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Juventus, da Darmian a Bernardeschi: il made in Italy non passa di moda

Juventus, da Darmian a Bernardeschi: il made in Italy non passa di modaMatteo Darmian (agf) TORINO – Alla Juve non passa di moda il made in Italy. Anzi. D’accordo Douglas Costa più uno tra N’Zonzi e Matuidi, operazioni destinate a diventare più concrete nella settimana alle porte, ma sul taccuino di Marotta, che a gennaio aveva investito 35 milioni per prenotare il futuro di Caldara (25) e Orsolini (10), c’è anche tanta Italia. In entrata (Darmian, Bernardeschi e Pellegri) e chissà se anche in uscita (Bonucci e Marchisio).

L’ITALJUVE VUOLE DARMIAN E BERNARDESCHI – Darmian avrebbe sorpassato a destra sia De Sciglio che l’extracomunitario Danilo: tre D in corsa per il posto liberato da Dani Alves. Per riportare l’ex granata a Torino tocca versare circa 20 milioni allo United. In crescita anche le quotazioni di Bernardeschi, a maggior ragione dopo la prova di maturità superata ieri dall’azzurrino, a segno contro la Germania Under 21: pronti 40 milioni più bonus, cifra che può far saltare ogni resistenza viola. La trattativa, che potrebbe coinvolgere anche una contropartita tecnica (Rincon? Sturaro?), è sganciata da quella per l’altro esterno offensivo Douglas Costa: in caso di doppio colpo verrà prbabilmente ceduto Cuadrado, corteggiato soprattutto dal Psg.

LA LINEA VERDE PASSA DA PELLEGRI E BARELLA – La Signora è attenta anche ai giovanissimi, in attesa che il vivaio sforni nuovi Kean: a proposito, la prossima settimana dovrebbe arrivare l’atteso contratto del baby attaccante, che guadagnerà 700 mila euro a stagione. Contatti in atto con il Cagliari per il 20enne Barella e soprattutto con il Genoa per il 16enne Pellegri, il Millennials che quest’anno ha infranto i record di precocità in Serie A dello stesso Kean. Sul baby prodigio dei rossoblù ci sono anche l’Inter, la Roma e quel Monaco che ha proposto 15 milioni a Preziosi.

RILANCIO ALEX SANDRO, STALLO BONUCCI – A Torino in questo periodo sono molto attenti anche all’export. Il rischio è che un paio di pezzi grossi seguano Dani Alves (e il “capo scout” Ribalta) in Inghilterra, oltre a quel Lemina finito nell’orbita di Arsenal e Watford. No, non Dybala, che avrebbe declinato l’invito dello stesso esterno brasiliano di accompagnarlo al City. Il titolare più vicino all’addio è Alex Sandro, prossimo oggetto di un rilancio dal Chelsea intorno ai 60 milioni più ricchi bonus: la classica offerta che non si può rifiutare. A maggior ragione se il pendolino brasiliano, arrivato nel 2015 per 26 milioni, è interessato a cambiare aria. Servono 60 milioni anche per impacchettare Bonucci, un altro che la Juventus spera vivamente di non dover salutare. Chelsea, City, Real e Barcellona ci hanno fatto più di un pensiero, ma al momento in corso Galileo Ferraris non ci sono offerte ufficiali per il centrale 30enne. In caso di (dolorosa) cessione, il tandem Marotta e Paratici proverà a reclutare i già sondati De Vrij (Lazio) oppure Marquinhos (Psg).

ANCHE MARCHISIO AL BIVIO: JUVE O CHELSEA? – Sempre a proposito di made in Italy da esportazione, va decifrato il futuro prossimo di Marchisio. Dopo 24 anni di alta fedeltà bianconera (i suoi primi calci a 7 anni), al netto di una stagione in prestito all’Empoli, si fa fatica a immaginare con un’altra maglia una delle ultimissime bandiere di un calcio italiano ormai votato al professionismo spinto. Ma il centrocampo ridotto da tre a due posti – i bianconeri stanno puntellando il 4-2-3-1 con acquisti ad hoc – , il prossimo arrivo di un altro big del calibro di Matuidi o N’Zonzi e i Mondiali in Russia all’orizzonte consigliano qualche riflessione approfondita al Principino. Che, complice la lunga riabilitazione post rottura dei crociati, ha quasi dimezzato le sue presenze in A, passando dalle 35 del 2015-16 alle 18 dell’ultima stagione. La sua permanenza in bianconero non è affatto certa, nonostante il contratto in scadenza nel 2020. Il mare della Sardegna aiuterà Marchisio a decidere se lottare per un posto oppure se cedere alle sirene inglesi. Su tutte quelle del Chelsea del suo ex allenatore Conte che alla freschezza del giovane Bakayoko potrebbe infatti decidere di affiancare l’esperienza e, perché no?, la voglia di rivincita del numero 8 bianconero.

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Fonte: Repubblica

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