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La Juve non si ferma, 3-0 al Chievo e super Dybala

Grazie all’autogol di Hetemaj e alle reti di Higuain e di un super Dybala nella ripresa, la squadra di Allegri vince la terza partita consecutiva in campionato portandosi a 9 punti in classifica. Dopo un brutto primo tempo, decisivo l’ingresso in campo della Joya nella ripresa

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LE PAGELLE

Juventus-Chievo 3-0 

(17′ aut. Hetemaj, 58′ Higuain, 83′ Dybala)

Juventus (4-3-3): Szczesny; Lichtsteiner, Rugani, Benatia, Asamoah; Sturaro (75′ Bernardeschi), Pjanic, Matuidi; Douglas Costa (8′ Dybala), Higuain, Mandzukic (83′ Bentancur). All. Allegri
Chievo (4-3-1-2): Sorrentino; Cacciatore, Dainelli, Gamberini, Gobbi; Castro, Radovanovic, Hetemaj (19′ Rigoni); Birsa; Pucciarelli (19′ Pellissier), Inglese (75′ Mehdi). All. Maran
Ammoniti: Hetemaj, Mandzukic, Matuidi

C’è un fenomeno a Torino che veste la maglia dei predestinati e regala solo giocate non convenzionali. Un ragazzino argentino maturato all’ombra di un talento che non poteva non esplodere e che ora illumina e condiziona tutti quelli che gli giocano assieme, contro o che semplicemente lo stanno guardando. E che risplende ancora più raggiante proprio da quando sulle spalle gli hanno piazzato quella maglia così pesante e piena di significati calcistici. Il suo capo, quello che con sapienza ne ha gestito il talento negli ultimi due anni, aveva deciso che contro il Chievo aveva bisogno di riposo per smaltire le fatiche di un viaggio oltreoceano a servizio della patria. Poi, però, guardando in campo quello che stavano combinando gli altri, ha deciso che non poteva restare nemmeno un secondo in più senza di lui. E allora l’ha fatto entrare. E lui ha cambiato la partita. O meglio, l’ha fatta cominciare. Paulo Dybala da Laguna Larga ha spaccato il Chievo e ridefinito il concetto di talento. Imprendibile, impressionante, visionario, diabolico, assolutamente geniale. Il tutto in un solo piede e in infiniti modi per utilizzarlo. La sua Juve, è vero, vinceva già 1-0 al 53, ma quanta fatica avevano fatto i compagni della Joya per piegare un Chievo come sempre tosto e quadrato al pari del suo allenatore. Una punizione di Pjanic nettamente deviata da Hetemaj nella propria porta e poco più. Un mezza traversa scheggiata sempre dal regista bosniaco, qualche sbiadito spunto di un Douglas Costa che avrà bisogno di tempo per entrare in pianta stabile nella Juve e nella nostra Serie A e un’aridità offensiva da far impallidire anche il più tenace dei difensivisti. Poi, quando nei primi 5 minuti del secondo tempo la Juve sembrava ancora peggio della versione imballata del primo, il cambio che accende la luce e rimodella il futuro. Zampino sul gol del 2-0, arrivato solo 4 minuti dopo l’ingresso in campo, rete del 3-0 al termine di un super dribbling. Troppo forte, quasi non vale. 5 gol in 3 giornate e un dominio tecnico e di leadership sempre in ascesa. E’ soprattutto grazie a lui (ma non solo, ovviamente) che la Juve ha 9 punti dopo 3 giornate. Allegri se lo gode. E di certo martedì, contro il Barcellona, non lo terrà in panchina a riposarsi.

Le scelte degli allenatori

Una nuova Juve si affaccia sul campionato. Rivoluzione di uomini e sistema, Allegri vara il suo nuovo 4-3-3 con Dybala in panchina e l’esordio dal primo minuto di tre volti nuovi: Douglas Costa in attacco a supportare Higuain e Mandzukic (Dybala in panchina dopo le fatiche intercontinentali), Matuidi nel suo ruolo di interno sinistro a centrocampo e il portiere del futuro, Szczesny, tra i pali. Ma è tutta la struttura bianconera a muoversi con differenti istinti, a causa dell’assenza contemporanea di tutto l’asse centrale e italiano che ne ha determinato successi in ripetizione: Buffon, Barzagli, Bonucci (lui non ci sarà più), Chiellini e Marchisio tutti fuori, una circostanza che non accadeva addirittura dall’aprile 2010. Di fronte la continuità fatta squadra, quel Chievo dalla formazione da sciorinare a memoria perché tanto non cambia mai: unica variante, rispetto al recente passato, Pucciarelli per Pellissier.

