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Juventus, il tweet in ritardo di Allegri: “Uniti ancora di più verso la leggenda”

Juventus, il tweet in ritardo di Allegri: "Uniti ancora di più verso la leggenda"Massimiliano Allegri (ansa) TORINO – La minaccia di prenderli tutti a calci nel sedere non è bastata. E nemmeno l’invito ad “andare a comandare”, immediatamente disatteso da una Juve che ieri non è praticamente scesa in campo, se non dopo 54′ e due ceffoni di Kalinic e Badelj. I bianconeri ci sono ricaduti. A Firenze come a Doha. E con loro tutti quelli che hanno comesso l’errore di sopravvalutarli, media ovviamente compresi. “Noi lo diciamo da tempo, voi no – ha detto Chiellini -: il campionato è ancora lungo”. A Roma, e non solo, cominciano a crederci. Anche se quel -1 inganna: mancano i tre punti che la Juve è chiamata a conquistare l’8 febbraio a Crotone. Sbollita la rabbia, e chissà se censurato qualche suo tweet poco social, nel pomeriggio Allegri ha rotto un silenzio-web che aveva comunque fatto notizia, vista l’abituale prontezza dei suoi commenti on line alle partite della Juventus. Più che un cinguettio, quello del tecnico è un monito allo spogliatoio, una chiamata alle armi e a ritrovare fame, cattiveria e compattezza: “La sconfitta di ieri ci deve fare arrabbiare, ma esalterà il VALORE della nostra SFIDA: tutti insieme, ancora più uniti verso la LEGGENDA”, scrive il tecnico bianconero, con le maiuscole a rafforzare il tono del messaggio. BONUCCI E MARCHISIO DURI: “NOI SENZA ATTRIBUTI E INTENSITÁ” – A recitare il “mea culpa” on line ci hanno pensato Bonucci e Marchisio, protagonisti in negativo di una Juve che al Franchi ha dato buca soprattutto con i suoi big, compresi Buffon e Dybala, compresissima quella BBC che alla 100ª partita dopo 78 giorni di varie assenze ha accusato la prima sconfitta da titolare del trio, finendo per concedere ai viola ben 17 tiri (record stagionale).
“Fame, palle, intensità. Loro sì e noi no. Zero alibi. Poche chiacchiere. Solo così possiamo arrivare in fondo per raggiungere i nostri obiettivi”, ha scritto il difensore viterbese, spostando i riflettori da certi episodi arbitrali poco favorevoli per i bianconeri: il gol di Kalinic, ad esempio, sembra viziato dal gioco pericoloso (gamba tesa) di Bernardeschi su Alex Sandro. “Una brutta partita, gran parte del tempo regalato e senza la solita voglia e determinazione che noi mettiamo in campo! Una Fiorentina che ha dato tutto, quello che è mancato a noi, quello che sempre dobbiamo dare, a partire da me! Forza ragazzi”, è invece il j’accuse del Principino, interprete di un centrocampo che negli ultimi anni si è svuotato di troppa qualità.

FIORENTINA-JUVENTUS: I GOL / LE PAGELLE

MA PER CHIELLINI MANCA ANCHE… POGBA-LEBRON – Lo ha detto, senza tanti giri di parole, anche Chiellini nella zona mista del Franchi: “Abbiamo cambiato dei giocatori… Ora siamo una squadra come le altre, che vince e perde. L’anno scorso avevamo il LeBron James del calcio, Pogba naturalmente, impressionante anche quando non si vedeva. Ora siamo troppo macchinosi quando abbiamo la palla e in un ambiente diverso dallo Stadium facciamo fatica”. Troppi quattro ko in trasferta – due a Milano, uno a Genova, uno a Firenze -, uno in meno di tutto lo scorso campionato. A maggior ragione per una squadra che nel girone di ritorno dovrà fare visita a Roma e Napoli, le prime inseguitrici rivitalizzate dallo scivolone bianconero. Ma per gli standard juventini, e più in generale per chi vuole vincere uno scudetto, sono tanti anche 16 gol incassati in 19 partite, 4 in meno del saldo finale della scorsa stagione. Chiellini, in zona mista, non ci ha girato intorno: “Ci manca un’identità forte lontano da Torino. Abiamo perso le quattro trasferte sin qui più difficili, e questo deve farci riflettere”. Oltre ad aver perso sul piano tattico, tecnico e agonistico, la Signora comincia a denunciare un preoccupante mal di trasferta.


