NEWS

Gli interventi di Guido Trombetti, Marco Capparella e Pedro Pasculli e Radio Punto Zero

GUIDO TROMBETTI, rettore emerito dell’Università degli Studi di Napoli Federico II: “Il modo di vedere il calcio è cambiato tanto. Andavo sempre allo stadio, anche con una sola gamba, ma dopo quarant’anni ho scelto di smettere e di vedere le partite in tv. Il mio rito è chiamare all’intervallo un mio caro amico per commentare il primo tempo. Il tifo è, per me, un modo di scaricarmi. Il mondo ci impone una prudenza continua ma il tifo è evidentemente un fenomeno irrazionale. Ad esempio, mi diverto solo se vince il Napoli. Non mi interessa se gioca bene. Per me esiste solo un’equazione: se il Napoli vince ha giocato bene, altrimenti ha giocato male. In Champions League sarà difficilissimo trionfare ma l’obiettivo può essere la semifinale. In campionato, invece, ci sono tante squadre per il secondo posto. Purtroppo il Napoli non ha un centravanti ed anche Reina ha avuto qualche responsabilità, ma sono ottimista sul futuro: questa squadra, completata opportunamente, potrà continuare a crescere e, magari, vincere anche lo scudetto. Il Napoli non ha forza economica e politica per vincere un filotto di campionati, ma un altro sì. L’allenatore vale solo per il 10% sul piano psicologico, per il resto tutto dipende dai giocatori. Credo poco ai moduli e ai numeri, per vincere servono solo i calciatori. Questo sport è legato al caso, in gara secca ognuno può battere chiunque. Al Napoli manca solo una cosa: un fuoriclasse, quello che voi comunemente chiamate top-player. Insigne è un grande mezzo calciatore, Hamsik è un potenziale fuoriclasse che ha limiti di continuità che gli hanno impedito di diventare il più forte centrocampista del mondo. De Laurentiis è un grande imprenditore, sta facendo lavorare Sarri che, secondo me, non è un tecnico eccezionale ma è uomo di campo e questo il presidente lo sa bene. Probabilmente le esternazioni del patron fanno parte dell’ennesima regia mediatica di De Laurentiis”.

MARCO CAPPARELLA, ex attaccante del Napoli: “In ogni partita davamo l’anima, tecnicamente eravamo superiori ma senza la stessa cattiveria agonistica diventava difficile vincere. Quando sono arrivato non esisteva un centro sportivo, ci spostavamo da Palma Campania a Grigignano, è stato difficile ma De Laurentiis voleva fare grandi cose e l’ha dimostrato negli anni. Non ha mai fatto passi da gigante ma ha migliorato la squadra, arricchendo la squadra ogni anno con grandi colpi. Hamsik ha sempre dato tutti in allenamento, non si è mai tirato indietro, è un ragazzo fantastico, è cresciuto tanto mentalmente. Merita tutto il bene, pochi sono come lui. Il Napoli quest’anno ha sbagliato pochissime partite, ha sbagliato solo a Bergamo ed è stato molto sfortunato con l’infortunio di Milik, anche se l’attacco dei “piccoletti” sta facendo molto bene. Sono felice per Insigne, stava passando un brutto periodo ed ora si è sbloccato trovando due gol importantissimi. Ora può solo crescere. Muriel può essere il profilo adatto al Napoli, ma sono sicuro che qualsiasi attaccante farà tanti gol perché il Napoli gioca benissimo. Da esterno noto che Gabbiadini si è abbattuto, dispiace perché, pur non essendo una prima punta, è un ottimo giocatore. Servirebbe un gol per sbloccarsi mentalmente. Non so come sia possibile che il San Paolo non sia più pieno come un tempo. Il tifo azzurro mi ha dato tanto, ho avuto un affiatamento particolare con la gente e ne sono felice. Il San Paolo merita di fare almeno 50mila spettatori a partita. In Serie C con la Reggiana ne erano in 70mila”.

PEDRO PASCULLI, ex attaccante argentino, campione del mondo ’86: “In questo momento la priorità è vincere avvicinandosi alla vetta della classifica. Per il Napoli l’importante sono i punti per non far scappare la Juventus. La vittoria di Udine fa morale per affrontare la Dinamo Kiev domani. Non sarà una partita facile, servirà l’aiuto del pubblico per conquistare i tre punti. In attacco punterei su Mertens per non dare punti di riferimento alla difesa avversaria. Senza un centravanti di ruolo, andare avanti col tridente leggero è la soluzione migliore. Insigne s’è sbloccato, spero non si fermi più. Può ancora dare tanto al Napoli, e viceversa. Ora è arrivato il suo momento per continuare a crescere e migliorarsi sempre più. Insigne deve dimostrare di essere un campione, sia in Italia che in Europa. Gabbiadini non sta al cento per cento, punterei su di lui nella ripresa. L’ex Samp è un ottimo giocatore ma sostituire Milik non è facile. Avrebbe avuto bisogno di maggior continuità e potrebbe trovarla a gennaio in un’altra squadra. Il Napoli ha bisogno di un attaccante forte. Farei un tentativo per Lavezzi, non sarebbe male il suo ritorno. Lavezzi è argentino, ama Napoli e i napoletani amano lui. Sarebbe un’ottima scelta. Zaza non ha fatto molto bene in Inghilterra, Muriel fa gol e si muove, alla Insigne, ma non è una prima punta. Pavoletti si fa spesso male, il Napoli ha bisogno di certezze. Sarri ha subito tante critiche, compresa quella di Maradona lo scorso anno, ma ha sempre risposto alla grande, con intelligenza, lavorando sul campo. Anche Diego s’è ricreduto dopo lo splendido campionato dello scorso anno. De Laurentiis, come tutti i presidenti, ama parlare e vuole subito i risultati, ma nel calcio ci vuole pazienza. Ai Mondiali del 1986 ero in stanza con Diego, una stanza piccola, c’erano due letti, un comodino a dividerli ed un calendario dove segnavamo le squadre che battevamo con una crocetta. Siamo stati i primi ad arrivare in Messico e gli ultimi ad andar via. Nessuno credeva alla nostra vittoria”.

Fonte: Radio Punto Zero

Commenti
Segui il canale PianetAzzurro.it su WhatsApp, clicca qui