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Corbo: “Troppi gol subiti da calcio piazzato: la difesa a zona non funziona”

Il Napoli balla mezz’ora, il gol di Insigne allunga il sogno che aveva raccolto il mondo nel caos ingestibile di Fuorigrotta, tutti a vivere la notte della grande bellezza. Grande illusione purtroppo, perché il Napoli scivola presto sulle sue viscide certezze. Il maturo argentino Nicolas Otamendi fa calare il silenzio, mostrando lo spettro del Real Madrid, partita che evidentemente ispira gli allenatori che incontrano Sarri. Otamendi come Sergio Ramos, angolo dalla destra ed un difensore centrale che salta appoggiandosi al muro eretto da due compagni, in una difesa che sui calci piazzati marca guardando la palla e mai l’avversario. Quante volte se n’è parlato? Non abbastanza forse, perché un altro centrale, Stones, indovina di testa lo spigolo interno della traversa su cross dalla sinistra stavolta. Ma su palla alta ha segnato anche il Sassuolo domenica scorsa, non è mica conforto, è ricordo che dovrebbe invece rimettere in discussione questa eccentrica disposizione tattica che rende ancora una volta vulnerabile il Napoli. Guardiola abbandona il suo stile di flemmatico osservatore, si agita quando nel primo tempo vede un Napoli irresistibile che schiaccia il City nei suoi quartieri, si sbraccia, si dispera cercando di afferrare capelli che non ha, urla, incita, ma Insigne e Mertens con un triangolo stretto in area squarciano la sua difesa. Da quale pianeta scendono quei due? Se lo chiede Guardiola, definito “mostro sacro” da Sarri, ma ora soffre, quasi fosse sdraiato su una brace. Il Napoli è chiamato a reagire non solo al gol di Otamendi, alla sua debolezza strutturale sui piazzati, anche ad un tranello imprevisto.
L’infortunio di Ghoulam, che sarebbe rimediabile se il Napoli avesse confermato Strinic o acquistato un difensore di pari livello a sinistra. Mario Rui non è neanche in panchina, unico difensore esterno è Maggio che entra con la sua tarda età ma una esemplare disponibilità. Ma dove se è destro? Bisogna scegliere: concedere Maggio a Sterling, esterno destro alto, o addirittura a Sané, tutto carattere e fantasia? Sarri preferisce lasciare Maggio a destra, spostando il più affidabile e duttile Hysaj nel vuoto lasciato a sinistra da Ghoulam. Decisione corretta che non placa i dubbi estivi, dubbi che ritornano grevi, i tifosi non possono ripensare alle perplessità degli osservatori più esigenti, quando il Napoli si vantava di rinunciare ad un secondo un difensore a destra. Ma queste sono piccole, misere storie al confronto del coraggio di un Napoli che non si arrende mai, che sopporta il dominio di Sanè su Maggio, che sfiora e sbaglia con Callejòn il terzo gol per subire il terzo degli inglesi un attimo dopo, che investe la fantasia di Ounas per rilevare un impeccabile Jorginho ma tentare di contrapporre al City una squadra più slegata ma più spregiudicata, una sorta di 4-2-3-1. Passa il City, che gira palla con sontuosa maturità fino a nasconderla in attesa del quarto, che ha studiato e cerca i punti deboli del Napoli. Onore al Napoli, ma se vuol vincere lo scudetto cerchi ricambi di lusso. A gennaio o mai più.

Antonio Corbo per Repubblica Napoli

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