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Roma, Spalletti: “Secondo posto come uno scudetto. E il terzo non sarebbe un fallimento”

Roma, Spalletti: "Secondo posto come uno scudetto. E il terzo non sarebbe un fallimento"Luciano Spalletti (agf) ROMA – L’ombra del Napoli e quella dell’addio di Totti. Nel volto teso di Luciano Spalletti, a poco più di 24 ore dal fischio d’inizio del primo esame di maturità della sua Roma, contro il Milan di Montella, c’è forse tutto questo. Soprattutto, l’idea di difendere quel punto di vantaggio sugli inseguitori per centrare un traguardo centrale. Per il tecnico della Roma “‎Se si arriva secondi è come aver vinto il campionato. Ma dire che il terzo posto è un fallimento è da uccelli del malaugurio, chiedetelo a chi ci sta dietro se vorrebbe arrivarci…”. Spalletti poi promuove Monchi (“Prendere il numero uno dei direttori, dà l’idea di cosa voglia fare la Roma”), condanna gli autori dell’iniziativa dei manichini al Colosseo (“Persone deviate”) e punge il suo capitano: “E’ vero che la questione Totti deve gestirla Pallotta, ma credo lui pensi di averlo già fatto… Il contratto lo ha firmato Francesco, voi pensate a lui, io alle sorti della squadra”. Infine, un graffio alla critica: “Lasciate in pace i miei figli”.

