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Lazio, Lotito ritarda il derby: “Come la Roma, ma ancora è presto”

ROMA – Vincere senza convincere. È il destino capitato in sorte alla Lazio e al 2-0 con cui all’Olimpico ha liquidato l’Empoli. Tre punti che chiamano a sé aggettivi come “pesanti” e “importanti” e che inseriscono i biancocelesti nel nutrito gruppo di cinque squadre al quarto posto. Insieme a Chievo, Bologna, Milan e i rivali giallorossi: “Stessi punti della Roma? Il campionato è lungo, la classifica in questo momento conta davvero poco”, glissa un Claudio Lotito ancora non in vena da derby. Ma nelle parole del presidente laziale, intervenuto ai microfoni dell’emittente Radio Onda Libera, emerge l’ambivalenza del risultato ottenuto contro i toscani: “Contro l’Empoli abbiamo sofferto, però c’è l’equilibrio tattico e questo fattore ci sta premiando”. Poche concessioni all’estetica, insomma, molte di più alla sostanza.

POCHE AZIONI MANOVRATE, TANTE RIPARTENZE – Di sicuro, il successo casalingo contro la formazione di Martusciello non ha esaltato i tifosi e, prima ancora, gli stessi giocatori: “Una partita molto sofferta e brutta, ma abbiamo portato a casa tre punti importanti! Il gioco arriverà”, è il commento affidato a Instagram da Danilo Cataldi. Ancora prima del giovane centrocampista, era stato Senad Lulic – autore della seconda rete biancoceleste – a fare autocritica: “Dobbiamo ancora lavorare e imparare a farlo da squadra, prepariamo azioni e schemi durante la settimana ma poi la domenica non lo facciamo. Se nel primo tempo abbiamo giocato, nel secondo non siamo usciti dalla nostra metà campo”. Mea culpa recitato anche dallo stesso Simone Inzaghi: “La ripresa si poteva gestire meglio. Ci siamo abbassati troppo, lasciando a loro il possesso palla”. Proprio il dato relativo a quest’ultimo aspetto offre la cifra stilistica di una squadra meno dominante e più accorta: contro l’Empoli la Lazio ha totalizzato appena il 44% di possesso palla, il 41% nella metà campo avversaria. Non stupiscono allora altre due statistiche (elaborate da Lazio Page): sono state ben 7 le ripartenze effettuate da Immobile e compagni, contro appena 4 azioni manovrate. Per ritrovare un tasso di “coralità” così ridotto, bisogna tornare indietro a Bologna-Lazio dello scorso gennaio: in quell’occasione furono comunque 8, il doppio di quanto fatto registrare contro i toscani. LOTITO: “COLPITO DA INZAGHI PER LA CAPACITÀ DI DIALOGO” – La Lazio non convince allora soprattutto a livello di spartito collettivo. Materiale di studio per Inzaghi, che intanto guarda soddisfatto alla classifica: “Dieci punti dopo sei partite, con questo calendario, sono un buon bottino”. E riceve poi i complimenti di Lotito: “Mi colpisce la sua capacità di dialogo con la squadra, fermo restando – afferma il numero uno laziale – che un allenatore si assume sempre le responsabilità delle scelte da fare con un organico ampio e dovendo dunque lasciare dei giocatori in panchina. Fin qui ha dato spazio praticamente a tutti e ciò vuol dire che sta gestendo al meglio le risorse”.
 
LAZIO PRIMA PER NUMERO DI GIOCATORI IN GOL – Un aspetto, questo sì collettivo, che fa da premessa fondamentale a un primato tutto biancoceleste: le 10 reti realizzate dalla formazione di Inzaghi, in queste prime sei giornate di campionato, portano la firma di 9 giocatori diversi (ai due centri di Immobile si aggiungono Keita, Lulic, Milinkovic-Savic, Cataldi, Lombardi e i tre difensori de Vrij, Radu e Hoedt). In Serie A, nessuno ha finora portato in rete così tante pedine: Juventus, Roma e Genoa, seconde in questa speciale graduatoria, si fermano a 6. Insomma, la Lazio non gioca da squadra, ma segna da squadra. E soprattutto riscopre al 100% Keita: alla prima da titolare, dopo gli ingressi nella ripresa nelle precedenti gare, l’attaccante senegalese ha realizzato il suo primo gol stagionale. Vero mattatore finché, a metà secondo tempo, è stato sostituito, il talento classe ’95 ha totalizzato anche il maggior numero di conclusioni (5). L’intesa nell’attacco a due con Immobile ancora è da perfezionare (come dimostra l’ultima occasione creata da Keita prima di uscire, con la punta partenopea a reclamare il mancato suggerimento), ma Inzaghi può sicuramente contare sulla dirompente atletica e tecnica dell’ex Barcellona.

TEGOLA BIGLIA, L’AGENTE: “MA QUALE FRAGILE!” – Il tecnico piacentino dovrà però fare a meno, a lungo oltretutto, di Lucas Biglia: il regista argentino ha alzato bandiera bianca dopo appena 8 minuti a causa di una ricaduta al polpaccio già infortunato. “L’unico punto negativo” della domenica biancoceleste, l’ha definito Inzaghi. A chi ha puntato l’indice contro la fragilità fisica del capitano laziale, dopo l’ennesimo problema fisico, ha risposto invece il suo agente Enzo Montepaone: “Fragile? Sì, 110 partite più il Mondiale e due coppe America in tre anni, in quanti l’hanno fatto?”, è il tweet polemico del procuratore. Per Biglia, in ogni caso, si teme una lesione e il conseguente stop di almeno due mesi: le prime ipotesi di rientro conducono fino al 4 dicembre, data del derby capitolino. Fondamentale in ogni caso sarà l’esito degli esami strumentali, in programma nella giornata di martedì. In vista dell’Udinese, anticipo serale di sabato 1 ottobre, mancheranno ancora una volta anche Bastos e Dusan Basta: l’unico infortunato che potrebbe recuperare, come ammesso dallo stesso Inzaghi, è Federico Marchetti. ss lazio

serie A
Protagonisti:
claudio lotito

Fonte: Repubblica

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