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Higuain, serve altro: ecco perchè non è leader

La notte di Napoli può essere stata la svolta della stagione di Gonzalo Higuain. Una risposta di carattere, quella dell’argentino, anche oltre le righe: conseguenza di un suo avvio di 2017-2018 spesso oggetto di critiche, a cui era necessario rispondere, ma anche della rabbia estemporanea – poi tramutata in cattiveria agonistica – dovuta all’avversione di uno stadio, il San Paolo, a cui in passato ha regalato grandi gioie. Il risultato: gol decisivo e status di bomber ritrovato. Per alcuni, l’atteggiamento di venerdì sera ha avvicinato il Pipita anche a essere un secondo capitano in campo, un leader caratteriale oltre che tecnico. Un’analisi, questa, non condivisa da Giancarlo Marocchi, Alessandro Costacurta e Paolo Condò, che nel “Countdown” di Sky Sport hanno spiegato i motivi per i quali Higuain non è pronto a prendersi la Juve sulle spalle.

Marocchi: “Higuain forte, ma a Napoli era solo arrabbiato”

Secondo Giancarlo Marocchi, Higuain non potrà mai diventare un vero trascinatore emotivo. E a Napoli è stata più rabbia che leadership: “Secondo me – ha detto nel “Countdown” – non è diventato più leader di prima, nella partita di Napoli era solo arrabbiato e stimolato perchè giocava contro De Laurentiis, in particolare. Con i fischi si è caricato. Credo che la Juve potrà sempre contare su di lui, ma per vincere in Europa, per esempio, bisogna che si riveda il Dybala leader delle prime giornate. Higuain lo vedo lo stesso giocatore di prima: forte, ma non leader”.

Fonte: SkySport

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