 CAOS A SINISTRA: IL CASO-EVRA E LE SQUALIFICHE DI SANDRO E LICHT – Patrice Evra, l’indeciso, prende altro tempo. E complica le cose alla Juve, che domenica allo Stadium contro la Lazio sulla fascia sinistra disertata dal francese non potrà schierare lo squalificato Alex Sandro (oltre a Sturaro, anche lui ammonito sotto diffida al Franchi). E chissà che la furibonda scenata di Allegri nel finale di Fiorentina-Juve, con parole tutt’altro che tenere al quarto uomo, non possa costare anche al tecnico uno stop. Nessuna prova tivù: tutto dipende da cosa ha scritto l’arbitro Banti sul suo referto. Evra, a detta del suo agente, ha dunque bisogno di altro tempo per valutare se restare in bianconero fino alla naturale scadenza del contratto oppure trasferirsi al Crystal Palace, probabilmente rinunciando a una fetta di stipendio: un comportamento abbastanza sorprendente per un uomo-spogliatoio abituato a mettere il noi davanti all’io. “Patrice sta parlando con la società e non c’è alcun tipo di contrasto con Allegri o con la Juve alla base di questa riflessione – così Federico Pastorello a GR Parlamento -. E’ una questione morale, più che tecnica. Se rimane in Italia è per restare alla Juve, ma lui ha sempre avuto un amore incondizionato per la Premier League e l’idea di tornare in Inghilterra lo ispira. Deciderà nel giro di una settimana, dieci giorni”. Prosegue dunque l’empasse per l’ad Marotta, comunque pronto a tornare su Kolasinac dopo il primo no dello Schalke a 2 milioni più altri 2 di bonus per anticipare a gennaio l’arrivo dell’esterno in scadenza di contratto. 

CAOS A SINISTRA: IL CASO-EVRA E LE SQUALIFICA DI SANDRO – Patrice Evra, l’indeciso, prende altro tempo. E complica le cose alla Juve, che domenica allo Stadium contro la Lazio sulla fascia sinistra disertata dal francese non potrà schierare lo squalificato Alex Sandro (oltre a Sturaro, anche lui ammonito sotto diffida al Franchi). E chissà che la furibonda scenata di Allegri nel finale di Fiorentina-Juve, con parole tutt’altro che tenere al quarto uomo, non possa costare anche al tecnico uno stop. Evra, a detta del suo agente, ha dunque bisogno di altro tempo per valutare se restare in bianconero fino alla naturale scadenza del contratto oppure trasferirsi al Crystal Palace, probabilmente rinunciando a una fetta di stipendio: un comportamento abbastanza sorprendente per un uomo-spogliatoio abituato a mettere il noi davanti all’io. “Patrice sta parlando con la società e non c’è alcun tipo di contrasto con Allegri o con la Juve alla base di questa riflessione – così Federico Pastorello a GR Parlamento -. E’ una questione morale, più che tecnica. Se rimane in Italia è per restare alla Juve, ma lui ha sempre avuto un amore incondizionato per la Premier League e l’idea di tornare in Inghilterra lo ispira. Deciderà nel giro di una settimana, dieci giorni”. Prosegue dunque l’empasse per l’ad Marotta, comunque pronto a tornare su Kolasinac dopo il primo no dello Schalke a 2 milioni più altri 2 di bonus per anticipare a gennaio l’arrivo dell’esterno in scadenza di contratto. 
juventus

serie A
calcio
Protagonisti:
Leonardo Bonucci
massimiliano allegri

Fonte: Repubblica

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