Primo tempo

Scontri e gioco sporco, novità di uomini a parte che per la sua Juve sarebbe stata una partita difficile Allegri lo sapeva molto bene. Meccanismi da rodare, è vero, ma soprattutto una avversaria arcigna da affrontare, capace di lottare su tutti i palloni grazie a dinamiche difensive più che collaudate. E allora la fatica nel costruire gioco si fa sentire sin dai primi minuti tra gli uomini bianconeri, costretti sempre a passare al largo e distribuire il gioco sulle fasce dove le coppie Lichsteiner-Douglas Costa e Asamoah-Mandzukic dovrebbero, secondo le idee di Allegri e Pjanic, costruire il gioco. Il Chievo però chiude tutti gli spazi, Douglas Costa e Matuidi non riescono a dare continuità alla manovra e allora non restano che i calci piazzati per sperare di far accadere qualcosa. Arriva proprio così, al 17’ del primo tempo, l’episodio che alla fine indirizza e decide la gara: cross di Pjanic e testa di Hetemaj che, nel tentativo di anticipare Higuain, infila la propria porta e regala un sospiro di sollievo ad Allegri. Sbloccata la partita sarebbe lecito aspettarsi una Juve più sciolta e finalmente in grado di mettere in difficoltà la difesa di Maran, ma la partita proprio non vuole smuoversi da quel copione apatico che mette insieme rarissime occasioni da gol. Una, e anche grossa, ce l’ha Radovanovic su punizione: Szczesny è bravo a parare, Benatia ancora di più a respingere di testa evitando l’intervento a botta sicura di Inglese. Poi una traversa scheggiata da Pjanic, un dribbling con accelerazione di Douglas Costa con tiro sbilenco e veramente quasi nulla di più. Al massimo un messaggio per i giocatori di Allegri: nella ripresa serve qualcosa in più. 

Secondo tempo

La Juve sembra non essere rientrata in campo nella ripresa, i primi 8 minuti sono tutti per la squadra di Maran che con coraggio prova a portarsi dalle parti di Szczesny. Allegri allora scuote i suoi correndo ai ripari e inserendo al posto di Douglas Costa quel Dybala tenuto a riposo anche a causa del lungo viaggio intercontinentale con la sua Argentina. E la Joya cambia immediatamente la partita. Prima di tutto modificando il sistema di gioco, che ora prevede l’argentino come trequartista alle spalle di Mandzukic e Higuain. Poi entrando subito nel vivo della manovra e dando il via, dopo soli 4 minuti da suo ingresso in campo, all’azione del 58′ che porta Pjanic a servire il Pipita: destro imparabile e gol del 2-0 (sesto centro al Chievo per Higuain da quando è in Italia).

Il numero 10 della Juventus è una furia, la trasferta argentina evidentemente è già stata smaltita da quei 50 minuti passati in panchina a ristorare gambe e cervello. Dopo il suo ingresso in campo la partita dello Stadium di fatto diventa un Dybala contro il Chievo, col piccolo funambolo argentino che comincia a distribuire dosi massicce di talento. Dribbling, sterzate improvvise, assist visionari, stop di rara difficoltà: anche tiri, ovviamente, ben 4 in 6 minuti, due respinti e due di poco fuori, uno dei quali dopo un triplo dribbling ubriacante che nessuno, tra i difensori del Chievo, era riuscito a interrompere. 

Dribbling dopo dribbling, intuzione dopo virtuosismo, il gol anche per Dybala è destinato prima o poi ad arrivare. Soprattutto in una partita nella quale è risultato subito evidente il divario tecnico tra il fuoriclasse argentino e il resto delle comparse distribuite sul campo. E allora, ecco che all’82’ la Joya decide di mettersi in proprio e terminare definitivamente la partita, tenuta viva da un Chievo comunque combattivo e che aveva appena sfiorato il gol del 2-1 con una punizione di Birsa. La palla gli arriva sulla destra, il numero 10 della Juve entra in area, salta i centrali e con un preciso interno sinistro chiude sul primo palo dove Sorrentino non può arrivare. Anche Allegri, dopo un secondo tempo passato a sbraitare contro i suoi, ora finalmente sorride. Anche perché sapeva che non sarebbe stato facile fare fuori questo Chievo. Ma se hai un Dybala in più, quasi sempre, tutto viene più facile. 

Le statistiche del post-partita

-La Juventus non segnava 10 gol nelle prime tre partite di Serie A dal 1981.
Paulo Dybala ha eguagliato la sua striscia più lunga di gare in rete in Serie A: cinque come nel dicembre 2014.
-Dybala ha già effettuato quattro conclusioni da quando è entrato in campo, nessuna però nello specchio.
-Tutti i 26 gol di Higuain con la Juventus in Serie A sono arrivati su azione.
-La Juventus ha segnato almeno due gol nelle ultime cinque partite di campionato: non ci riusciva per cinque gare di fila da maggio 2016.
-Ben sette giocatori della Juventus hanno tentato il tiro, ma nessuno più di una sola conclusione.
-Tra lo scorso campionato e questo la Juventus ha beneficiato di sei autogol, più di ogni altra squadra.
-Invece escludendo Bonucci ultima volta a maggio contro il Torino.
-Per la prima volta da aprile 2010 la Juventus gioca senza nessuno tra Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini in Serie A.

Fonte: SkySport

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