Spalletti, dopo il ko nel derby ha visto la reazione della squadra?
“Reazione giusta, c’è tanta amarezza e io me la sento tutta addosso questa amarezza. Ma quello che si fa dopo una partita persa diventa fondamentale, per l’esame della classifica a fine campionato. C’è in ballo una posizione importantissima. Ma la reazione c’è stata”. 
Il Milan nel ritorno non ha ottenuto i risultati dell’andata, è una squadra ridimensionata. Sarà una partita diversa rispetto a quella dell’Olimpico?‎
“L’espressione della nostra qualità si vede nel lungo tragitto. Il Milan ha perso un po’ di smalto rispetto all’andata. Ma ha mantenuto molte qualità e troveremo una squadra stimolatissima, Montella prepara benissimo le partite. Hanno messo dentro innesti giovani di assoluta qualità”.
Monchi ha detto “sono venuto qui per Spalletti”. Il corteggiamento è iniziato?
“Pallotta fa vedere che intenzioni ha. Monchi è il migliore e se lo si è preso, lo volevano un po’ tutti. Quello che ha detto di noi a me fa piacere, è una visione che viene da fuori in cui uno non è inquinato da ciò che si dice sul posto. Ha detto “mi sembra che la Roma stia facendo un buon lavoro”. Poi è chiaro che bisogna migliorare, ma ha espresso un giudizio molto positivo, all’estero hanno quella visione. A me ha fatto piacere confrontarmi col numero uno dei direttori, mi ha già dato qualità che tengo strette”. 
Un commento sui manichini del Colosseo?
“L’episodio dei manichini non appartiene a tifosi di Roma o Lazio e nemmeno ai tifosi in generale. Fa parte di persone deviate, che hanno dei problemi. Iniziative così evidenziano odio, cattiveria, livore gratuito, come quello che ho ricevuto nell’articolo di Vocalelli. Che tira in ballo i miei figli per attaccare me. Ho fatto ai miei figli la domanda che lui mi ha chiesto di fargli e mi ha detto che ha ragione lui. Ma preferirebbero non essere tirati in ballo nelle sue analisi sulle partite della Roma. Andrebbero lasciati vivere senza nessun commento da una firma importante come lui”. 
Il terzo posto sarebbe un fallimento?
“Il fallimento fa parte del modo di voler far apparire le cose. Chiediamolo a altre squadre che hanno iniziato con lo stesso obiettivo se sarebbe un fallimento. Il secondo posto è difficile, al primo posto della Juventus era impossibile metterci mano. ‎Il tragitto è lungo, sono tanti mesi. Noi, l’accesso diretto alla Champions, che è lo scudetto delle inseguitrici della Juve, ce lo giochiamo col Napoli che è una delle più forti d’Europa e sono i detentori di questa posizione. Ci sono arrivati loro secondi. Quando abbiamo iniziato a allenare la Roma, eravamo a 5 punti dall’Inter. A una decina dal Napoli. Vediamo come si finisce e vi dico dove si è migliorato o dove si è fallito. Qualche partita dovevamo fare meglio, in qualche partita determinante non abbiamo espresso tutta la nostra qualità. Ma eravamo partiti da lì e ora siamo tanti punti avanti all’Inter”.
Ma qual è l’obiettivo?
“L’obiettivo vostro è sempre vincere il campionato, e io ho sempre detto che bisogna vincere. ‎In generale la squadra ha lavorato nella maniera giusta. E’ forte, ha perso delle partite ma non è in alto mare come si dice. Deve reagire e far vedere la personalità che ha, e rendersi conto che nell’ultima partita non ha dato tutto. Quello che ha concesso lo deve trasferire ora. Arrivare secondi vorrebbe dire aver raggiunto il massimo, ma bisogna dirlo a quelli vicini a noi, che sono una delle migliori squadre d’Europa. Dire che il terzo posto è un fallimento è da uccello del malaugurio, ma è stare dentro una posizione nobile. Ma non ci fa timore andare a giocarci la partita col Milan o la Juve, che faranno la differenza. Se si arriva secondi è come aver vinto il campionato”. 
Giusto che una società decreti la fine della carriera di Totti?
‎”Per me valutare dall’esterno diventa difficile, ci sono dentro fino al collo. Aspettiamo a dare aggettivi a Monchi, lui parlando di questo tema ha riportato quello che ha trovato. Il contratto lo ha fatto Totti o il suo agente e lui lo riporta. Essendo così attaccato alla Roma Francesco vuole fare silenzio per dare tutta l’attenzione a questo finale di campionato, penso. Io ho sempre detto che la gestione di Totti calciatore ci entro dentro. A voi stanno a cuore le sue sorti più di quelle di altri. Ma per fare bene con la Roma serve pensare alle sorti di 20 calciatori. Per fare la formazione non si vede il gol di due anni fa ma i suoi allenamenti di ora confrontandoli con quelli dei compagni. La questione Totti deve gestirla il presidente, ma credo pensi di averlo già fatto. Quando vorrà parlerà Francesco e metterà a posto tutto. Monchi ha detto solo quello che era già apparecchiato”. 
Poi una divagazione auto indotta.
“Sul ritiro della maglia ci entro da solo. La maglia, decidessi io, rimane in vigore. La maglia non muore. Toglierla è mortificazione, non esaltazione. Prima la 10 la aveva Giannini. E se l’avessero tolta per Giannini non l’avrebbe avuta Totti. Più che toglierla, io propongo di mettere il numero 10 su tutte le maglie. Sennò si toglie perché l’hanno tolta altri e ci si ruzzola in questo. E il bambino che ambisce di giocare con la maglia di Totti? Gli vogliamo togliere il traguardo? Teniamola viva. ‎Se non la vedo più andrò a cercarla al cimitero”. 
Roma ha sofferto gli attaccanti veloci: senza Rudiger e Strootman come cambia? Difesa a quattro?
“Visione corretta. ‎Sono tre o quattro partite che giochiamo così. Il Milan è bravo a spingere coi terzini dietro le punte esterne”. 
Ha detto che se Totti non restava andava via. Chiarisce?
“Chiarimenti sulla mia posizione li faremo in fondo al campionato. Ma a quella frase si è voluti andare oltre il lecito. Il 60% della serie A non si sa se resteranno. Qui è successa la fine del mondo per una frase. A volte un allenatore deve caricare e il tentativo era quello lì. Per mettere i puntini sulle “i” bisogna arrivare in fondo, perché la posizione che dobbiamo raggiungere è tanta roba. Con Montella sarà difficilissima, è allenatore di rango amato da tutti i giocatori che ha allenato”.
Ci dà informazioni su Gerson e Grenier? Il brasiliano non ha giocato per punirlo di aver rifiutato il trasferimento al Lille?
“Con la società c’è sintonia, la gestione di Gerson è mia, non sono comodo a sentirmi dire “questo lo lasci fuori”. Quando esci dalle competizioni i giocatori iniziano a essere quei quindici-sedici e qualcuno viene penalizzato dall’allenatore. Ho penalizzato Gerson e ho fatto giocar poco anche Grenier, che ha fatto vedere di essere di quel livello. La responsabilità sulle obiezioni è mia e posso aver fatto male”.
 

serie A

as roma
Protagonisti:
luciano spalletti

Fonte: Repubblica

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