NEWS

Gazzetta, Garlando ottimista: “Napoli, Manchester ti farà crescere”

Sarri è morto da vivo, come aveva chiesto alla vigilia, inseguendo il pareggio fino all’ultimo respiro. Bravo Napoli. Sotto di due gol dopo un quarto d’ora, ha rischiato di naufragare in una tempesta di traverse e salvataggi sulla linea, poi è risalito attingendo a valori oltre la bellezza e ha chiuso con il minimo scarto e il rimpianto di un rigore fallito da Mertens.
Peccato quella mezz’ora da incubo all’inizio. Sarri aveva chiesto ai suoi «giusto timore» e non «paura», invece al fischio iniziale si è riconosciuta più la seconda che il primo. Ma non è tutto qui. Il mondo è pieno di gente dalla faccia da membro virile, auspicata da Sarri: non basta schierarne 11 per battere il City. La verità è che i ragazzi di Guardiola non hanno le antenne in testa e le orecchie a trombetta, ma, a parte questo, sono marziani quando esprimono al meglio l’idea di gioco. Alla prima palla imbucata in area e rimessa dal fondo è arrivato il gol a rimorchio, come da vangelo del Pep. Tutto prevedibile eppure inarrestabile. Il Napoli, abituato al possesso e al recupero lampo, ha dovuto assistere a lungo al palleggio corto e perfetto del City. La palla si spostava inafferrabile per il campo come una gocciolina di mercurio e finiva presto dalle parti di Reina. Triangoli elementari, di piatto, eppure elegantissimi. Quasi come il Pep che sembra in frac anche con le scarpe da ginnastica e il giubbetto col cappuccio. Il Napoli ha gli stessi principi attivi del Manchester. A parità di copione, la differenza la fanno gli interpreti e l’abitudine a certe platee. Sarri non ce l’ha una fisicità talentuosa come quella di De Bruyne, capace di strappi, tocchi e assist al laser. Non ha giovani come Sané e Sterling che giocano come vecchi. Hamsik ha tradito ancora una volta in una partita torrida, Mertens ha tremato sul dischetto e oltre. Sarri non ce li ha cambi costati 50 milioni come Bernardo Silva. È qui che si è creata la differenza, oltre che sul piano dell’intensità di gioco allenata molto meglio dalla Premier che dalla Serie A. Il merito del Napoli è stato quello di strambare e cercare vento nuovo nel campo di regata. Non la solita bellezza, ma anche la sofferenza e rabbia agonistica di cui di solito in Italia non ha bisogno. Con la faccia da guerra di Allan (rimpianto all’inizio) e con «quella di c…», direbbe Sarri, di Diawara (20 anni) che ha segnato un rigore evitato dai veterani, è risalito e ha spaventato i marziani. Ghoulam ha strappato il rigore con un’azione personale, senza triangoli, quasi una bestemmia per il vangelo sarriano. Ma è proprio qui che il Napoli ha meritato: si è trasfigurato oltre le proprie abitudini per sopravvivere e far guerra ai più forti. Quest’esperienza di sofferenza sul pianeta dei marziani del Pep lo farà crescere ancora e gli darà forza nuova sulla strada dello scudetto.

Luigi Garlando per la Gazzetta dello Sport

Commenti
Segui il canale PianetAzzurro.it su WhatsApp, clicca qui