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Crollo Barcellona, le cause dell’umiliazione

I giocatori del Barcellona umiliati al Parco dei Principi dal PSG (Getty)

Disastro, umiliazione, speranze di qualificazione ai quarti in frantumi. In questo modo i quotidiani spagnoli parlano della sconfitta subita dal Barcellona contro il Paris Saint-Germain nella gara d’andata degli ottavi di Champions. 4-0 al Parco dei Principi, grazie ai gol di Di Maria (due), di Cavani e di Draxler la squadra di Unai Emery ha un piede e mezzo nel turno successivo. Mai, infatti, il Barça è riuscita a ribaltare un punteggio così netto nella partita di andata per riuscire a passare alla fase successiva, era dal 2013 che la formazione blaugrana non concedeva quattro reti – in quell’occasione era stato il Bayern Monaco in semifinale a imporsi in maniera così pesante. Come è potuto succedere, cosa accae alla formazione di Luis Enrique? All’indomani del fracaso, in Spagna e in Europa se lo chiedono un po’ tutti.

Male la difesa – Nell’ultimo turno in campionato il Barcellona si era imposto con un netto 6-0 all’Alaves, un risultato (e una prestazione) che avevano un po’ mascherato le carenze della squadra in questa stagione. “Emery conosceva i punti deboli della formazione spagnola” ha detto Verratti al termine della gara; l’allenatore dei francesi, infatti, è riuscito a sfruttare le debolezze difensive dell’avversario in una partita in cui Sergi Roberto (soprattutto, ma non solo) è andato in grande difficoltà; il giocatore classe 1992 – schierato in quella posizione anche per necessità visto il grave infortunio che ha messo ko Aleix Vidal nell’ultimo turno di campionato – ha dimostrato di non essere adatto a fare il terzino. Non ha spinto sulla fascia e non ha difeso, la serata no di tutto il gruppo non ha fatto altro che peggiorare la situazione e ha permesso a Draxler e a Di Maria di fare praticamente tutto quello che hanno voluto. 

I nuovi acquisti non rispondono – Non è andata molto meglio nemmeno ad André Gomes o a Samuel Umtiti (comunque il più vicino a segnare con il palo colpito nella ripresa). I due nuovi acquisti, su cui il Barça ha investito cifre importanti la scorsa estate, non stanno rendendo ai livelli aspettati e lo stesso vale anche per Paco Alcacer, Digne e Denis Suarez. Si dice che Luis Enrique non abbia abbastanza fiducia nei ‘nuovi’ e che questo abbia rallentato il processo di trasformazione della squadra che in Spagna – da mesi – vedono assolutamente necessario. Se l’assenza di Andres Iniesta sembrava la causa principale dei passi indietro dal punto di vista del gioco, nemmeno il ritorno del centrocampista catalano ha risolto i problemi della manovra blaugrana, che per oltre novanta minuti a Parigi è rimasta in balia del Paris Saint-Germain. Il Barça non è riuscito a rispondere agli attacchi dei giocatori di Emery e le statistiche di fine match parlano chiaro.

Centrocampo e attacco inesistenti –
Chiari sono anche i numeri che fotografano un centrocampo in grande difficoltà. Il reparto su cui la squadra campione di Spagna ha costruito i suoi successi negli ultimi anni, a Parigi ha fatto vedere un André Gomes (come detto) totalmente spaesato, un Busquets recuperato ma troppo lento e un Iniesta poco supportato e pertanto impossibilitato a trovare i varchi giusti per impostare qualche azione pericolosa. L’ingresso di Rafinha non ha cambiato le cose, quello di Rakitic avrebbe potuto ma è arrivato soltanto al 73’: il croato è stato il più propositivo e in Spagna ancora si chiedono per quale motivo non sia partito titolare. Centrocampo spento, attacco invisibile. Ci prova solo Neymar ma non riesce a fare la differenza nella notte in cui Messi non fa nulla e Suarez – marcato stretto da Kimpembe e Marquinhos – tocca appena 30 palloni. In pratica, di fronte a un PSG affamato e in pressing sin dai primi secondi, il Barcellona non è entrato in campo. le difficoltà fisiche di una squadra stanca (come già si era visto tanto in campionato e in Copa del Rey soprattutto con l’Atletico) hanno fatto il resto.

Iniesta: “Loro superiori in tutto” – Un match preparato male dall’allenatore che ha così messo in luce tutti i problemi di una squadra che non è riuscita a fare il suo gioco né tantomeno a reagire dopo i quattro schiaffi dei francesi. “C’è poco da dire, siamo stati sovrastati in tutto”. Andrés Iniesta, sempre lucido e onesto nelle analisi delle gare, ha parlato chiaramente. E la Cope rivela che l’aria intorno a Luis Enrique non è delle migliori; le prime crepe si erano manifestate già in autunno, tanto che i senatori del gruppo avevano iniziato a dubitare dell’allenatore e della sua capacità di scegliere il meglio per la squadra: “I giocatori chiave sono delusi – riporta l’emittente spagnola – credono che il tecnico sia incapace di risollevare il gruppo e di trovare soluzioni tecniche adeguate”. Malumori inevitabilmente esplosi e aumentati dopo il pesante ko di Parigi. Il ciclo dell’allenatore vincitore di otto trofei in meno di tre anni a Barcellona sembra finito e non a caso nelle ultime settimane le voci di rinnovo sul suo conto hanno lasciato spazio alle domande: perché il Barça gioca così male e non riesce a reagire? La notte di San Valentino ha infranto i cuori blaugrana e potrebbe aver segnato la definitiva chiusura del cerchio.

Fonte: SkySport

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