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Natale con la Premier: la storia del Boxing Day

Boxing day: il giorno dei pacchi-dono. Una abitudine tutta anglosassone che la Premier League, per tradizione, festeggia in campo. Ma che cos’era, in origine, e perché si chiama così?

Il retaggio è vecchio di secoli: il giorno dopo Natale i mercanti donavano frutta e altri cibi a commercianti e servitori. L’usanza si è tramandata fino all’Inghilterra della Rivoluzione industriale. Il 26, giorno di Santo Stefano, si mettevano nelle scatole gli avanzi del cenone della vigilia o del pranzo natalizio, per donarli a poveri e bisognosi.

Ci sono però teorie altrettanto fondate che parlano di scambi tutt’altro che disinteressati: apprendisti e servitori portavano regali e cibo ai padroni, che nelle scatole mettevano monete. Al rientro dalle festività le maestranze lasciavano ai proprietari una scatola di bigliettini con i consigli su come migliorare le condizioni dei lavoratori. Vivande, abiti smessi e altri doni per i poveri venivano scartati il 25, messi sotto chiave in parrocchia e poi distribuiti il giorno dopo. Da lì il nome, e una tradizione arrivata fino a noi.

E se oggi è solo una gioia vedere stadi inglesi pieni di papà con bambini e tanti costumi di Santa Klaus, c’è un Boxing day di dolore impossibile da dimenticare: quello del 1962. Fu allora che contro il portiere del Bury, Chris Harker, si spezzarono ginocchio e carriera di Brian Clough, centravanti da 251 gol in 274 gare di campionato tra Middlesbrough e Sunderland. Lì nascerà il Mourinho degli anni Settanta-Ottanta. Un pacco dono al calcio mondiale aperto per sbaglio nel Boxing Day.

Fonte: Sky

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