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Rigore, anzi no: i precedenti di Rizzoli

L’episodio del rigore dato e poi tolto al Cagliari non è isolato nella carriera di Nicola Rizzoli. Un arbitro che di certo non si può definire istintivo e che ha sempre fatto della elasticità mentale la sua caratteristiche principale. A costo a volte di rivedere le proprie decisioni tenendo col fiato sospeso uno stadio intero, giocatori compresi.

Tutti ricorderanno nemmeno due mesi fa il gol annullato a Pjanic in Milan-Juventus dopo un conciliabolo a tre con l’assistente Cariolato e l’addizionale Massa: la Juve stava già esultando quando Rizzoli decise di andare a fondo sull’incrocio Benatia-Bonucci: uno solo quello eventualmente punibile per il suo tentativo di colpire il pallone davanti a Donnarumma, e cioè Bonucci, ma uno solo anche quello partito in fuorigioco, Benatia. 50 per cento di possibilità di azzeccare, andò male.

Era andata meglio il 30 marzo del 2014: Sassuolo-Roma, curiosamente Benatia protagonista anche allora. Il difensore contrasta Sansone che va giù nell’area della Roma, Rizzoli fischia il rigore poi nella sua testa si insinuano i dubbi, alimentati anche dall’addizionale Peruzzo. Ne segue un’attesa di 4 minuti con l’arbitro che “confessa” Sansone fino quasi ad estorcergli la verità, con la promessa  di non ammonirlo visto che il contatto c’è comunque stato. Alla fine niente giallo e niente rigore, la decisione giusta presa nel modo sbagliato, sentenzieranno il designatore Braschi e il presidente dell’Aia Nicchi.

Non era arbitro ma addizionale invece Rizzoli quando nell’ottobre del 2012 a Catania venne annullato ingiustamente un gol a Bergessio contro la Juventus. Lui cercò di dare un contributo per ricostruire il numero dei tocchi e la posizione dei giocatori all’interno dell’area della Juve, un po’ come a Milano, ma alla fine l’assistente Maggiani andò in confusione e fu il patatrac.

In mancanza dell’attesa e discussa Var, Rizzoli è sempre stato il numero uno della revisione virtuale degli episodi discussi. Del ricostruire senza rivedere. Il suo fiuto, la capacità di dedurre l’accaduto dalle reazioni dei giocatori, la sensibilità calcistica sono sempre state la sua carta vincente. Qualcuno però inizia a pensare che la stia giocando un po’ troppo spesso.

Fonte: SkySport

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