” – E poi parla Lotito: “Lo scopo è riportare la normalità. I risultati si ottengono solo con l’apporto di tutte le componenti, società, staff tecnico e tifoseria. Quando c’è unione di intenti si possono raggiungere i risultati. L’esperienza che ho maturato nelle istituzioni mi ha confermato che al di là dei nomi dei giocatori, quello che conta è il clima all’esterno e all’interno del gruppo. Tutto ciò che porta armonia è ben accetto. Tutto questo però con la solita premessa: se devo scegliere tra la legalità e il consenso sceglierò sempre la legalità. Nel momento in cui riuscissi a ottenere il consenso nella legalità sarebbe un risultato ottimale. Vorrei che tutti contribuissero al raggiungimento degli obiettivi nel nome solo della Lazio. Perché al di là della contestazione contro di me, si stanno creando dei danni alla ‘lazialità’. Vorrei essere giudicato per quello che uno fa nella realtà. In tutta Italia vengo considerato una persona capace, perché a Roma mi reputano un bandito, ecc.? Tutto quello che faccio non viene considerato, anzi viene definito appropriazione indebita. Evidentemente non siamo stati in grado di vendere bene quello che abbiamo fatto. Vogliamo riportare l’entusiasmo, che non è un problema economico. La Lazio è sempre andata a chiedere con il cappello in mano, oggi non chiede. È autonoma, libera e indipendente. Anzi, dà suggerimenti su come far funzionare il movimento calcio. Allora dico: ripartiamo tutti insieme, con logiche di cambiamento e valorizzazione di ciò che siamo, altrimenti rischiamo di perdere quanto fatto in 116 anni di storia. Quello che abbiamo non ce lo può togliere nessuno, se vogliono le cose devono fare i conti con noi. In passato non era così. Questa libertà la rivendicherò fino alla fine. L’interesse del club deve andare oltre a qualsiasi cosa. Altri club sono nati da un fallimento, noi no. Siamo quelli che furono creati nel 1900”.

Fonte: Repubblica

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